Dean Winchester

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La strada intorno a me è deserta e il buio della notte viene spezzato dai fanali della mia auto che veloce sfreccia sull'asfalto. La pioggia batte copiosa sul tettuccio della vettura portandomi ad accendere la radio per distrarmi dal ticchettio fastidioso che essa produce. Le canzoni dei Led Zeppelin iniziano a riecheggiare all'interno dell'impala, facendo riaffiorare milioni di ricordi divenuti oramai malinconici. Le mani iniziano a stringere il volante sotto di esse e una lacrima calda sfugge dai miei occhi, rigando il mio volto ormai spento e vuoto. Da qualche mese ormai Dean non c'è più, è stato ucciso da un mastino infernale venuto a riscuotere il patto che aveva stretto un'anno prima per riportare in vita suo fratello Sam. Quest'ultimo, dopo la scomparsa del maggiore, è andato via, mi ha abbandonata e ora mi ritrovo sola a cacciare tutto ciò che vi è di sovrannaturale su questa terra.
Il castano ed io siamo disperati, per un'intero anno abbiamo cercato di trovare una soluzione, una scappatoia affinché non accadesse ciò che temevamo di più, ma non vi è stato rimedio e alla fine Dean è morto, il mastino lo ha ucciso e il diavolo ha riscosso la sua anima. Improvvisamente vedo Sam recuperare la sua borsa e iniziare a riempirla con la sua roba -"Che stai facendo?"- la mia voce spezzata invade la stanza del motel, ma il ragazzo non sembra intenzionato a volermi rispondere. Mi alzo da dove sono seduta per poi avvicinarmi alla sua figura e, poggiando una mano sulla sua spalla, riformulo la domanda. Il suo viso ricade sulla mia piccola e fragile figura, i suoi occhi si abbassano e la sua bocca esita a pronunciare quelle parole che tanto temo -"T/n non posso più continuare la caccia, dovrò sopportare per sempre il peso di aver perso mio fratello a causa mia e preferisco farlo lontano da tutto questo"- questa risposta è tagliente come la lama di un coltello e dolorosa come un pugno allo stomaco, le lacrime abbondano sulle mie guance oramai rosse -"Non hai perso solo tu qualcuno, anche io ho perso la persona che amavo, ma ora non puoi abbandonarmi anche tu, ti prego"- lo supplico nella speranza che cambi idea. So che è distrutto per la sua perdita, ma non può mollarmi in questo modo, non adesso che ho più bisogno di lui. I suoi occhi mi guardano un'ultima volta prima di uscire definitamente dalla stanza, lo guardo supplicandolo di restare, di non lasciarmi sola, ma il suo sguardo si distoglie per poi uscire da quella porta senza farsi più vedere.
Dopo giorni passati al volante, finalmente giungo alla casa che mi ha dato riparo quando più ne avevo bisogno. Il vecchio burbero che vi abita all'interno, colui che mi ha cresciuta come un padre, é seduto dinanzi me intento a sorseggiare il suo adorato Rum, dalla sua tipica fiaschetta arrugginita che porta sempre con se. Non so perché io abbia deciso solo ora di tornare a casa, probabilmente avevo bisogno di sfogare la mia tristezza, la mia rabbia per aver perduto tutto e pensavo che mozzare qualche testa ed eliminare qualche spettro potesse aiutarmi, o per lo meno distrarmi, ma non è successo. Ogni sera, quando rientravo nella mia stanza di motel, il dolore riaffiorava e tutte le volte scoppiavo in un pianto liberatorio, addormentandomi in fine con le lacrime agli occhi. L'essere di nuovo qui, in compagnia di Bobby, non mi aiuta a dimenticare, però riesce ad alleggerire la cosa, per quanto il mio cuore lo permetta. D'un tratto sento qualcuno bussare alla porta, guardo l'uomo chiedendo se aspettasse qualcuno, ma quest'ultimo scuote la testa in segno di negazione. Così un'espressione confusa prende posto sul mio viso e, recuperando la mia pistola dal tavolo e nascondendola dietro la schiena, raggiungo la porta aprendola. Per poco non mi prende un colpo, la mia figura è rigida, bloccata, la pistola che avevo in mano ora giace a terra accanto ai miei piedi. -"Sorpresa"- quella voce, che pensavo non avrei mai più sentito, invade le mie orecchie. Io suoi occhi verdi, che tanto amo, si incastrano nei miei lucidi e la sua bocca si inarca in un piccolo ma evidente sorriso, quel sorriso usato sempre per sdrammatizzare le situazioni, anche quelle più critiche. -"No, non è possibile"- inizio ad indietreggiare. Non può essere lui, io e Sam lo abbiamo seppellito, lui è morto oramai da mesi, dunque non è possibile che sia qui.
-Si lo so, ma eccomi qui, sono tornato"- Dean, o quello che io credo essere lui, avanza entrando in casa. Bobby mi raggiunge non avendo ricevuto risposta e anche lui, come me, rimane pietrificato da ciò che ha davanti. Velocemente si affretta a recuperare un coltello, posto sul piccolo tavolino in legno dinanzi all'entrata, e senza esitare tenta di tagliare la gola a quello che pensiamo essere un muta forma. In modo agile l'essere schiva il colpo bloccando l'uomo -"Bobby sono io"- grida cercando di fermarlo prima che il vecchio lo infilzi e per farlo tira a se una sedia con la quale cerca di difendersi. Io, che fino a quel momento sono rimasta impalata ad osservare il vuoto cercando di riprendermi dalla cosa, recupero l'arma a terra puntandogliela contro, determinata ad ucciderlo -" No aspetta, aspetta"- mi ferma prima che possa premere il grilletto. -"Tu sei T/n t/c, io e te stavamo insieme prima che io morissi, i tuoi genitori sono morti a causa di un demone e Bobby ti ha cresciuta come se fossi sua figlia, esattamente come ha fatto con me e Sammy. Ragazzi sono io, davvero."- finalmente abbasso l'arma e piano mi avvicino alla sua figura sporca e un poco maleodorante. Lo guardo negli occhi cercando la risposta che mi serve per credere che sia veramente lui, quella luce che aveva ogni volta che mi guardava. Elimino l'ostacolo di legno che ci divide e con una mano tasto la sua spalla assicurandomi che non si tratti di uno spettro; mille brividi invadono il mio corpo quando sento le sue ossa sotto il tocco delle mie dita e una lacrima sfugge dai miei occhi. Stavo per dire qualcosa, iniziare a tempestarlo di domande su come abbia fatto a ritornare, ma il vecchio alle mie spalle avanza cercando nuovamente di colpirlo con la lama del suo pugnale -"Non sono un muta forma, sono io Dean"- il ragazzo lo blocca contro il muro cercando nuovamente di convincerlo della sua identità. Poso una mano sulla spalla del biondo facendolo voltare in mi direzione, oramai le guancia sono innondate di lacrime, lacrime di gioia, e senza dire nulla lo stringo forte a me senza più lasciarlo andare. Lo sento stringermi a sua volta è sussurrarmi all'orecchio "mi sei mancata" portandomi a sorridere sulla sua spalla, fregandomene del fatto che sia lercia di terra e ringraziando qualsiasi entità abbia deciso di riportarlo da me.

Ecco un nuovo immagina, scusate se ci ho messo tanto ad aggiornare, ma come ho spiegato qualche giorno fa sono stata occupata a causa della scuola, ma adesso che sono iniziate le vacanze cercherò di essere più attiva. Sto già lavorando al prossimo immagina, che vedrà come protagonista Shawn Mendes. Per ora vi lascio con questo sperando che vi piaccia🥰
-FEDE

IMMAGINAWhere stories live. Discover now