1. La Radura

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~"Chameleon" -Michela~

Buio. Rumori metallici. Ogni tanto della luce. Ecco quello che io riesco a sentire. Non ho la più pallida idea di dove mi trovo o come ci sono finita lì e ho freddo. Mi gira la testa e sento che tra poco mi scoppierà. Non voglio fare niente, solo dormire ma non ci riesco. I rumori sono fastidiosi e mi rimbombano nelle orecchie. Vorrei capire dove mi trovo ma sono troppo stordita. Purtroppo sono troppo curiosa per rimanere li distesa a non fare niente, ho intenzione di capire dove mi trovo.

Così decido di aprire gli occhi. Vedo una gabbia, si una gabbia di metallo un pò arrugginito, e sono al suo interno, con me ci sono delle casse di legno e dei sacchi. È praticamente buio tranne per delle luci rosse che a guardarle ti fanno bruciare gli occhi per il colore troppo sgargiante. Mi siedo a gambe incrociate e mi sfrego gli occhi con le mani togliendomi il sonno. La gabbia sale velocemente verso l'alto lasciando sotto di me il vuoto completo e nero, come se da lì sotto dovesse uscire un mostro. Mi sistemo i capelli arruffati con le mani rendendoli un pò più presentabili.

Intanto penso come ci sono arrivata in questo cosa e dove mi sta portando questo ascensore metallico. Solo in quel momento mi accorgo di non ricordarmi niente a parte il mio nome... Ci penso qualche secondo e mi viene in mente, Victoria, mi chiamo Victoria. Ma a parte questo semplice nome non mi sembra di ricordare nient'altro. Come è possibile?

Tutto ciò mi spaventa molto, tanto da farmi venire i brividi e giacciarmi il sangue. Mi stringo le gambe al petto per cercare di tranquillazarmi. Cosa è successo prima che io mi trovassi qui? Mi hanno rapita? Se fosse vero, chi mi ha rapita?

Dopo queste domande struggenti mi lascio cadere per terra sul freddo metallo e chiudo gli occhi. Piango, ho paura. Voglio che sia tutto un sogno. Mi tiro un schiaffo sulla guancia inumidita dalle lacrime salate ma invece di svegliarmi mi faccio solo molto male. Cavolo è tutto vero.

Ad un certo punto la gabbia rallenta e percorre gli ultimi metri per poi fermarsi di botto. Sopra di me due enormi porte scorrevoli si aprono facendo arrivare la luce del sole. Mi ascigo le lacrime con le maniche della maglia verde che indosso e apro gli occhi. La luce accecante mi costringe a richiuderli ma il pensieri di non essere più al buio mi rassicura. Accenno un piccolo sorriso e riapro gli occhi trovando sopra di me il cielo azzurro senza neanche una nuvola. Profumo di natura, di legno e aria fresca. Si sta bene, non fa ne troppo caldo ne troppo freddo. Cerco di godermi al massimo qiluel momento che sembra portatre libertà.

Sento dei passi avvucinarsi e qualcuno urlare "ragazzi è arrivata la gabbia". Mi metto sulla difensiva per evitare di trovarmi davanti un assassino. Poi un ragazzo in controluce apre la gabbia sopra di me permettendomi finalmenre di vedere il cielo completo. All'improvviso tutti i brusii si fermarono lasciando l'intero posto in silenzio. Alcune teste sporgo dal soffitto probabilmente fissandomi, cosa ho di strano? La stessa voce, sicuramente di un ragazzo, dice "m-ma è una ragazza...". Un altro momento di silenzio invade tutti. Di colpo una persona salta nella gabbia, è ragazzo abbasta alto e muscoloso, con capelli castani a ciuffo e occhi verde smeraldo. Mi porge la mano per aiutarmi ad alzarmi

G: Ciao Pivella, io sono Gally - dice presentantosi-

Lo squadro con gli occhi e poi afferro la sua mano per farmi aiutare ad uscire da quel brutto ascensore deprimente. Non sono proprio a mio agio ma almeno non sono sola. Una volta fuori posso capire dove sono: mi trovo in mezzo ad un prato enorme circondato da altissime mura ricoperte di piante rampicanti. In questo prato ci sono varie capanne di legno, alberi costituenti foreste e campi. È tutto molto bello e tranquillo.

Poi mi giro e vedo che una quarantina di ragazzi diversi mi fissano.

V: Ehm... Dove mi trovo? - accenno con bassa voce-

Il nostro Piccolo Infinito || The Maze Runner (IN REVISONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora