Capitolo 1: Strano incontro.

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Il sole è sempre così forte a mezzogiorno, non importa che sia Marzo o Agosto qui, quando spunta sopra le nostre teste si fa sentire con prepotenza scaldando tutto e tutti.

Non sono abituata ancora molto a questo clima quasi tropicale, mi sono trasferita in questa città da quasi due anni. Essendo un primario del pronto soccorso non ho molto tempo per godermi questo cambiamento climatico né questa terra, il più delle volte indipendentemente dal tempo fuori infatti indosso un camice bianco rinchiusa in quattro mura d'ospedale.

Non ho scelto questa città, almeno non inizialmente.
In compenso però mio fratello vive qui da più di 5 anni, si è sposato e fa il veterinario, sicuramente lui ha molto più tempo di me per girare la città a spasso con la moglie, Laura, e i loro amabili cani.

Il mio quartiere è immerso nella natura, il verde si interrompe solo per dare spazio alle scogliere a picco sul mare e le meravigliose spiagge bianche.
Ha tutte le potenzialità per essere un paradiso terreno.
La bellezza del mare e i paesaggi rurali, riescono a conferire una serenità a questa terra, così discussa ogni giorno.

Non sono abituata a questa diversità paesaggistica, la mia città natale era molto diversa: grigia e piatta disturbata solo da qualche clacson in lontananza. Qui, invece, il rumore delle onde spezza l'asprezza della società.

Sembra che quel sole, che tanto arde su quest'isola, si sia dimenticato di conferirle anche un po' di allegria. Ma non è sempre stato così, o comunque, sicuramente non posso dire che quando arrivai qui si viveva benissimo, quantomeno vi era una maggiore spensieratezza.

Fa davvero caldo oggi, decido di raccogliere in un'ordinata ed elegante acconciatura i miei capelli biondo ramato, sono abbastanza ribelli stamattina, ondulati proprio come le onde che infrangono le coste davanti casa mia.

****
La giornata al pronto soccorso passa come sempre velocemente, tra un paziente e l'altro rimango sempre più stupita di quanto sia pericolosa questa città: arrivano troppi pazienti vittime di risse aggravate o colpi di proiettili.

Ogni giorno ne vediamo davvero di tutti i colori: è un totale caos, tutto allo sbaraglio.
Solo una cosa mi spinge a non andare via ed è proprio la passione che ho per il mio lavoro, a volte riesco ad ossessionarmi dai casi clinici che incontro durante le mie giornate chiedendomi per giorni i motivi delle loro ferite.

Menomale che c'è lui stasera, mio fratello Diego, con la moglie ad aspettarmi al nostro pub preferito pronti a bere e farmi dimenticare tutti gli orrori visti durante il turno.

Diego è bellissimo, ha gli occhi verdi di mamma, e i capelli biondi che entrambi abbiamo preso da papà, lui è più grande di me di 5 anni ma sembra sempre che la più grande sia io, fin da adolescenti lo coprivo dai nostri genitori quando combinava qualcosa.

Sono contenta che abbia trovato una donna come Laura, che sa cullare l'eterno bambino che c'è in lui nonostante l'aria da grande uomo, sono proprio una coppia stupenda, complementari ed affiatati come davvero pochissime.

Mi affretto ad entrare al locale e una volta adocchiata la coppia, saluto entrambi calorosamente con un abbraccio di gruppo .
«Tesoro, che splendore che sei! Non capisco come fai a vedere sangue e budella tutti i giorni ed essere radiosa così! Io bado a 3-4 classi al giorno di adolescenti impazziti e mi riduco uno straccio ogni giorno!»

Ridiamo tutti a quella battuta, lei fa l'insegnante al liceo statale, ogni giorno torna a casa esausta a causa dei ragazzi troppo indisciplinati.

«Ecco perché preferisco stare con gli animali...l'ho sempre detto che sono i migliori!»
Sorride lui, dolce e deciso come sempre, con un riccio che gli scende sulla fronte.

«Due calici di vino bianco per le signore e una Beck's per me, grazie» Dice lui rivolgendosi al barista che si affretta a servirci.
«Hai sentito la mamma? Arrivano domani sera ma io farò il turno di notte, tu riesci a prenderli in aeroporto o mando un taxi lì?» Chiedo prendendo il calice che il barista aveva già accuratamente preparato sul balcone.

«Tuo fratello mi porta a cena fuori sul lungo mare domani sai?» Ammicca mia cognata e poi continua: «così dopo andiamo noi a prenderli, non preoccuparti tesoro!»

«Benissimo mi sembra un'ottima idea, un po' di romanticismo non fa male ogni tanto mio caro!» lo prendo in giro come nostro solito e ovviamente non manca la sua controbattuta.
«Ah sì? Sei proprio tu a dirlo?? Dio...non ti vedo con una ragazza dagli anni della pietra, Vera!»
«Non è vero! L'ultima è stata...» Mi interrompe lui immediatamente: «Ahh lo sapevo!! Non lo ricordi nemmeno più! Il caso è chiuso hai bisogno di scopare!» Sghignazza lui nascondendosi sotto il collo della bottiglia di birra per paura di una mia reazione.

«DIEGO!» Diciamo in sincro io e Laura tirandogli due piccoli cazzotti.
«Cosa c'è?!»
«Non ho tempo di avere un cane pensa per fidanzarmi...non ho ancora girato per bene questa città.»
Mi arrendo lasciando quasi trasparire un filo di malinconia nelle mie parole.

Continuiamo a parlare scherzando e ridendo come tre ragazzini, adoro il legame che c'è tra noi. Nonostante io e Laura ci frequentiamo davvero solo da quando anche io mi sono trasferita qui, mi sembra ormai di conoscerla da una vita. Non so che farei senza di lei, è diventata la mia miglior amica, la mia più intima confidente.

«Vado un attimo in bagno piccioncini.» Ne approfitto, mentre i due si baciano come due adolescenti alla prima cotta, per dirigermi in bagno dove trovo una donna di spalle poggiata contro il muro che respira grossolanamente come a voler riprendere fiato dopo una lunga corsa. «Va tutto bene? Ha bisogno di una mano?» Nessuna risposta.

Mi avvicino ancora un po' e mi metto al suo fianco ma non riesco ancora a vederla bene. «Sono un medico, se c'è qualcosa che posso fare per lei...»

Si gira verso di me e finalmente riesco a scorgere il suo viso visibilmente scosso e molto provato ma almeno non mi sembra essere troppo ferita.

«Va tu-tutto bb-bene, grazie.» Dice lei con un filo di voce alzando lo sguardo verso di me, ha uno sguardo perso, sembra sofferente non solo sopraffatta. Due occhi grigi mi stanno guardando cercando di rassicurare più se stessa che me, nonostante il suo momento non esattamente roseo, non posso che notare la sua straordinaria bellezza.

«Se ha bisogno di una mano, mi dica pure ok?» Cerco di rassicurarla e noto uno strano segno lungo il perimetro del suo collo. Mmmh...Dovrei chiederle come mai quel segno e perché sia ridotta così? Scuoto la testa al pensiero che mio fratello ha davvero ragione quando dice che io sia fortemente ossessionata dal mio lavoro.

«Ci si vede in giro eh. Grazie!» È già sgattaiolata via senza farmi giungere a nessuna conclusione, con la porta che si richiude rapida alle sue spalle.
Che strano non ho mai visto due occhi così, di quel colore e con quella intensità, sono sicura che non dimenticherò facilmente quello sguardo.

«Dio ci hai messo una vita! Stavo sperando avessi fatto conoscenza in bagno con qualche bella donna...» Noto divertita come stia aspettando quasi una mia conferma, così nego scuotendo la testa e sorridendo fingendomi inorridita dalle sue parole.

«Va bene va bene, la lasci stare adesso eh? Non potevi essere il classico fratello maggiore geloso?» Mi difende Laura.
«Io le voglio bene, voglio il meglio per lei.»
Alza platealmente le mani mimando un gesto che richiama il sesso, Dio è così infantile quando vuole.
«Ah-ah. Sei davvero simpatico.»
Decido di non dare troppo peso alle sue parole ma continuo a sorridere per non far notare il mio stato d'animo ancora un po' scossa dall'incontro, quasi furtivamente sono alla ricerca di quella donna...ma niente.
Non si vede da nessuna parte, che sia già andata via?

«Terra chiama Vera! Ci sei ? Ti va un altro bicchiere?» Mi chiede Diego mentre scuote una mano davanti il mio viso.
«Mmm no, credo che adesso andrò a riposare, sono veramente stanca. Salutatemi mamma e papà ok??» Dico mentre mi alzo dallo sgabello.

«Che noia che sei! Dammi un bacio sorellina, mi raccomando fa attenzione quando torni a casa.»
Li bacio e mi dirigo in auto velocemente, mi rassereno come una bambina guardando il cielo stellato meraviglioso. Pensare che questa città è così bella ed incantevole soprattutto di notte, peccato che sia incontrollabile.

Eccomi a casa finalmente, mi sembra di non vederla da giorni e quasi mi è mancata. Dopo una bella doccia rinfrescante, sono pronta per distendermi sul letto.

Nonostante le alte temperature durante il giorno, per essere quasi a metà giugno l'aria stasera è davvero fresca e gradevole.
I miei pensieri si cullano con le onde del mare, mentre ripenso allo strano incontro con quegli occhi grigi di un paio di ore fa.

Chissà dove sono adesso.
Chissà come starà quella donna.



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