Capitolo 13

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Non sapeva quanto la temperatura si fosse alzata quel giorno. In realtà  aveva poca importanza.

Nemmeno le finestre spalancate e il ventilatore riuscivano a dargli un po' di sollievo, senza contare che non portava i pantaloni ma degli shorts.

Aveva ancora un cerotto sulla guancia a causa di quella rissa finita male, eppure riusciva a dargli fastidio ed aggravare ancora la sua situazione facendolo sudare il doppio.

Restava seduto per terra con la faccia piantata davanti alle pale azionate e portate al massimo della loro velocità. Con la testa seguiva il loro movimento.

Destra, sinistra. Destra, sinistra.

Non era andato a scuola perché quella notte s'era sentito male. I calci dati al suo stomaco, avevano lasciato dei leggeri danni perenni.

Ma tutto questo gli dispiaceva ben poco: svegliarsi all'ora che più gli andava a genio, andare a fare brevi passeggiate in paese, rimanere a casa con Levi...

Poteva abituarsi a tale routine.

Il moro arrivò in quel momento, con due bicchieri d'acqua fresca in mano. Ne porse uno al ragazzo che si volse per ringraziarlo.

Portava una canottiera nera con scollo a "V", erano le sue preferite. Ne aveva molte di quel genere nell'armadio, tutte rigorosamente nere. Arrossì un poco vedendo il suo petto mezzo scoperto.

Si sedette accanto a lui. Come Eren, aveva un leggero strato di sudore sulla fronte e sospirò contento davanti all'aria fresca del ventilatore.

Diamine, un caldo del genere era impensabile. Non avevano nemmeno passato Maggio e già  sembrava tempo da spiaggia.

Spiaggia... non sarebbe male - Sto crepando... - ansimò il ragazzo mentre si rinfrescava il volto con il bicchiere ghiacciato.

Levi annuì senza dare una risposta concisa. Aveva troppo caldo per parlare.
S'era fatto tre docce quella mattina, e ancora si sentiva appiccicoso e sudato. Odiava il caldo afoso.
Perchè non esistevano più le mezze stagioni?

Guardò fuori dalla porta finestra in cucina, spalancata visto che il ventilatore non bastava nemmeno per metà  a rinfrescare la stanza.

La casa dei vicina era particolarmente piena di vita, forse il figlio compiva gli anni. Vedeva correre dei bambini nel giardino e giocare con la pompa dell'acqua. Beati loro.
Il quartiere era saturo delle loro risate e, essendo su un terreno più rialzato rispetto alla loro abitazione, riusciva a scorgere oltre la siepe quelle pesti andare da una parte all'altra del cortile.

Sbuffò mentre si sdraiava sulle gambe del ragazzo senza il minimo preavviso. Non erano fresche anzi, sembrava di stare appoggiati su dei sassi al sole... ma amava sentire il giovane corpo irrigidirsi dall'imbarazzo.

Infatti, le sue guance erano rosse come dei pomodori e lo sguardo sviato da tutt'altra parte che non fosse sulla sua persona - Fa caldo, alzati - disse, come se gli desse fastidio quella situazione...

Levi si girò su un fianco dando le spalle ad Eren e ignorando totalmente le sue lamentele. Mise una mano sulle sue cosce e iniziò ad accarezzarle dolcemente.

Sorrise lasciandolo fare.

I giorni passavano e riusciva a sopportare sempre più il tocco del moro. Non credeva ci sarebbe mai riuscito.

Era anche grazie alle attenzioni di quest'ultimo, sempre lente ma costanti. All'inizio le pacche sulle spalle, poi i baci sulle guance, le carezze sui polsi... via via maggiormente intime.

Ovviamente, anche il ragazzo si era aperto con Levi. Ad esempio, prima non si sarebbe mai sognato di abbracciarlo invece ora lo baciava sulle labbra quasi d'istinto.

Our crazy psichotic love_Attack on titan_Yaoi 18_LevixEren Riren Ereri ErenxleviWhere stories live. Discover now