GLI OPPOSTI SI ATTRAGGONO?

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TYLER

Pensare che non l'ho, sentire che l'ho perduta.

Sentire la notte immensa, più immensa senza di lei.

(Pablo Neruda) 


-Mi dispiace per Anne- mi disse Sam.

Annuii. Non sapevo esattamente perché glielo avessi detto, probabilmente avevo bisogno di confidarmi con qualcuno. Non riuscivo neppure a comprendere come si potesse sopportare tutto il dolore che stavo provando. Socchiusi un attimo gli occhi e mi parve di rivedere Anne quando da bambino mi rimboccava le coperte, dicendo che così i mostri dei miei incubi non sarebbero mai venuti a prendermi, che aveva controllato personalmente sotto il letto e dentro l'armadio. Era stata come una madre per me. Da quando si era sposata con mio padre, ovvero da quando la mia madre biologica se n'era andata da un giorno all'altro senza dare spiegazione, lei mi era sempre stata vicina, mi aveva sempre supportato, mi aveva sempre consolato.

-Andrai al funerale?- chiese Sam.

-Assolutamente no, lo sai che odio i funerali, tutta quella gente vestita di nero- sospirai, non ero neppure andato a vederla in ospedale dopo l'incidente in auto che l'aveva fatta finire in coma per più di un mese, non ne avevo avuto il coraggio –e poi il pianto non mi si addice-

-Sempre spiritoso-

-La mia peggiore colpa- sorrisi, non volevo più parlare di quello che era successo, era troppo doloroso, era come se avessi dentro una lama che continuava a ferirmi qualsiasi cosa facessi per evitarlo –Allora, cos'è questa storia della caduta?- chiesi, cercando di essere il meno inquisitorio possibile.

Sam aggrottò la fronte. Ci trovavamo nel grande salone della villa, con un cocktail in mano. Eravamo seduti su uno dei due divani rossi della stanza. Per terra c'era un tappetto blu. Era stato cambiato dall'ultima volta in cui mi ero trovato lì... da quella volta in cui Jessi aveva fatto cadere il suo bicchiere di vino. Rosemary era salita a parlare con Abigail e speravo che le loro chiacchiere sarebbero durate ancora parecchio, perché avevo bisogno di parlare con il mio amico e di chiarire alcune cose.

-Cosa vuol dire?- mi chiese, la voce tranquilla e il viso rilassato. Non aveva l'aspetto di un assassino.

-Diciamo che è un po' strano che lei sia caduta- bevvi un sorso, lo sguardo fisso su Sam per studiare ogni sua espressione.

-Ancora con quella storia?- lo sguardo di Sam brillò, il tono si alterò leggermente  –Ti ho già detto che non so che fine abbia fatto Jessica-

Certo, sosteneva quello e io avevo testimoniato il falso per difenderlo. ma la storia della caduta di Abigail non mi piaceva, un po' troppe disgrazie per una sola persona.

-Sapevi anche tu com'era Jessica, è sicuramente scappata chissà dove e ha voluto punirmi facendo credere a tutti che l'avessi uccisa, come in quel film- la sua voce lasciava trasparire la rabbia.

-L'amore bugiardo?- chiesi sarcastico.

-Esatto, proprio così-

Jessica non mi sembrava proprio il tipo capace di orchestrare una cosa simile. Inspirai, ricordando le liti a cui avevo assistito.

-Io amo Abigail, la amo veramente, non mi sono mai sentito così in tutta la mia vita, stare con lei è adrenalina pura- disse, un sorriso sulle labbra -io non sono come te, Tyler, non mi piace svegliarmi ogni giorno accanto a una donna diversa-

Ogni giorno una donna diversa? Stava decisamente esagerando, succedeva al massimo una volta la settimana o forse due.

-E non cambierò idea-

Come il peperoncino sul cioccolatoWhere stories live. Discover now