𝒾𝓁 𝓈ℴ𝓁ℯ ℯ 𝓁𝒶 𝒸𝒶𝓃𝒹ℯ𝓁𝒶;

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sᴏɴɢ:ᴛʜᴇ ғᴜɴᴇʀᴀʟ, ʙᴀɴᴅ ᴏғ ʜᴏʀsᴇs

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sᴏɴɢ:
ᴛʜᴇ ғᴜɴᴇʀᴀʟ, ʙᴀɴᴅ ᴏғ ʜᴏʀsᴇs

Jimin era così felice in quel momento che ogni tanto si girava intorno perché era davvero convinto che qualcuno, da un momento all'altro, gli sarebbe saltato addosso e l'avrebbe svegliato da quel bel sogno con un gran pizzicotto.
Correre da Jungkook, dal suo Jungkook, era stata la scelta più sensata che avesse mai fatto, nonostante si aspettasse delle dolorose conseguenze.
Dopo esser corso dal corvino, e dopo averlo raggiunto sotto il salice piangente, Jimin non aveva smesso di sorridere nemmeno per un attimo.
I due ragazzi, nonostante gli sguardi curiosi di chiunque, avevano passato l'intero pomeriggio sotto quell'albero, seduti sull'erba, accarezzati dai raggi caldi del sole.
Lui e Jungkook avevano letteralmente passato tutte quelle ore semplicemente l'uno tra le braccia dell'altro, baciandosi e sussurrandosi parole dolci.
Jungkook aveva insegnato a Jimin, con molta calma e qualche risata, persino come realizzare da solo una coroncina di fiori, maneggiando così tante piccole margherite, circondandosi tutt'intorno di esse.
Al biondo quel pomeriggio era sembrato come un soffio di primavera, come quando ci si sveglia e ci si sente completamente riposati.
Si era rilassato così tanto da essersi persino addormentato, verso il tramonto, sul petto del corvino, il quale lo coccolava facendolo così calmare, cullandolo con dolci baci sulle tempie.
Jimin non si era mai sentito in quel modo.
Così amato.
Jungkook e Jimin.
I loro nomi insieme suonavano come note di Beethoven.
Forse era incappato nel paradiso, quello vero, e non se ne era ancora accorto.
Adesso, mentre stringeva la mano di Jungkook e percorreva i corridoi per raggiungere la camera del corvino, stava davvero realizzando la giornata che era appena passata, stava davvero realizzando quello che era appena successo.
Aveva appena accettato l'amore che Jungkook provava per lui.
Cazzo, era felice da morire, porca troia!
Jimin inconsapevolmente sorrise, ed alzò lo sguardo verso Jungkook, mentre salivano le scale, eppure...
Jimin abbassò lo sguardo sui suoi piedi.
Jungkook non sembrava felice come lui.
L'aveva notato fin da quando si era risvegliato dal suo pisolino.
Aveva notato subito che mentre dormiva in Jungkook c'era stato un cambiamento, qualcosa.
E voleva davvero capire cosa stesse succedendo in quella testolina.
Perché era sicuro che il cervello di Jungkook stesse andando in fumo, in sovraccarico.
Jungkook stava pensando di nuovo troppo, stava di nuovo pensando eccessivamente a qualcosa.

«Prima le principesse

Disse Jungkook sorridendo, aprendo la porta e lasciando entrare prima Jimin.

Il biondo arrossì violentemente, mordicchiandosi il labbro e dirigendosi verso il letto per sedercisi sopra.
Il corvino chiuse la porta, andando alla libreria per mettere al proprio posto alcuni libri, visto che Così parlo Zarathustra, La fattoria degli animali e Kafka sulla spiaggia erano erroneamente sullo stesso ripiano.

THE POETRY BOY | JIKOOKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora