When the sun shine, we'll shine together

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"Allora James, vedo che hai bisogno del mio aiuto... di nuovo." Asserì Paul ammiccante .
James ruotò con fastidio gli occhi al cielo perché sì, doveva ammetterlo , aveva bisogno di Paul vicino per capire come muoversi, gli serviva qualcuno che fosse in grado di dargli sostegno.
E James sapeva, nonostante la loro finta invidia reciproca, che Paul era la sola ed unica persona in grado di supportarlo e di prestargli consiglio.
"Avanti Paul, per quanto ancora vorrai rinfacciarmelo?" Chiese lo scienziato fintamente scocciato.
"Mhhh... fammici pensare... penso proprio che te lo rinfaccerò a vita." Rispose ironico Paul scoppiando in una fragorosa risata: adorava punzecchiare James!
Quell'uomo era sempre stato il suo punto debole, potevano farsi quanta concorrenza volevano, ma mai e poi mai Paul avrebbe lasciato James nei guai. Avrebbe rischiato tutto pur di aiutarlo e questo particolare lo inquietava alquanto, ma decise che non era il momento di darci troppo peso.
"Paul, parlando seriamente, tu pensi che dovrei dirlo ai ragazzi?"
"Dire cosa?"
"Beh... che volendo ... potrebbero vivere felicemente i loro amori, senza che il continuum spazio temporale degeneri in alcun modo..."
A quel punto a Paul venne l'istinto di trangugiare della candeggina:
"Sei serio James!? Mi stai prendendo per il culo!? Non glielo hai ancora detto!? Non glielo hai ancora fatto presente!?
Dimmi che è uno scherzo."
Paul ci sperava sul serio, ma il mutismo di James, che se ne stava seduto con la testa china e le mani intrecciate tra loro, lo fece ricredere.
"Mi stai dicendo forse che non ne hai ancora parlato coi ragazzi?" Chiese nuovamente, sempre più allibito.
"Non ho il coraggio, ok!? Se dovessi parlargliene , quella che sarebbero costretti a prendere è una decisione drastica ed io non voglio che loro rinuncino alle loro vite in quel modo per degli stupidi amori che, probabilmente, sono solo passeggeri." Confessò finalmente James.
"E non c'è nient'altro?" Lo incitò Paul scettico alzando un sopracciglio.
"Beh... la verità è che mi mancherebbero un sacco. Loro sono la mia casa, la mia famiglia, non penso di essere pronto all'eventualità di dover rinunciare a loro... o ad uno di loro..."
Quella confessione lasciò Paul spiazzato per veri secondo, ma poi, da uomo geniale quale era, tornò ad essere composto e deciso.
"Mhh... capisco... quindi tu stai facendo questo per puro EGOISMO. O sbaglio?"
A quell'affermazione tanto indelicata James sgranó gli occhi.
"No!!! Assolutamente no!!! Ero sincero quando ti ho detto che non voglio che loro prendano quella decisione tanto importante basandosi su relazioni che magari dureranno ben poco, ma...."
Lo scienziato si morse il labbro, incerto se continuare o meno la sua frase, insomma, non voleva mostrarsi patetico agli occhi di Paul.
"Ma cosa?" Lo spronò il sopracitato, costringendolo a proseguire.
"Io ho paura di essere abbandonato! Ho paura di sentirmi solo" sputò fuori James all' improvviso "Oltre a loro non ho nessun altro, va bene? Io non sono mai riuscito a trovare l'amore, a costruirmi una famiglia o a fare tutte le cose normali che fanno i non- geni.
È ridicolo, lo so! Ma per quanto io mi sforzi, nonostante si in grado di fabbricare armi nucleari, di aprire buchi neri o di clonare i pappagalli , non sono minimamente capace di incontrare una persona con cui passare il resto della mia vita e con cui condividere gioie e dolori! Louis e Zayn sono le uniche persone che mi rimangono... sono come dei figli per me, capisci?"
Una lacrima solitaria rigó la guancia dello scienziato.
Ecco, fantastico .
Si era reso ridicolo davanti a Paul.
Magnifico.
Meraviglioso direi.
Paul sospirò e , inaspettatamente, avvolse James tra le sue braccia stringendolo in un abbraccio.
Perché, effettivamente, Paul capiva.
In fondo, era un genio anche lui.
Anche per lui risultava estremamente difficile esternare le sue emozioni, per lui era molto più semplice rintanarsi in un laboratorio e lavorare ai suoi esperimenti o leggere libri di fisica quantistica, quindi sì, riusciva a comprendere James alla perfezione.
"James ascoltami, tu non sei solo e non lo sarai mai, capito? Anche se Zayn o Louis dovessero decidere di adottare quella soluzione tu non verresti abbandonato . Ci sarò sempre io con te, chiaro?
Ma non credi che , forse, i ragazzi abbiamo il diritto di sapere? Non credi che abbiano il diritto di fare le loro scelte e prendere le loro decisioni? Non credi che siano abbastanza grandi da potersi prendere le responsabilità delle loro azioni, uh?
Mettiamo caso che , come hai supposto tu, Louis e Zayn si lascino con le loro rispettive ragazze degli anni '70."
"Ragazzi..." lo corresse James.
"Come prego!?"
"Stanno frequentando dei ragazzi , non delle ragazze..."
"Va bene , va bene , potrebbero anche star frequentando dei troll..." proseguí Paul facendo ridacchiare sotto i baffi James " il punto è , che Louis e Zayn devono fare un percorso di crescita, devono scegliere la strada da percorrere e devono trovare loro stessi, anche sbagliando.
E comunque mio caro, lasciati dire che sei abbastanza pessimista! Un po' di romanticismo no, eh?"
"Ma se ti ho appena detto che faccio una fatica bestia a rapportarmi coi sentimenti!" L'atmosfera si era alleggerita parecchio e si era fatta parecchio ironica ed entrambi sembravano beneficiarne.
"Hai ragione, hai ragione , scusa. Ma è chiaro il concetto? Devi parlarne coi ragazzi. La scelta spetta solo ed unicamente a loro."
"Non posso darti torto.... grazie del sostegno Paul..."
"Quando vuoi James."
Dei sorrisi imbarazzati spuntarono sulle bocche delle due menti geniali, finalmente sembrava che i due avessero completamente messo da parte ogni loro divergenza, per carità... il loro era sempre stato in rapporto di fittizia invidia, ma in quel momento, era chiaro ad entrambi, nessuno aveva più voglia di fingere.
"Hehemmm... si- si è fatto tardi James... forse è meglio che vada..."
"Giá... forse è meglio che tu vada..."
"Ma- ehm- posso tornare domani, se ti va?"
"Puoi tornare tutte le volte che vuoi Paul."

Yesterday don't mean never.Where stories live. Discover now