Tra Sogno E Realtà

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Riapro gli occhi, li sbatto più volte per abituarli alla luce, qualcuno mi dà una spinta, mi volto ma non riesco a capire chi possa essere stato; le persone vanno e vengono, tutti di fretta, tutti ciechi e sordi.

Da alcuni altoparlanti si sentono frasi che non riesco a comprendere, almeno penso siano frasi; mi guardo intorno, mi sento sola, ma c'è tanta gente, perché mi sento così? Vedo una coppia che si tiene per mano, li seguo, sembrano delle brave persone, girano a destra, poi a sinistra, rallentano, la ragazza ruota la testa, mi vede con la coda dell'occhio, dice qualcosa al ragazzo, si voltano entrambi verso di me, ridono, mi volto e inizio a correre, vedo un gruppo, li seguo, finisce come prima, ancora ancora e ancora; corro, mi ritrovo in una specie di piazza, sono stanca, mi manca il respiro, cado in ginocchio, sento delle risate, alzo la testa, è la coppia che ho seguito per prima, stanno venendo verso di me, guardano, ridono, sembra un incubo, il fiato mi manca, mi alzo con fatica, mi giro per scappare, le altre persone che ho seguito mi hanno circondato, ridono, ridono tutti; mi sento come sott'acqua, chiedo più volte aiuto, tutti mi guardano, nessuno mi aiuta.

Perché? Perché il loro silenzio fa così male?

Il suono della sveglia mi fa tornare alla realtà, "Ancora questo incubo, non ne posso più" dico mettendomi seduta sul letto. Sono sudata e ho i battiti accelerati. Mi alzo, prendo i vestiti e vado in bagno, mi vesto, mi pettino e scendo a fare colazione; "Buongiorno Sav" dice mio fratello, "Ciao Dylan" gli rispondo, lui ha 3 anni in meno di me e dicono che sia la mia fotocopia per quanto riguarda il carattere, ma boh io non vedo in cosa mi assomigli. Prendo una ciotola e ci verso del latte e dei cereali, una volta finito metto la ciotola in lavastoviglie e mi dirigo di nuovo verso il bagno a lavarmi i denti, predo zaino, telefono e cuffie, mi infilo le scarpe ed esco di casa. "Buongiorno" dico al conducente dell'autobus, fortunatamente il bus è vuoto dato che la mia fermata è la prima; vado a sedermi infondo, metto le cuffie, attivo Spotify, parte "No friends" di Cadmium, canzone azzeccata per il mio mood. Scendo dall'autobus e mi dirigo verso l'entrata della scuola, ci sono già molti ragazzi, alcuni parlano, altri ascoltano musica, altri ancora posteggiano le bici e altri stanno entrando nell'edificio; abbasso lo sguardo, metto le mani nelle tasche della felpa e accelero il passo.

Ed eccomi, mi ritrovo nei posti che odio di più: i corridoi della scuola, non li sopporto, ci sono troppe persone non particolarmente simpatiche che preferirei evitare, ma è impossibile e ovviamente me li ritrovo sempre. "Guarda chi si vede" dice una voce alquanto fastidiosa "La nostra fantastica ballerina", è Corinne, una se non la più popolare della scuola, lei è perfetta, non si può non invidiarla: ha un bel fisico, capelli biondi, occhi azzurri, è ricca, è popolare; diciamo che lei è tutto quello che qualunque ragazza vorrebbe essere. "Che succede questa mattina mia cara Savannah? Il gatto ti ha mangiato la lingua? Non sei felice di vederci?" dice lei, "In realtà preferirei non vedervi però mi tocca subire" le rispondo in modo diretto e freddo, "Come ti permetti di parlare così a me cioè a noi" ribatte lei, a si mi sono dimenticata di dire che Corinne si porta sempre dietro due sue "amiche", Tecla e Yara, la prima è la spalla destra di Corinne, occhi ambra e capelli marroni, l'altra viene sempre messa un po' da parte ma anche lei si impegna a dare fastidio, capelli arancioni e occhi marroni scuro; io le guardo schifata, mi volto e me ne vado. 

"Sav Sav!" ecco questa è la voce che mi piace sentire, l'unica e inimitabile "Ciao Hayden" dico andandogli in contro; lui è il mio migliore amico, anche perché è l'unico che ho, ma non mi importa, con lui sto benissimo, ci conosciamo dalle medie, è alto ha i capelli ricci e marroni, occhi blu che mi ricordano il mare, va molto bene a scuola e adora il basket e trovo che sia l'amico migliore del mondo. "Come stai?" dice lui sorridendo, "Si dai bene e tu?", "Bene grazie, andiamo in classe o faremo tardi" conclude lui sorridendo.

Ormai la scuola è finita da quasi un'ora, ma Hayden mi ha chiesto di aspettarlo, aveva gli allenamenti di basket, tra qualche settimana ci sarà la prima partita del campionato. Sono seduta sulla solita panchina, poche persone vengono in quella parte della scuola ed è per questo che mi piace; prendo telefono e cuffie e inizio ad ascoltare la musica, abbasso le palpebre, mi vedo... si sono io, ho le mie punte, sono lì... sono... "Savannah" grida Hayden correndomi incontro, riapro gli occhi metto via il telefono e le cuffie, prendo lo zaino e mi alzo, "Grazie per avermi aspettato" dice lui, "Di niente ma muoviamoci, devo andare a lezione" gli rispondo sorridendo, "E' vero! Beh allora ti accompagno e ti aspetto che ne dici?" mi chiede lui, "No no non mi va di farti aspettare 3 ore" gli dico, "Dai insisto, tu mi aspetti sempre, dovrò pur ricambiare" dice facendo una smorfia, "No Hayden oggi no, e poi sai che lo faccio volentieri" rispondo, "Va bene va bene, allora ciao ci vediamo" dice correndo verso l'uscita. Inizio a dirigermi verso il cancello, sono le 14:48, la lezione inizia alle 16:00, giusto il tempo di lasciare lo zaino a casa e prendere l'altra borsa. 


𝚁𝚒𝚊𝚙𝚛𝚘 𝚐𝚕𝚒 𝚘𝚌𝚌𝚑𝚒Where stories live. Discover now