A DI AMBER

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ROSEMARY

Ti amo non per quello che sei, ma per quello che sono quando sono con te.

(Elizabeth Barrett Browning)


Sbadigliai e digitai una frase. Tyler mi aveva prestato il suo computer per scrivere la relazione che avrei dovuto consegnare per criminologia.

-Usalo pure, sono proprio curioso di leggerla- mi aveva detto.

-Oh, non sarà un granché- avevo mormorato, leggermente imbarazzata.

-Secondo me sarà bellissima-

Avevamo preso una singola stanza e non mi dispiaceva. Tyler stava dormendo. Io avevo dormito una mezz'oretta, poi mi ero mi ero svegliata e seduta sul letto. Era stato a quel punto che Tyler, svegliatosi, mi aveva detto di usare il computer per fare la relazione.

-Altrimenti sono certo che mi odieresti, stare senza studiare per tutto un giorno- mi aveva bonariamente presa in giro, la voce impastata dal sonno.

Ero rimasta per alcuni minuti a osservarlo. Il torace che si sollevava per il suo respiro regolare, il viso rilassato, le labbra carnose leggermente aperte quasi attendessero un bacio. Uno spettacolo. Scossi la testa per scacciare quel pensiero. Mi morsi le labbra e tornai a concentrarmi sullo schermo del computer, altrimenti non avrei mai finito.

Per prima cosa, appena Tyler si era addormentato, avevo ascoltato la registrazione di una lezione mandatami da Jill

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Per prima cosa, appena Tyler si era addormentato, avevo ascoltato la registrazione di una lezione mandatami da Jill. Il tema principale era la narrazione del paziente.

-In ogni narrazione ci sono delle particolarità e in alcune potete riscontrare delle anomalie, cose fuori posto, voi dovete scoprirle-

Le anomalie.

Dopo avevo deciso di dedicarmi alla relazione e trattare della coppia Heathcliff e Catherine, non proprio un tema che rientrava nella criminologia, ma sicuramente la psicopatologia c'entrava. Era un amore ossessivo, un amore malato, una follia a deux. Perché allora continuavo a pensare a me e Tyler? Ridacchiai tra me. Certo, solo che noi al posto della brughiera stavamo facendo un viaggio in macchina per gli Stati Uniti. Mi sfuggì un sorriso. La verità era che quello che stava succedendo con Tyler mi stava cambiando, lentamente, impercettibilmente, ma mi stava cambiando. Sospirai e pensai a Jessica. La reginetta della scuola, bella, perfetta, incantevole. Jessica era il mio doppio, ciò che avrei potuto essere e non ero stata, forse addirittura ciò che avrei voluto essere. La cosa che però mi feriva di più era il pensiero che Jessica possedesse in parte il cuore di Tyler. Mi alzai e, preso un elastico, mi legai i capelli. Mi fermai davanti allo specchio che ricopriva l'anta dell'armadio. Avevo il viso pallido, accentuato dal contrasto con i miei capelli scuri. Fu in quel momento che sentii nuovamente la cicatrice pizzicarmi, la A. L'accarezzai dolcemente.

-Non mi hai ancora detto di quella-

Sobbalzai, spaventata. –Sveglio, dormiglione?- chiesi, voltandomi verso Tyler, cercando di dissimulare ciò che provavo.

Lui si stiracchiò nel letto. –Sveglissimo- sbadigliò -come procede la relazione?-

-Bene... no, per niente... Heathcliff non mi piace, non riesco a condividere il suo punto di vista, certo, la storia mi piace, adoro Cime tempestose, ma trovo Heathcliff esagerato, non realistico- mi andai a sedere sul bordo del letto.

-Io lo capisco bene, Heathcliff è ossessionato da lei, la ama e non la può avere, lei è parte di lui, sono cresciuti insieme, sono due parti della stessa cosa-

-Due parti della stessa cosa- ripetei –mi piace-

-Puoi scriverlo, ti do il mio permesso- mi fece l'occhiolino.

-Va bene, Mr Wilde- gli sorrisi e all'improvviso mi resi conto che forse a lui avrei potuto raccontare l'irraccontabile –mi hai chiesto della cicatrice- mormorai.

-Non sei obbligata a raccontarlo se non vuoi- si affrettò a dire.

-Io te lo voglio raccontare- gli sorrisi. Non gli avrei detto tutto però, non avrei mai potuto dirgli che io e Amber un tempo eravamo amiche, che facevamo parte di un gruppo, che eravamo insensibili e crudeli. Non gli avrei detto che il reale motivo della cicatrice era il tentativo di Amber di punirmi perché non volevo più essere sua amica, perché ero stanca di lei e di ciò che faceva.

-Allora ti ascolterò- si sporse avanti e mi si avvicinò, come se volesse farmi coraggio.

-Vedi, è successo durante la gita scolastica- deglutii e inspirai, mi faceva male ricordare certe cose –abbiamo sorteggiato l'assegnazione delle stanze, io volevo stare con Abigail, ma le camere erano da tre, così siamo state divise... sono finita con Amber e con Grace, le due amicone, Amber era la reginetta della scuola, mi ha sempre odiata, diceva che non riusciva a capire come riuscissi a essere così magra senza fare nessuna dieta- mi sfuggì dalle labbra una risata isterica –mi sembra una cosa così stupida da dire adesso- e poi c'era tutto il resto. Amber che mi prendeva in giro per la mia timidezza. Amber che mi rimproverava perché parlavo con le altre ragazze, fuori dal nostro gruppo. Amber che pretendeva di scegliere i vestiti che avrei dovuto indossare.

Rapido Tyler avanzò e mi strinse a sé. Affondai il viso nel suo petto e inspirai il suo profumo. Lasciai che mi accarezzasse i capelli come si farebbe con un bambino. Mi tornò un po' di coraggio.

-Quel giorno sono state gentili, poi la sera sono uscite. Io sono rimasta in camera, sapevo che sarebbe successo qualcosa di brutto- sospirai –ed è successo... sono tornate, erano ubriache, mi hanno presa e...- non riuscivo a descrivere nel dettaglio la paura, le lacrime, l'odio, la rabbia, troppe emozioni tutte insieme –mi hanno fatto questa cicatrice con un coltellino, A come Amber, così mi sarei ricordata per sempre di lei-

-Orrendo- sussurrò Tyler, sincero.

Annuii. Non potevo descrivere tutto, non ci riuscivo. –Sono riuscita ad andarmene e ho bussato alla porta di Abigail, le sue compagne di stanza non erano ancora tornate, mi ha medicato lei e insieme abbiamo meditato vendetta; abbiamo bruciato la macchina di quella...- non terminai la frase perché il nodo che avevo in gola me lo impedì.

Tyler s'irrigidì. Alzai la testa e vidi qualcosa nel suo sguardo, ci misi un attimo a comprendere che era ammirazione. Avevo reagito.

-E poi Amber è scomparsa, non so dove sia finita, ma noi non c'entriamo nulla- non gli dissi ciò che io e Abby avevamo fatto. L'ultima lite con Amber, la sera stessa della sua scomparsa. Ero però sincera quando dicevo che non sapevo che fine avesse fatto. Non c'entravo nulla con la sparizione di Amber, ma da quando se n'era andata mi sentivo meglio. Potevo proprio dire che con Amber se n'era andato il peso che mi schiacciava il cuore.

-Lo so, non potrei mai accusarti di una cosa simile-

Sorrisi. –Grazie-

-Ho molti difetti, anzi, sono peggio del povero Heathcliff a volte... e non sono lontanamente simile a Mr Darcy, però io ci tengo a te e sono felice che tu ti confidi con me-

E restammo così, semplicemente abbracciati. La cosa più dolce che mi fosse mai successa.


NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti!

Cosa ne pensate?

Sono riuscita a pubblicare già oggi.

A lunedì ❤

Come il peperoncino sul cioccolatoWhere stories live. Discover now