Capitolo 2

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Finalmente, Levi intravide l'aeroporto all'orizzonte. Erano le sette del mattino e il moccioso doveva atterrare verso le otto e mezza. Conoscendo la puntualità dei mezzi di trasporto non ne era poi così convinto.
Hanji lavorava al suo portatile. Quel giorno, non era potuta andare a scuola, quindi doveva portarsi avanti con gli impegni della mattinata.

Voltarono verso il cartello su cui era scritto a lettere cubitali "AEROPORTO" su uno sfondo verde, e imboccarono la corsia di sorpasso.

Il sole rimaneva nascosto dietro alle colline offrendo al moro un breve sollievo dai raggi fastidiosi.

Distinguevano alcuni aerei atterrare in lontananza, sparendo dietro l'edificio e lasciandone partire altri. Quest'ultimo non aveva un stile così moderno visto da fuori, anche se l'avevano costruito da poco. Era un aeroporto internazionale, oltre a aerei pubblici ospitava anche cargo di piccole dimensioni e, in caso di emergenza, era attrezzato per l'atterraggio di mezzi militari. La sua posizione geografica e l'enorme superficie su cui era costruito, davano vantaggi e proficui risparmi economici.

La bruna alzò lo sguardo, rendendosi conto di essere quasi arrivata a destinazione. Si guardò intorno notando alcune macchine nell'altra corsia che andavano dalla parte opposta alla loro. Hanji sospirò con un sorriso e chiuse il portatile riponendolo nell'apposita custodia. A stento conteneva l'entusiasmo e ridacchiava tra se e se.

Levi era tutto il contrario. L'unica cosa che gli interessava era dormire.

Entrarono dopo aver pagato l'entrata e atteso qualche secondo alla barra mobile. I parcheggi erano pieni e dovettero vagare per mezz'ora per trovare un posto. Cavolo, avevano deciso di partire tutti quel giorno?

Sistemò la macchina non molto lontano dall'ingresso. Dopo cinque ore di viaggio le gambe si erano indolenzite e, appena il moro poggiò i piedi a terra, si stiracchiò verso il cielo ormai illuminato dal sole del mattino. I raggi si riflettevano sui vetri che rivestivano l'aeroporto creando graziosi luccichii sull'asfalto. Sullo sfondo, alcuni uccelli, volavano intorno all'edificio. Non vi era traccia di nuvole e il vento rinfrescava il posto. Non male.

Hanji saltò letteralmente fuori, rischiando di colpire la vettura accanto alla loro con la portiera - Bene sono le otto! Perfettamente in orario! - disse impaziente, intanto guardava l'orologio al polso. Levi chiuse e inserì l'antifurto con il telecomando automatico. Raggiunse la bruna che era andata più avanti.

Superarono la marea di gente che entrava ed usciva. Molti di essi avevano grandi borsoni e valigie, altri semplici tracolle.

Hanji sorrideva e canticchiava. Sembrava una bambina che stava per ricevere un giocattolo nuovo. Alcuni si voltarono a guardarla mentre faceva un giro su se stessa. Levi camminava dietro di lei facendo finta di non conoscerla. Tutto pur di non essere scambiato per un imbecille come quella. Anche quello era uno dei motivi per cui non voleva accompagnarla in luoghi pubblici.

L'interno non era diverso dall'estrinseco. I muri grigi e il soffitto bianco, incorniciavano quello che doveva essere l'enorme ingresso, in cui spiccavano pilastri cementati al centro della sala che sostenevano l'intero edificio. Alcune poltroncine blu, erano sistemate dietro ai vari banchi d'accettazione collegati in linea retta e a intervalli regolari, davanti alle numerose porte in vetro.

Hanji si diresse da una delle receptionist. Ovviamente quella con il minor numero di persone in coda. Al suo turno, espose i fogli per il trasferimento che vennero verificati immediatamente al computer. La bionda gli fece un sorriso e gli restituì i documenti una volta confermati. Levi osservava il tutto da lontano. Si stupì di quanto fossero diverse quelle due. La segretaria sembrava appena uscita da una pubblicità dell'Alitalia, con il suo completino blu attillato e lo chignon perfettamente in ordine sul capo. Hanji non prestava la minima attenzione al modo in cui si presentava agli occhi altrui. Camicia bianca fuori dai jeans strappati alle ginocchia e paperine nere erano il massimo della sua eleganza. Un po' da maschiaccio se vogliamo riassumere il suo stile.

Our crazy psichotic love_Attack on titan_Yaoi 18_LevixEren Riren Ereri ErenxleviWhere stories live. Discover now