Capitolo 66

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Hope
<Sicuro che per te non sia un problema?>, domando ad Hayden per l'ennesima volta da quando ci ha chiesto di passare da casa sua.
<Quante volte me l'avrai chiesto da questo pomeriggio?>, chiede sorridendo mentre Sophie ormai tranquilla dopo aver fatto il giro della casa se ne sta seduta davanti al divano con in braccio il piccolo Marshmallow e guarda un documentario sugli animali alla televisione.
Inutile dire che commenta ogni piccolo particolare, spiegando tutto quello che vede al coniglio che sbadiglia e si accoccola sopra di lei.
<Scusami, è che...non lo so, mi fa ancora un po' strano>, rispondo andando in cucina dove Hayden sta preparando la cena.
<Lo so, anche per me è così>, ammette alzando le spalle mentre taglia i pomodori su una superficie in legno.
<Ciò mi fa stare più tranquilla>, mormoro ridendo legando i capelli con una pinza e mi lavo le mani.
<Posso aiutarti?>, chiedo indicando la cucina e tutto quello che ha preso da cucinare.
<Finisci di tagliare questi e poi taglia i cetrioli, io preparo la carne>, mi spiega ed annuisco soltanto mentre ci scambiamo di postazione.
<Questa mattina ho visto il tatuaggio>, dico mantenendo lo sguardo sui pomodori e sulla lama del coltello che ci passa attraverso.
<La scritta?>, domanda mentre massaggia la carne con un mix di spezie da lui preparato.
<Si, quando l'hai fatto?>, chiedo alzando uno sguardo solo per trovare il suo già su di me.
<Il giorno che ci siamo lasciati...avevo un appuntamento e non volevo disdire>, dice alzando le spalle per poi abbassare lo sguardo un secondo.
<Anche se questa scritta mi ricordava te, mi piaceva il significato...quindi non ci ho pensato due volte>, continua ed io sorrido spontaneamente.
<È molto bello>, mormoro tornando ai pomodori che taglio molto lentamente forse per non far finire questo piccolo momento tra noi due.
<Mi ha sempre ricordato un po' te, anzi...ho una cosa da farti vedere>, mi dice poi lavandosi le mani e afferrandomi per un braccio trascinandomi nella sua camera da letto.
<Che fai?>, domando cercando di non inciampare per la velocità con cui mi sta spingendo.
<Deve essere qui dentro>, mormora entrando nella sua camera ed iniziando a cercare in uno dei cassetti dell'armadio.
<Cosa esattamente?>, domando curiosa con le mani ancora un po' sporche e la curiosità che si fa spazio dentro di me.
<Quella cosa>, sussurra continuando a cercare tra i tanti vestiti.
<Se mi dicessi cosa, magari potrei aiutarti Hayden>, ribatto abbassandomi vicino a lui e puntando lo sguardo sulle sue mani dove adesso ha afferrato una piccola statuina.
<Ecco...>, sussurra aprendo bene il palmo della mano per farmi vedere esattamente di cosa si tratta.
La sirena che gli ho regalato quando è partito.
La sirena a cui tenevo tanto e che avevo regalato a lui affinché si ricordasse sempre di me.
La sirena.
Sirenetta.
<Non...ce l'hai ancora...>, sussurro volendola toccare ma le mani sporche me lo impediscono.
<Tante volte non nego di averla voluta buttare, anche perché solo sapere che l'avevo ancora non me mi faceva stare male, mi faceva ricordare di te>, mi spiega mentre io mi poggio con la schiena all'armadio e guardo ancora quel piccolo oggetto nella sua mano.
<Poi mi sono arreso al fatto che non l'avrei mai buttata>, conclude sorridendo e sollevando lo sguardo verso di me.
<Grazie>, mormoro mordendomi le labbra.
<Per cosa?>, chiede chiudendo il cassetto dopo averci riposto dentro la sirena.
<Per non averla buttata, per me è importante>, rispondo alzandomi in piedi per tornare in cucina.
<Credo che non l'avrei mai fatto a prescindere>, ammette seguendomi ma mi ferma proprio quando sto per aprire con il gomito la porta.
<Mh?>, mugugno voltandomi verso di lui e guardando la sua mano sul mio braccio.
<Aspetta un secondo...>, sussurra mettendo un dito davanti le sue labbra per farmi capire di stare in silenzio.
<Cosa succede?>, chiedo sussurrando e guardando la sua espressione di felicità.
<Solo un secondo>, dice afferrandomi per le spalle ed avvicinandosi a me.
<Lasciamelo fare>, mormora avvicinandosi così tanto da sentire il suo fiato sbattermi in pieno viso.
Fino a sentire il suono del mio cuore fino alle orecchie. Riempirmi il cervello e svuotarmi i pensieri.
Con entrambi le mani sale lungo il collo, lo accarezza e mi guarda negli occhi come se quello che stesse per fare lo aspettasse da tutta la vita.
<La cena...>, sussurro sospirando quando una delle sue dita preme contro le mie labbra e lui posa la fronte sulla mia.
<Un secondo...>, ribatte chiudendo gli occhi e spingendomi contro la porta.
Le mie mani sono stese lungo i miei fianchi e fremo dalla voglia di poggiarli sul suo petto o di incastrarle tra i suoi capelli.
Strofina il suo naso contro il mio ed io avvicino le mia labbra alle sue, sento i suoi respiri sul mio viso e sento ancora quel miscuglio nello stomaco come quando ci si innamora per la prima volta, come quando tutto avviene per la prima volta.
Posa delicatamente le labbra sulle mie, le fa scontrare con una leggerezza ed una lentezza che mi fa respirare a fondo come se per la prima volta venissi a conoscenza di cosa sia l'ossigeno, come se mi facesse capire che non possiamo e che non dobbiamo stare lontani.
Mi lascia un paio di baci a stampo, agli angoli delle labbra e al centro di esse; mi morde il labbro inferiore e lo tira verso di sé, lo lecca lentamente ed io mi alzo sulle punte...le unisce deciso, iniziando a muoverle contro le mie come un tempo, come sa fare lui...le unisce incastrando due pezzi di un puzzle che non si incontravano da tanto, due pezzi di un puzzle andato in pezzi e di cui adesso si sono ritrovati solo i due pezzi più importanti.
La sua lingua cerca la mia, gliela lascio trovare senza esitazione e si, mi ricordo di questi baci...questi baci che sono dati col cuore, questi baci che mi hanno creato dipendenza.
Afferra i miei fianchi e li avvicina al suo bacino facendo così scontrare i nostri petti e facendo scontrare i nostri desideri che adesso stanno andando oltre quello che potremmo fare.
<Dobbiamo andare di là...>, sussurro staccandomi da lui per riprendere fiato.
<Giusto...>, risponde sorridendo sulle mie labbra ma continuando a tenermi stretta.
<Apri la porta Hayden>, dico ridendo.
<Giusto>, ripete lasciandomi per aprire la porta e poter tornare in cucina.
<Sei una guastafeste>, mormora dandomi un pizzico sui fianchi.
<Cosa avresti voluto fare?>, chiedo ridendo mentre oltrepassiamo il salotto dove la piccola si è addormentata sul divano con il coniglio tra le sue braccia. Dorme anche lui.
<Non credo che sia qualcosa adatto ai minori>, risponde indicando la piccola.
Prende una coperta e la copre bene, lasciandole un bacio sulla fronte.
<Si è affezionata a te>, lo avviso sorridendo guardando la scena.
<Anche io, da quando l'ho salvata...non so, sapevo che c'era qualcosa in lei>, mi spiega alzandosi per tornare da me.
<I primi giorni mi parlava sempre di te, pensa che alla festa di beneficenza non voleva altro che farci conoscere>, dico tornando in cucina dove ancora tutto è rimasto come lo avevamo lasciato.
<Penso che abbia fatto bene ad insistere>, ammette ridendo.
<Suo padre lavora nel tuo settore?>, mi domanda iniziando a scaldare la padella.
<No, lui è un imprenditore>, rispondo iniziando a tagliare i cetrioli.
<Ci siamo conosciuti ad una festa di compleanno del nipote...abbiamo iniziato a frequentarci e sai, pensavo davvero che lui fosse l'uomo per me, lo pensavo perché quando ero con lui tu non c'eri quasi più nei miei pensieri>, continuo non alzando lo sguardo dalle mie mani.
<È una cosa bella, per me>, afferma dandomi una leggera spinta per farmi sollevare lo sguardo.
<Non puoi pretendere da te stessa di sentirti in colpa>, mi dice lasciandomi un bacio sui capelli.
<Volevo per Sophie un padre che le volesse bene e non un uomo che è scappato senza nemmeno avere cura di una cosa così importante>, mormoro con un po' di sensi di colpa.
<Non è colpa tua, e...ed io sarei felice di...cioè se tra noi le cose dovessero andare bene, io...io sarei felice di essere suo padre>, balbetta con un po' di titubanza.
<Hayden...>, sussurro sorridendo.
<Mi farebbe felice>, afferma accarezzandomi una guancia per poi lasciarmi un tenero bacio sulle labbra.
<Sarebbe perfetto>, mormoro sorridendo quando mi abbraccia con una mano e posa il viso vicino al mio collo.
<Sarebbe speciale>.

<Sicura di non voler svegliare Sophie per farla cenare?>, mi chiede Hayden mentre sparecchio la tavola.
<Non prenderebbe più sonno e ci farebbe stare alzati tutta la notte>, rispondo aprendo il lavello per iniziare a lavare le stoviglie.
<Ci farebbe...>, sussurra ed io sobbalzo non avendo fatto caso alle parole dette.
<Nel senso che...cioè, se si sveglia poi io...>, balbetto mantenendo lo sguardo sull'acqua che mi bagna le mani.
<Nel senso che vorresti restare qui di nuovo?>, mi chiede affiancandomi.
<No, io...>, rispondo guardando le sue mani che si posano sul marmo del lavello.
<Resta>, afferma incrociando i piedi e guardandomi dal suo metro e ottanta.
<Va bene>, mormoro annuendo.
<Non sapevo che fossi diventata così timida in cinque anni>, mi dice ed io continuo a lavare le stoviglie.
<Non sono timida>, ribatto mentre lui prende uno strofinaccio per asciugare tutto.
<Fai fatica anche a guardarmi, a volte>, precisa ed io alzo subito gli occhi verso di lui che mi guarda già.
<È solo che...non so>, mormoro senza riuscire a dare una risposta decente.
Ma che mi prende?
<È solo che sono più bello e non riesci a guardarmi...che fascino>, dice ridendo mandando il suo ego di sopra le stelle.
<Che stupido>, ribatto ridendo.
<Finito>, affermo asciugandomi le mani e voltandomi verso Hayden che è poggiato al tavolo e mi fissa.
<Sei bellissima>, dice tendendomi la mano che afferro senza pensarci.
<Sei un ruffiano, come allora>, rispondo avvicinandomi a lui posando le mani dietro il suo collo e lui mi afferra i fianchi.
<Se non ci fosse la piccola, ti bacerei ovunque Hope>, mormora facendo salire una mano lungo tutta la schiena.
<Non te lo lascerei fare>, ribatto e lui mi afferra dal retro del collo sorridendo alla mia risposta.
<Mh mh>, mugugna chiudendo gli occhi e piegando la testa di lato quando gli stuzzico le orecchie e la nuca.
<Non ci credi nemmeno tu, Hope>, sussurra.
<In effetti no...>, dico baciandogli il collo.
<In effetti potremmo andare in bagno>, continua sussurrando mentre io salgo fino al mento ed incontro le sue labbra.
<Smettila>, mugugno afferrandogli il viso a coppa tra le mani.
<Lo voglio>, precisa guardandomi negli occhi così intensamente che riesco a specchiarmici dentro.
<Anche io>, affermo quasi stregata.
<In bagno>, ripete facendo scendere le mani verso il fondoschiena.
<No>, mormoro ridendo.
<In camera da letto>, propone sorridendo.
<Sei matto>, dico tra un bacio a stampo ed un altro.
<Mamma...>, sento chiamarmi da Sophie.
<Per fortuna non sei nuda>, precisa Hayden mentre mi segue in salotto.
Sophie sta dormendo, credo che stia facendo un sogno.
<Portala in camera da letto>, mi dice l'uomo alle mie spalle.
La prendo in braccio e lei mugugna qualcosa di incomprensibile.
<Marshmallow>, mormora aprendo di poco gli occhi.
<Lo porto io>, afferma Hayden ridendo.

Quando la poso sotto le coperte, lei si chiude subito a riccio e si accoccola stringendo il coniglio tra le braccia.
<Marshmallow>, sussurra ed io sorrido.

<Vieni>, mi dice Hayden afferrandomi la mano.
<No>, ribatto sapendo perfettamente cosa vuole fare.
<Non vuoi vedere un film?>, mi domanda fermandosi davanti al divano.
Non era proprio quello che avevo in mente.
<Oh...eh, si certo>, rispondo sedendomi e lui ride.
<A cosa stavi pensando?>, mi chiede mentre cambia canale un paio di volte.
<A niente, niente>, rispondo dandogli una leggera spinta.
<La tua testolina stava pensando a qualcosa di poco casto?>, continua ed io alzo gli occhi al cielo.
<Per nulla>, rispondo incrociando le braccia al petto.
<Non avrei nulla in contrario se tu...>, mormora lasciando la frase in sospeso.
Mi afferra la mano e mi attira verso di sé, finendo entrambi sdraiati sul divano.
<La prossima volta>, rispondo posando il viso nell'incavo del suo collo.
<Ti amo, Hope>, mormora d'un tratto.
<Ti amo...e credimi se ti dico che sei l'unica donna in grado di farmi felice, l'unica con cui riesco a ridere senza pensarci, l'unica con cui riesco ad essere me stesso, l'unica con cui...l'unica con cui vorrei passare il resto della vita...e non sono perfetto e magari tu vorresti un uomo diverso al tuo fianco...ma io ti amo e se anche tu provi qualcosa del genere...ti prego dimmelo, perché non riesco più a far finta che non sia così...non riesco nemmeno più a tenerlo per me...non voglio>, dice con le mani tra i miei capelli mentre io lo guardo negli occhi scuri che mi parlano col cuore.
<Ti amo anche io, penso di non aver mai smesso Hayden...penso di...penso che tu possa essere un papà perfetto per Sophie ed un compagno perfetto per me>, mormoro baciandolo.
<Questo vuol dire che noi siamo fidanzati?>, mi domanda accarezzandomi il viso.
Annuisco.
<Abbracciami>, sussurra stringendomi per i fianchi.
<Ti amo>, sussurro lasciandogli un bacio sul collo.
<Ti amo Sirenetta>.

Fine•

Freie Seelen Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang