53. ᴊᴜɴɢᴋᴏᴏᴋ

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Il mio sistema nervoso si trova letteralmente in fumo, talmente tanto da non riuscire a pensare ad altro se non a Jimin e a ciò che ha avuto il coraggio di confessarmi. Non riesco ancora a concepire quel che ha fatto. Ma d'altronde è stato giusto così, che abbia sputato il rospo adesso e non dopo: ci siamo risparmiati l'inizio di una relazione destinata al fracasso più totale.

Ma giunti a questo punto io che dovrei farci con questo macigno venutosi a creare all'interno del mio cuore? Con questo amore fottuto che mi ha colto alla sprovvista? Avrei dovuto fermarlo, avrei dovuto rifiutarlo a tutti i costi e continuare per la strada che avevo intrapreso, e invece no, ho completamente perso la testa per un ragazzo che ora come ora amo e odio allo stesso tempo.

Sono così arrabbiato con lui che credo i miei nervi stiano per scoppiare di un momento all'altro.

Amore e rancore possono coesistere?
È possibile costruire un rapporto su queste basi opposte? No, non credo sia possibile, o almeno, pare che tra me e lui non sia proprio possibile.
Ci siamo avvelenati a vicenda.
Siamo stati capaci di avvelenare questo sentimento così puro e magnifico con le nostre debolezze, sofferenze, frustrazioni, con i nostri continui errori come riportare costantemente a galla gli eventi accaduti nel passato. Ogniqualvolta che mi ricorda la sofferenza che gli ho causato negli ultimi anni è un passo in più verso l'auto-disprezzo. Sì, in momenti come questo disprezzo me stesso perché detesto l'idea di far star male le persone a cui tengo.

Però, sto soffrendo anch'io a causa delle sue azioni. Mi ha ferito profondamente. Mi sento tradito e non posso evitarlo come non posso evitare la voglia di picchiare Taehyung perché lui sapeva e ha lasciato correre. Ha distorto la bella immagine che avevo di lui, o forse la sua è sempre stata una maschera che ha lasciato cadere al momento opportuno: io ormai cotto d'amore e lui pronto a vendicarsi dopo i miei rifiuti, le mie attese insostenibili.
Non credo che sia trattato solamente un errore, un attimo di debolezza. Non mi fido. Si è semplicemente vendicato ed è perfino riuscito nel suo amaro tentativo: ripagarmi con la stessa moneta.

Probabilmente me lo merito.
Probabilmente il karma è bastardo.
Probabilmente sono tutti segni che cercano di dirci quello di cui ci siamo appena accorti: non siamo fatti per stare insieme, siamo un male l'uno per l'altro.

«Buongiorno, Jungkook.» la sua voce bassa e insicura scuote la mia eccessiva attività di pensiero. Mi accorgo solo adesso che il mio sguardo si era inchiodato in un punto a caso della cucina, perso totalmente nel vuoto, e che ora il mio cappuccino si è raffreddato. Non ho più voglia di berlo.
E così sospiro di pesantezza e rassegnazione perché è riuscito a rubarmi sia l'appetito che la vista.

Talmente bello da far male.

Il fatto poi che si trovi senza maglia e che io abbia l'opportunità di apprezzare la sua schiena e quelle due invitanti fossette di Apollo alla base di essa non aiuta affatto, mi mandano in bestia.

Vorrei poter tornare a quei momenti nei quali vederlo in questo stato non mi suscitava nulla, neanche un minimo di emozione. Adesso, invece, è tutto sottosopra: non faccio altro che desiderarlo.

Vorrei impossessarmi delle sue labbra e del suo corpo per disintegrare ogni traccia di quel figlio di puttana con cui è andato a letto. Gelosia e rabbia sono evidentemente due terribili nemici: mi distruggeranno. Stringo i pugni, mentre sento la mia mandibola indurirsi di colpo. Il rancore e la sensazione di tradimento uccidono ogni mio buon proposito e offuscano il mio amore per lui.

Non capisco più nulla.

Come non capisco perché io mi stia avvicinando a lui, ponendomi dietro la sua schiena inondata di brividi con le braccia poste parallelamente alle sue e le mani avvinghiate alla penisola di marmo. Percepisco il suo sussulto per via della nostra improvvisa ed incredibile vicinanza, ma non mi dice nulla, continua a preparare la sua colazione come se nulla fosse.
Sono così infastidito, infastidito dal suo inebriante profumo e dalla mia intensa voglia di baciarlo, di riempirlo di morsi in ogni angolo della sua pelle.

«Stai cercando di provocarmi?» mi chiede infine.

Le mie labbra sfiorano ansiosamente la sua clavicola, la cui pelle diviene simile ad un pezzo di buccia d'arancia. Sorrido internamente perché gli effetti che ci provochiamo a vicenda sono quelli che dimostrano che tra noi c'è ancora qualcosa di vivo e forte.

«Mi hai provocato tu per prima.» le sue mani smettono immediatamente di fare ciò che le occupava per concentrarsi su di me. «Sei entrato senza maglia e mi hai perfino augurato il buongiorno. Farti notare è una tua specialità.»

«Io dormo senza maglia. Il saluto, invece, è semplicemente educazione.»

«La tua buona fede mi fa imbestialire perché è falsa come tante altre che si vedono in giro.»

In uno scatto veloce si volta verso di me per spingermi via, per aumentare le distanze tra i nostri corpi ardenti. La nostra barriera di ghiaccio è apparsa nuovamente, più forte di prima.

«Non ti chiedo di perdonare il mio errore perché so che non è facile, ma non puoi sfogare la tua rabbia su di me e condannarmi per ciò.»

Faccia a faccia.

«Tu fai la stessa cosa con i miei errori passati.»

I nostri occhi restano incastrati come un tunnel senza fine, mentre una lacrima dolorosa scende lungo la sua guancia del medesimo colore dei tulipani rossi che gli avevo regalato, ma che lui raccoglie rapidamente. Non stiamo per niente bene. Sbaglio, sbaglia, sbagliamo continuamente e pare che non esista alcun rimedio che possa riparare tali errori.

«È diventata una guerra? Chi distrugge per prima l'altro vince? E cos'è che vinceremo alla fine di tutto questo?»

Vincere? Nessun vincitore.
Stiamo perdendo entrambi.

«Vorrei non aver mai scoperto di amarti. Avrei dovuto continuare a fare il finto tonto e magari ci saremmo risparmiati questo inutile strazio. Tu mi avresti dimenticato magari con quello ed io avrei proseguito con la mia vita.»

«Quel che è fatto è fatto, d'accordo?» l'esasperazione è chiara sul suo viso contratto. «Ma non possiamo almeno cercare di stabilire un rapporto pacifico? Jungkook, continuare a scontrarci è davvero inutile e ci fa stare male.»

L'amore riesce molto spesso a trasformati in un qualcuno che non avresti mai voluto essere. A volte in meglio, a volte in peggio ed io ad oggi credo fermamente di appartenere a quest'ultima categoria, e forse insieme a me anche la persona che momentaneamente mi guarda non sapendo se fissare i miei occhi o le mie labbra. È attratto follemente da ambedue le cose, ma come me del resto.

«So solo riuscissi a trovare un modo per rasserenare il caos che hai portato dentro di me, forse non staremmo neanche qui a blaterare di questo.» pizzico lievemente il suo ventre e nel frattempo immagini di me che assaporo il suo petto con la mia lingua appaiono nella mia mente ormai corrotta. «Trovami un modo.»

«Proviamo ad amarci e a mettere da parte i nostri errori. È l'unico modo per capire se possiamo stare insieme o gettare per sempre la spugna.»

«Sarà un benvenuti all'Inferno o un benvenuti in Paradiso?» la mia fronte ricade sulla sua e volteggiamo, volteggiamo insieme per comprendere se è giusto o sbagliato, mentre cingo e imprimo il mio segno sui suoi fianchi.

«Probabilmente all'Inferno.»

Infernali come i suoi baci, come la maniera in cui riesce ad abbindolarmi con l'uso delle sue labbra per le quali ho scoperto di avere un vero e proprio debole: sono la mia peggior condanna.

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𝑷𝒉𝒐𝒆𝒏𝒊𝒙 | 국민Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ