Capitolo 7

37 3 2
                                    

Era arrivato quel giorno.

La pioggia scendeva fitta.
Piccole pozzanghere infestavano i bordi delle strade e i pochi passanti dovevano stare attenti alle macchine che rischiavano di inzupparli da capo a piedi.

La città era quasi deserta, gli unici rumori percepibili erano i ronzii delle insegne a neon che lampeggiavano a intermittenza e qualche tuono che squarciava la quiete dell'orizzonte.

Sembrava che il tempo rispecchiasse l'umore della ragazza che camminava spedita per le piccole vie, schiacciate tra alti edifici di vetro e metallo.
Stretta nella sua felpa scura, con il cappuccio calato sul volto e le sneakers piene d'acqua.

Non aveva permesso a Dabi di accompagnarla, non voleva nessuno con sé perché non esisteva persona al mondo che potesse alleviate il suo dolore. Inoltre, dalla sera in cui avevano litigato non si erano parlati molto, Dabi era diventato freddo e distaccato come se fosse successo qualcos'altro tra di loro che lei ignorava.

Arrivò al cimitero che era completamente zuppa, infreddolita ed esausta per il lungo digiuno che l'aveva accompagnata dalla sera prima.

Ed eccola lì.

Nascosta tra le altre lapidi piene di fiori e cianfrusaglie varie.

Era stata lei a scegliere la foto, Mitsuko sorrideva felice, una corona di rose rosse le incorniciava il capo; ricordava perfettamente il giorno in cui era stata scattata. Dovevano festeggiare l'anniversario di matrimonio dei suoi genitori in un ristorante bellissimo, ma il cattivo tempo aveva impedito all'aereo del padre di partire. Nonostante tutto Mitsuko non si fece scoraggiare, organizzò una bella cena a casa e al posto dove di solito si sedeva suo marito posò il cellulare acceso sulla videochiamata con lui.

Alla fine passarono una bellissima serata, (Nome) passò tutto il tempo a sfottere il padre dicendo che il suo cibo era più buono di quello dell'aeroporto. Era il tempo in cui lui tornava ancora a casa per i weekend.

Quella corona di fiori era stato il suo regalo per la madre, l'ultimo che riuscì a farle.

Mitsuko Okamoto
1977-2020
'Ad un'eroina che non aveva bisogno dei superpoteri'

(Nome) posò l'unica rosa che aveva comprato sul terreno umido di pioggia, poi accarezzò con affetto il punto in cui era inciso il nome della madre.

A volte le sembrava ancora di sentire il suono della sua risata quando si sedeva a guardare i nuovi episodi della serie tv che seguivano insieme o il profumo dei piatti che amava cucinare - una delle qualità che (Nome) non aveva ereditato da lei.

"Ciao mamma" Le tremò la voce, "lo so che dovrei venire a trovarti più spesso, ma non sono forte come credevi tu. Ogni volta che vedo la tua lapide è come se le costole mi schiacciassero i polmoni: mi manca il respiro. Ancora stento a credere che tu mi abbia lasciato così presto, prima di insegnarmi come si mette in ordine la casa, prima di mettermi in guardia dai ragazzi che avrei frequentato, prima di vedermi diventare quella che sono"

Fece una pausa, cercando di trattenere le lacrime. Le veniva difficile persino parlare. "Non sono diventata la persona che tu speravi, forse sono tutto il contrario. E forse ti vergogneresti di me in questo momento: sto tradendo tutte quelle persone che mi hanno accolta a braccia aperte e ho preso una strada non proprio onorevole. Papà ovviamente non ne sa niente, anche se non credo gliene importerebbe niente a prescindere. Oh, Dabi è tornato sai? È diventato ancora più alto e si diverte a guardarmi dai suoi trenta centimetri in più, non è cambiato per niente e riaverlo nella mia vita è una delle poche cose belle che mi sono capitate da quando tu non ci sei più"

~Cuore scheggiato~ mha // Characters X readerWhere stories live. Discover now