Do you want me like I want you? {Bakugou KatsukixReader}

#28

Skipe time

T/n pov

“Allora T/n…non sei ancora stanca?” mi chiese l’eroina.

“No…continuiamo” risposi io con il fiatone.

Dissi per poi sferrare un gancio destro.

Ormai era da un po’ che io e Rumi stavamo combattendo…

Dire che mi stava distruggendo era dire poco.

Riuscivo a tenergli testa ma per farlo incassavo un sacco di colpi.

Lei era un muscolo unico.

I suoi calci e pugni erano potentissimi.

Skipe time

Ormai si era fatta sera.

“Bene direi che per oggi basta…sei stata decisamente ostinata…” disse Mirko, saldano fuori dall’ring e asciugandosi il sudore.

Io mi tirai su, e con molta fatica raggiunsi gli spogliatoi.

Ero a pezzi.

Decisi che avrei cenato in camera.

Non avevo le forze per mangiare in mensa con gli altri.

Mi ritirai in camera mia e mi stesi sull’letto.

Mi misi a pensare.

Pensai a tutte le cose che erano successe nell’ultimo periodo.

Pensai a lui…Katsuki…

Mi mancava e tanto ma come sempre ero troppo orgogliosa per ammetterlo.

Non avevo neanche provato a dirgli che io provavo qualcosa di più per lui…

Chissà se anche per lui era lo stesso?

Lui non mi piaceva e basta…

Lui era una persona molto speciale per me.

L’unico.

Mi alzavo pensando a lui la mattina e andavo a dormire pensando a lui la sera.

Lui era il mio pensiero felice.

Ciò che mi distraeva da tutto il resto.

Avevo capito che non potevo rinunciare a lui, non riuscivo a stare un solo giorno senza di lui.

La verità è che io senza di lui non sto bene…è come se si mancasse qualcosa, una parte di me.
La parte più grande.
Quella più bella.
Che lui avrà per sempre.

Questa è una mancanza che sento fin dentro le ossa.

Sarà scontato da dire ma io e lui siamo due disastri che insieme formano un capolavoro.

Io lo amavo.

Tanto.

Ma non sapevo come diglielo.

Non sapevo se lui avrebbe ricambiato.

Se lui mi avrebbe lasciato.

Che confusione.

Perché non riuscivo a dirglielo?

Bakugou pov

Ero tornato in camera mia.

Quell’uomo jeans mi aveva tartassato tutto il giorno con le sue lezioni di buone maniere.

Che seccatura.

Nonostante non avessi fatto praticamente niente di eroico ero esausto.

Mi misi steso sull’letto e accesi il temevo.

Come blocco schermo avevo quella cretina.

Mi duole ammetterlo ma mi mancava davvero tanto.

Ero un emerito coglione.

Non riuscivo nemmeno a dirgli quello che provavo davvero.

L’altra sera ci avevo provato…

Anche se lei dormiva.

Non saprei dire se la ho amata dal primo momento in cui l’ho vista, o se è stata la seconda, la terza o la quarta volta.

Mi ricordo il primo momento in cui l’ho guardata venire verso di me e mi sono reso conto che il resto del mondo sembrava sparire quando ero con lei.

Avevo voglia di abbracciarla. Solo di abbracciarla con uno di quegli abbracci lunghi, in cui le labbra restano mite e i cuori, così vicini, si sussurrarono ogni cosa.

Avevo solo voglia di vederla.

Forse era sbagliato.

Forse eravamo entrambi degli emeriti pazzi.

Ma cos’altro può essere l’amore se non una segreta pazzia, una opprimente amarezza e una benefica dolcezza.

Non sapevo se lei ricambiasse…

Non sapevo se lei mi amasse…

Non sapevo se lei mi guardava con gli stessi occhi con cui la guardavo io.

Nello stesso attimo in cui in quel giorno d’estate le nostre vite si sono incontrate, le nostre anime si sono sfiorate…

È da lì che è partita la nostra cazzo di storia.

Se lei fosse qui con me il letto sarebbe sicuramente meno freddo, i pensieri meno rumorosi e la notte meno buoi.

Ma lei non era lì.

Non potevo sopportarlo.

Eravamo già stati lontano per molto tempo.

Quella lontananza, anche se breve, era dolorosa.

Volevo sentire ancora una volta il suo fiato caldo, scontrarsi contro la mia pelle.

Volevo sentire il suo profumo.

Volevo lei.

All’diavolo tutto…

Appena l’avrei rivista gli avrei dimostrato quanto vale per me.

Non potevo più rimandare.

Era il mio pensiero fisso.

Angolo autrice

Scusate se è un capitolo un po’ breve…

Rimedierò.

A preso.

-Eli