Nolan Holloway

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Il segreto era stato compromesso, il mondo sovrannaturale era uscito allo scoperto e tutti a Beacon Hills sapevano dell'esistenza dei licantropi, tutti sapevano i nomi che si celavano dietro a queste creature mitologiche e sembrava non esserci scampo per nessuno. A scuola, un gruppo di ragazzi, arruolati da Gerard e dalla professoressa Monroe, si aggirava per i corridoi incitando gli studenti a perdere la calma, in questo modo si sarebbero trasformati e loro avrebbero potuto eliminarli, credendo che tutti i lupi mannari fossero delle bestie senza cuore e assetate di sangue.
Tu avevi molta paura, non sentivi più che l'edificio potesse essere un luogo sicuro per te e per il tuo branco, ma soprattuto temevi il tuo ragazzo, un persona tanto dolce, ma che era riuscita a farsi influenzare dal gruppo di neo cacciatori. Nolan non sapeva chi tu realmente fossi, ti amava come tu amavi lui, ma solo in parte, se avesse conosciuto la vera te probabilmente saresti già morta. Si, avevi paura che lui, la persona che ti è sempre stata accanto, quella di cui credevi fidarti ciecamente, potesse farti fuori, indipendentemente dal fatto che fossi, solo a causa della tua natura.
Quella sera ti trovavi a casa tua, le finestre erano tutte sbarrate e le catene erano ben salde ai muri della tua cantina, eri un lupo da ormai più di un anno, ma ancora non avevi acquisito il giusto controllo dei tuoi poteri e la luna aveva grande potere su di te. Riuscivi a sentirla, quella forza scorrere nelle tue vene, impaziente di venire fuori, di prendere il sopravvento sulla tua persona e cercavi in ogni maniera di reprimerla perché non avevi intenzione di fare del male a qualcuno e non era neanche il periodo più adatto per far si che la gente avvistaste un animale correre per le strade della contea. Dunque cominciasti a legare le tue mani, una alla volta, controllando ripetutamente la saldezza delle catene. Eri pronta, piccoli ringhi uscirono dalla tua bocca, stavi iniziando la fase di trasformazione e fu in quel momento che il campanello risuonò per l'intera abitazione. I tuoi occhi scattarono in avanti colti di sorpresa, entrasti nel panico ma comunque prendesti la decisone di ignorare quel fastidioso rumore e chiunque vi fosse al di là della porta. La cosa durò qualche minuto, dopodiché, la persona fuori, decise di andarsene e tu potesti ritornare a concentrarti sulla tua figura, che poco prima aveva cominciato a sudare e a mutare.
Eri così presa dal momento che non ti rendesti conto dei passi che a poco, a poco, si fecero più vicini.
-"T/n!"- esclamò una voce infondo alla stanza e lì la tua testa si alzò mostrando i tuoi occhi colorati di un'intenso colore giallo. La figura del tuo ragazzo si trovava a qualche passo da te, la sua faccia era a dir poco inorridita e non sapevi cosa fare, il tuo cervello non riusciva a ragionare in maniera lucida e la sete di sangue cresceva ogni secondo di più.
-"Nolan"- dicesti con grande fatica -"Non avresti dovuto scoprirlo, però ora vattene prima che mi liberi!"- gridasti a denti stretti, ma il ragazzo, seppur spaventato, rimase fermo nel medesimo punto, osservandoti attentamente, ogni centimetro del tuo viso orami coperto di peluria e deformato.
-"VA VIA!"- dalla tua bocca uscì un forte ruggito, ma lui non si sposto neanche di un millimetro, al contrario avanzò in tua direzione.
-"Perché T/n? Perché non me lo hai detto?"- chiese stupidamente continuando ad avvicinarsi, ma non rispondesti, non ne avevi le forze -"Temevi che ti avrei fatto del male? Che ti avrei uccisa?"- continuo come se fosse quasi offeso da questo pensiero.
Il tuo respiro si fece irregolare, il ché non era affatto un buon segno, per fortuna le catene reggevano e speravi lo avessero fatto fino alla fine.
Nolan nel frattempo era giunto a pochi millimetri da te, sentivi il battito del suo cuore così vicino, così forte e il sangue che veloce scorreva nelle sue vene; poi il suo respiro, che avvicinandosi, si era quasi regolarizzato, come se la paura fosse passata.
-"Non potrei mai farti del male, il solo pensiero mi lacera dentro e il mio cuore piange. Ti amo T/n, sei la cosa migliore che io abbia nella mia vita e non permetterò a nessuno di ferirti, a costo di morire"- le sue parole uscirono dolci da quelle labbra che tanto ti facevano impazzare e la sua voce avvolse le tue orecchie come una dolce melodia, quella che non smetteresti mai di ascoltare, che desideri sentire per il resto dei tuoi giorni.
La rabbia, l'aggressività che provavi fino a qualche secondo prima, svanì; sentisti gli occhi tornare del loro naturale colore e la faccia liberarsi di quella folta peluria, gli artigli si ritrassero e il tuo cuore riprese a ribattere a un ritmo regolare.
Guardasti il giovane dinanzi a te, sorridesti e una lacrima solcò le tue guance. Lui, quella persona che occupava gran parte del tuo cuore e della tua mente, era la tua ancora, quella persona che ti aveva permesso di acquisire il controllo e che ora sapevi non ti avrebbe mai fatto del male, era la tua roccia, il tuo punto di riferimento.
-"Sei la mia ancora"- sussurrasti e il ragazzo sorrise pur non sapendo cosa significasse.
-"Non so che significhi, ma per te sarò tutto quello che vorrai. Ti amo T/n"-
-"Ti amo anch'io"- rispondesti per poi baciarlo e stringerti al suo petto.
Con lui eri a casa e ti sentivi protetta, non avevi bisogno di altro.

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