54. ᴊᴜɴɢᴋᴏᴏᴋ

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"Tentar non nuoce di conseguenza vuol semplicemente dire che se provi, se provi a fare un tentativo, non può succederti nulla di male. Non c'è nulla di sbagliato nel provare, perché provare non costa nulla."

Ho sempre creduto che questo detto fosse vero soltanto in parte perché per quanto tentare non costi nulla o possa non nuocere alla propria persona, in determinate occasioni la ragione dovrebbe prevalere sul tentativo. "Tenta" è un po' come dire "buttati", "salta" o "sali su quel treno".
E se buttandomi o saltando giù nel vuoto mi rompessi qualche osso o l'intero cranio, vale ancora un simile detto?
E se salendo su quel treno mi perdessi, smarrissi la mia strada, vale ancora un simile detto?

Già di per sé la vita è un gigantesco rischio che bisogna correre continuamente, ma se ogni uomo è stato dotato di ragione allora un motivo deve pur esserci. A volte tentare sembra la scelta migliore, altre volte, però, ragionare dovrebbe essere d'obbligo per evitare spiacevoli conseguenze.

Ora come ora, invece, è come se non riuscissi più in alcun modo a restare fedele a me stesso e alle mie ideologie. Ho disobbedito a me stesso con la scelta di dare un'altra possibilità a questo rapporto la cui fiamma si trova a poco dallo spegnersi del tutto. Non ho ragionato quando mi ha proposto di darci una possibilità. Ho agito d'istinto come un animale che, liberato dalla gabbia, non può più tenere a bada le proprie pulsioni.

Ho lasciato che le movenze afrodisiache delle sue labbra mi trasportassero in una dimensione in cui non esiste ragione che resti integra e perfetta: ciò che ci lega - se questo è quello che viene chiamato amore - è totalmente irrazionale. Talmente irrazionale che ho paura di quello che potrei e potremmo diventare.

«Come si è conclusa la situazione con tuo padre? Non ne abbiamo ancora parlato.»

Volto il mio viso nella sua direzione e lo scopro già a fissarmi, con quegli occhi luccicanti, quasi avvolti da un filo di innocua innocenza, che un tempo pensavo potessero guardare e desiderare solo me. Sono stato un pazzo, un mero egoista a credere che lo avrei avuto al mio fianco per sempre e nonostante tutto. Niente è per sempre e di quella cosa o di quel qualcuno dobbiamo goderne finché dura, finché sarà nella nostra vita.

«Abbiamo avuto modo di parlare, di chiarirci, di avere un paio di momenti come padre e figlio e dopodiché ho deciso di perdonarlo perché era ciò che il mio cuore mi diceva in quel momento. Inoltre, si trasferirà qui a Seoul a breve.»

«E tua madre come l'ha presa?»

«Dopo che te ne sei andato, il rapporto tra me e lei è peggiorato sempre di più fino a smettere definitivamente di rivolgerci la parola. Non mi guardava più neanche in faccia, a me che sono l'unico figlio che le è rimasto. Non riesce minimamente ad accettare che io sia innamorato di un ragazzo e che adesso abbia ripreso i rapporti con papà.»

«Per quanto non mi abbia trattato bene, non credo sia una cattiva donna. Ha solo avuto brutte esperienze nella sua vita che magari hanno segnato la sua persona.»

«No, Jimin ti sbagli. Non nego che abbia sofferto, ma lei è solamente una di quelle persone che non vuole aprire la mente. Papà avrà fatto quel che ha fatto, lei stessa ha sbagliato, ma io non sono lui. Sono tuo figlio e se ami, dovresti accertarmi in qualunque modo.»

«Se la metti su questo piano, hai assolutamente ragione... Però, può essere che con il tempo riuscirà ad accettarlo.»

«Lo spero.»

Sospiriamo entrambi, mentre un lieve soffio di vento scompiglia i nostri capelli. Forse salire in terrazza e sdraiarci sul lettino prendisole con una coperta in cima per ammirare il cielo notturno non è stata una grande idea, ma siamo talmente assorti nella nostra bolla di pensieri che è come se quel soffio non ci avesse sfiorati.

𝑷𝒉𝒐𝒆𝒏𝒊𝒙 | 국민Donde viven las historias. Descúbrelo ahora