Cap. 1 ~ Harry

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Cap. 1 ~ Harry Styles

Ero solo in quel parco, sdraiato su una panchina qualsiasi. Il freddo era pungente, quasi doloroso e non potei evitare di tremare, nonostante fossi coperto dalla testa ai piedi.

Ormai erano quasi tre settimane che passavo la notte da solo in quel parco ed era impossibile cercare qualcosa che potesse riscaldarmi dato che ormai Dicembre si era fatto sentire. Ringraziai il cielo che non avesse ancora cominciato a nevicare, ma sapevo che un giorno quei soffici fiocchi di neve che i bambini tanto apprezzano avrebbero riempito le strade della città.

Vi starete chiedendo come sono finito per passare la notte in un parco da solo.

Vita normale? Ormai non potevo definirmi un ragazzo che possedeva una vita normale. Quando sento le parole ‘vita normale’ vedo immagini nella mia testa di un ragazzo che si sveglia la mattina, imprecando per il fastidioso suono della sveglia; scendere in cucina e ritrovarsi un padre con in mano un giornale e un caffè appena fatto sul tavolo e una madre ai fornelli. Sentirsi dire un ‘buongiorno’ da entrambi e dopo aver fatto una buona colazione tutti insieme andare a scuola, dove le lezioni ti fanno addormentare. Uscire con gli amici e magari cacciarsi in qualche guaio. Litigare con un fratello o una sorella e passare il pomeriggio a studiare anche con pochissima voglia o parlare con un amico. Questo era il concetto di ‘vita normale’ per me, ma anche prima di essere un vagabondo non ho mai sentito queste sensazioni. Ho sempre avuto una vita completamente diversa da quella che molti provano.

La mia famiglia? Mi avevano abbandonato da quasi un anno e da quel momento non ebbi notizie di loro.

Non avevo un buon rapporto con i miei, soprattutto con mio padre. Tornava sempre a casa tardi ubriaco e picchiava senza una ragione precisa mia sorella. Mia madre non faceva nulla, si limitava solo a guardare la scena e quando la mia pazienza giunse al limite di quella situazione affrontai mio padre. Persi il controllo di me stesso ed ero sul punto di rompergli il naso e fargli sentire ciò che io e mia sorella provammo da bambini.

Dopo mi hanno cacciato di casa e se ne sono andati senza dirmi niente. Non avevo modo di contattare mia sorella e solo al pensiero di cosa avrebbe potuto fare mio padre in qualsiasi momento mi fa tremare dalla rabbia.

Ma questa non è la vera ragione per cui mi ritrovavo senza tetto.

Dopo che i miei mi cacciarono di casa affittai un appartamento e siccome i soldi mi mancavano iniziai a fare scommesse e giochi d'azzardo dove ovviamente persi.

Non pagai l’affitto dell’appartamento per dei mesi, finché il proprietario non mi cacciò via.

E da quel momento finii in questo parco.

Il silenzio rimbombava nelle mie orecchie; il cielo scuro era coperto dalle nuvole, impedendo alla luna di brillare, solo i piccoli frammenti di luce provenienti dai lampioni illuminavano il parco deserto.

Iniziai a dubitare se ciò che ho fatto in passato sia sbagliato, se io ero sbagliato. Cosa sarebbe successo se non avrei affrontato mio padre? Cosa sarebbe successo se avrei lasciato che quel verme schifoso avrebbe continuato a picchiare mia sorella?

Scossi la testa per scacciare quei pensieri. Mio padre aveva sbagliato, lui era sbagliato. Ma non potei dire che io ero migliore, se fossi stato migliore mi sarei trovato un lavoro, anche quello più squallido per avere almeno qualche centesimo, invece ho preferito fare scommesse e stare solo in un parco e patire il freddo era una delle conseguenze dei miei errori.

Potevo definire casa mia quel parco, ormai ci stavo tutti i giorni e tutte le notti, solo che non avevo un letto, una stanza, una cucina, un bagno, un salotto, una vita.

Story of a Homeless Man (Harry Styles)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora