42. Tu hai ucciso me!

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Il mondo si fermò per Eve. Si fermò al momento in cui Newt era caduto a terra. Sentiva le gambe molli e non riusciva a muoversi o a parlare.

Sbattè le palpebre velocemente, come per ritornare alla realtà. E quando vide il corpo del ragazzo che amava a terra, esanime, capì che era andato sul serio.

Si abbandonò in un urlo straziante, uno di quelli che ti restano nelle orecchie anche dopo ore, come un eco insostenibile. Nulla era paragonabile al dolore che stava provando, che la stava divorando dall'interno.

Si accasciò vicino a Newt portandogli le mani sul viso. Le lacrime continuavano a scendere da sole, lei non poteva neanche controllarle.

In quel momento Brenda arrivò. Aveva il siero in mano, i capelli scompigliati dal vento e dalla corsa e gli occhi sgranati per la scena che aveva davanti. Si sentiva tremendamente in colpa: se fosse arrivata solo due secondi prima... Le due si guardarono per un attimo, poi Eve riportò l'attenzione su Newt.

E: Newt, per favore. - continuò a singhiozzare -

Arrivarono anche Minho e Gally, probabilmente preoccupati non vedendo arrivare i ragazzi. I tre guardavano la scena con gli occhi lucidi e lo sguardo triste.

E: Avevi detto che non te ne saresti andato, perché l'hai fatto? - gridò in preda alla disperazione alzandogli di poco il capo -

E: Per favore, Newt, torna da me. - poggiò la testa sul suo petto e la cosa peggiore fu non sentire il suo cuore battere - Io ti amo.

E: Ti amo, ti ho sempre amato. - sussurrò appena, le forze la stavano abbandonando -

Ciò che sentiva era troppo per lei. Era dolore, rassegnazione, rabbia, smarrimento. E si tramutava anche in dolore fisico, nel petto. Proprio al centro. Come un enorme macigno.

E: Ti amo... - sospirò di nuovo -

Poi alzò lo sguardo verso i suoi amici che la guardavano smarriti e dispiaciuti. Se fosse stata in grado di guardarli meglio non pensando a quella situazione, Eve avrebbe visto persino qualche lacrima rigare le guance di Gally.

Si alzò, non interrompendo il contatto visivo, e si asciugò le lacrime con un'espressione ancora dolorante in volto. Aveva perso l'unica persona che aveva mai amato, e voleva solo sprofondare. Ma quello non era il momento per farlo: doveva salvare lei e i suoi amici.

Così lanciò un ultimo sguardo al corpo di Newt e si abbassò di nuovo. Poggiò le labbra sulle sue in un casto bacio a stampo, il loro ultimo bacio. Poi si alzò, prese la pistola dal pavimento e cominciò a camminare via.

Tratteneva le lacrime come poteva, ma proseguiva impassibile e senza voltarsi indietro. Avrebbe sistemato Janson, Ava e tutto il resto.

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In poco tempo fu al centro operativo della Wicked. Con tutto quel caos in città non si fece problemi a entrare, e raggiunse subito il laboratorio di Ava Paige, come da indicazioni.
Quando vide quella donna davanti a lei, sospirò.

A: Eve... - provò a parlare guardandola con finta compassione -

E: Non provare a parlare. - la zittì subito - L'ho perso, per sempre. Ed è tutta colpa vostra. Ora dammi un fottuto motivo per non ucciderti qui e ora. - sputò quelle parole con rabbia gesticolando nervosamente -

A: Posso aiutare te e i tuoi amici. Se solo tu venissi con me potremmo fare ulteriori test al tuo sangue e... - si fermò immediatamente sobbalzando -

Eve non capì, ma poi vide una chiazza di sangue espandersi sulla camicetta bianca che Ava indossava. L'avevano colpita allo stomaco, e la donna non potè fare a meno che cadere a terra quasi morta. La voce di Janson irruppe in quel corridoio.

J: Finalmente mi sono liberato di questa figlia di puttana, ora pensiamo a te, Eve. - esclamò con un sorrisetto sghembo -

La ragazza gli puntò immediatamente la pistola contro.

J: Non ricorriamo subito alla violenza, dolcezza. Non ce n'è bisogno. - si avvicinò di poco - Sei la cura, Eve. Ormai è ufficiale. Avresti potuto anche salvare Newt... - venne subito interrotto -

E: Non provare a nominarlo! - caricò la pistola avvicinandosi - Giuro su tutto ciò che ho di più caro: ti ucciderò Janson.

J: A meno che non lo faccia prima io. - esordì -

E: Oh, credimi, non lo farai. Se io sono la cura ti servo più di chiunque altro... - rispose -

J: Sei intelligente, lo ammetto. Ora capisco cosa Newt trovasse in te. - si avvicinò, forse un po' troppo - Una dolce e innocente ragazza che sapeva diventare forte quando serviva. Peccato che ora sia morto...

E: Sta zitto. - strinse i denti -

J: Ho sempre pensato che foste una bella coppia, fin da quando eravate alla Wicked e avete scopato in una stanza in laboratorio. Si, avevamo le telecamere. - ridacchiò - Ma poi lui ha contratto il virus ed è diventato uno spaccato.

E: Ho detto sta zitto. - alzò il tono di voce guardandolo negli occhi -

Non riusciva a sentire quelle cose. Non poteva.

J: Hai provato a salvarlo, certo, ma non ci sei riuscita. Tuo solito. Anzi, scommetto che l'hai ucciso proprio tu.

Eve continuava a ripetere sta zitto alzando a mano a mano la voce mentre Janson scoppiò in una fragorosa risata.

J: Si, l'hai ucciso tu. - esclamò continuando a ridere -

Eve imprecò e con un movimento rapido gli bloccò il braccio dietro la schiena facendolo inginocchiare.

E: Io non l'ho ucciso. - scandì bene ogni parola - Tu, l'hai ucciso tu. Hai sempre saputo che Newt era diverso da noi. Li consideravate "speciali". Tu hai ucciso Chuck. Tu hai ucciso Winston. Tu hai quasi ucciso Brenda. Tu hai ucciso Newt. Tu hai ucciso me! - gridò - Guardami, ho perso tutto, tutte le persone che amavo. E tutto per colpa tua.

J: Caspita, la tua vita è un casino, Eve. - scoppiò a ridere -

La ragazza gli puntò la pistola alla tempia e, senza pensarci due volte, premette il grilletto con un'espressione dolorante in volto. Lasciò cadere il corpo di Janson a terra e lo guardò con ribrezzo.

E: Fottiti, Janson. - esclamò pulendo con il dorso della mano del sangue che aveva sulla guancia -

Cominciò a camminare via cercando il laboratorio A4. Lo trovò dopo poco e vi entrò subito. Cercò in diverse stanze prima di posare gli occhi su ciò che desiderava trovare.

E: Bingo. - esordì avvicinandosi a un tavolo da lavoro -

Prese una boccetta con del siero blu in mano. Era la cura. Eve aveva ed era la cura. Non potè fare a meno di sorridere, ma quell'espressione spensierata venne spazzata via da un tonfo assordante proveniente dall'altra parte dell'edificio.

La Wicked era stata colpita da una bomba.

Your mess, Newt || Maze RunnerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora