Capitolo 37: Aria fresca

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Mi sono ripromessa di fare le cose per bene da oggi in poi, di cercare a trovare anche dei lati positivi lì dove sia possibile.
Passo la mattina del mio tanto atteso giorno di riposo a sistemare qua e là le stanza di casa mia, concludendo poi con una lunga vasca calda lasciandomi cullare dalla musica in sottofondo mentre una dolce schiuma ricopre ogni parte del mio corpo.

Ho promesso a mia madre che sarei andata insieme a lei a fare un giro al centro commerciale proprio come ai vecchi tempi, così mi sbrigo velocemente dandomi una sistemata ai capelli e rendendoli un po' mossi sulle punte. Sotto una giacca blu pastello indosso una blusa azzurra con piccoli pois bianchi portandola dentro la cinta dei pantaloni grigio cenere, un filo di trucco in viso giusto per coprire le occhiaie ed infine un rossetto nude sulle labbra completa il mio trucco giornaliero.

Passo davanti la casa che da mesi ormai è occupata dai miei genitori, per prendere mamma che in meno di due minuti sbuca fuori con un meraviglioso sorriso smagliante ed i suoi capelli biondo cenere che svolazzano al vento.

«Pronta per una bella giornata insieme?» Mi lascia un caldo bacio sul viso prima che io metta in moto, dirette verso il centro commerciale alle porte della città. Ho optato per quello più distante possibile dal fulcro della routine che mi circonda, vorrei per un attimo fingere di essere in un luogo lontano e sconosciuto.

«Prontissima, ho proprio bisogno di un po' di shopping dopo tanto tempo.» Mamma cauta, rimane in silenzio beffandosi dolcemente di me. «Guarda che puoi anche rispondere eh, so già che Laura ti ha detto tutto, mi ha scritto stamattina.» Confesso pronta ad abbattere ogni barriera ancora prima che possa nascere stavolta. Ѐ inutile continuare a difendermi da un problema che invece non esiste, so che loro sono sempre dalla mia parte, anche quando do di matto.

«Oh, mia figlia che sputa il rospo senza lasciarmi neanche parlare. Che onore piccola mia, mi stupisci!»
«Io ci sto davvero provando a fare le cose diversamente mamma, magari puoi darmi una mano invece di punzecchiarmi, no?» Le sorrido dolcemente sapendo quanto lei sappia essere comprensiva ogni volta che le paleso di aver sbagliato qualcosa.

Arriviamo al centro commerciale dopo più di mezz'ora di traffico, oggi sembra che in molti abbiano avuto la nostra stessa idea di scappare via dal centro città. Le strade sono piede di auto con famiglie spensierate, oltretutto oggi è anche sabato.

Dopo un paio di giri per trovare parcheggio, cominciamo la nostra ricerca senza troppe pretese verso i reparti di abbigliamento, nei quali lei trova subito dei maglioni di suo gradimento ed io cerco un paio di gonne per il lavoro.

«Prova questa qui vediamo un po'.» Sbuca la sua testa entusiasta dentro il mio camerino reggendo una gonna lunga bordeaux con uno spacco sul lato sinistro vertiginoso.
«Non credo che per l'ospedale possa andare bene, mamma.» La rimprovero bonariamente sapendo già dove voglia andare a parare.
«Non avevi detto di voler staccare un po' la spina tesoro? Che c'è, vuoi vivere solo dentro quelle mura?»
«Ok, ok, dammi qui la provo - dopo aver afferrato il pezzo di stoffa, noto la sua testa rimanere fissa nel punto in cui si trovava - Perché non vai a farti un giro?»
«Eh no bellezza, poi mi dici che non ti sta bene senza neanche farmi vedere. Non mi muovo proprio.»

Esasperata ma felice finalmente, dopo tanti giorni di solo stress, acconsento alla sua richiesta indossando velocemente la gonna davanti al suo sguardo meravigliato e soddisfatto.

«Vedi? Avevo proprio ragione, ti sta così bene!»
«Dici mamma, sei sicura?» Continuo a fissare il mio corpo riflesso allo specchio cercando di essere il meno critica possibile per una buona volta nella mia vita.
«Io dico che te la prendo io. Così non hai più scuse, stai un incanto amore mio non ti fare paranoie che non esistono.»

Il pranzo scorre velocemente dopo aver finito il nostro giro, siamo pronte per metterci in cammino e ritornare ognuna a casa propria.

«Resterete ancora per molto qui mamma?»
«In realtà non saprei. Credo che tuo padre si sia messo in testa di trasferirsi qui, sai?»
«Davvero?! Ma non era lui che aveva bisogno della sua caotica città a tutti i costi?» Sorrido felice di questa sorpresa, sperando che possa avverarsi il più presto possibile.
«Ha cominciato a fare qualche battuta a riguardo, sai credo proprio che stia iniziando ad ammettere di essere invecchiato. Poi le cose sembrano essere migliorate rispetto a quest'estate e ovviamente ci siete tu e Diego qui.»
«Beh, la città è meravigliosa nonostante il periodo tremendo che sembra ormai passato quasi del tutto. Il lavoro della polizia è stato incredibile ormai li hanno presi quasi tutti.»

«Già, ho seguito molto la cronaca ultimamente – ruota il suo viso su di me, mentre guido diretta verso casa sua – lei come sta?» Mi aveva stupito il fatto che dopo più di cinque ore insieme non avesse ancora chiesto di lei.
«Ѐ uscita ieri dall'ospedale, ho sentito il suo collega stamattina ma non ha notizie neanche lui. Pare che non voglia rispondere ai messaggi.»
«Sua sorella l'hai sentita?»
«No, sinceramente vorrei dar loro un po' di tempo.»
Annuisce flebilmente chinando il capo mentre mi accosto davanti casa.

«Mamma sta tranquilla ok? So di avervi nascosto tutto inizialmente, ma adesso va meglio davvero. Mi sento un po' meglio, dovrò solo farci l'abitudine.»
«Mi fido di te tesoro, sai dove trovarmi comunque.» Ci lasciamo così con un lungo abbraccio che sa di vero amore, quello che solo una mamma sa darti con tutto il suo cuore.

Prima di rientrare in casa, posteggio l'auto nel vialetto e decido di fare altri due passi davanti la spiaggia osservandone i contorni crespi dall'acqua.
L'aria è davvero fresca oggi, si sente ormai che il sole non ha più lo stesso calore che aveva fino a qualche settimana fa. Inspiro a pieni polmoni questo profumo di natura, di sale ed alghe, lasciando che il mio corpo si poggi su una roccia orfana lungo la spiaggia.

Mi lascio beare da questo paesaggio, sperando che diventi una routine per me poter passare da qui senza gente in giro pronta a farsi la guerra. Senza più sparatorie e corse verso l'ospedale.

Vorrei abituarmi alla pace, vedere le cose mutare sotto i miei occhi senza paura che diventino qualcosa di pericoloso e spiacevole. Vorrei iniziare di nuovo ad avere fiducia verso il prossimo.

**nuovo messaggio**
Eva:
- Dovresti parlare con Elena, al più presto possibile, per favore.

Questo breve messaggio infrange la tranquillità che stavo cercando di ottenere, ma smuove in me qualcosa.

- Va tutto bene?

Invio.
La sua risposta non tarda ad arrivare e un sorriso impaurito sbuca fuori dal mio volto.

- Ha trovato qualcosa. Continua a chiedermi se avesse una relazione con qualcuno. Decidi tu, o le parli al più presto o dovrò farlo io, non so proprio che fare.

- Cosa ha trovato? Te l'ho detto, lo farò presto. Dammi solo qualche giorno.

- Non ha intenzione di dirmelo, sai bene com'è fatta! Vera io tra un paio di giorni devo tornare a Milano, le lezioni sono già iniziate e non posso perderne altre. Ti prego, non lasciarmi partire così.

Giusto, come ho fatto a non pensarci prima? Era ovvio che Eva sarebbe dovuta tornare all'università il più presto possibile. Lo avevo completamente rimosso e non oso immaginare come dovrà sentirsi in questo momento consapevole di dover lasciare sua sorella in questo stato. Le mando un messaggio veloce per rincuorarla, cercando di farla sentire un pizzico meglio, ma la verità è che quella che adesso comincia davvero ad agitarsi di nuovo sono io.

***

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