Da papà

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Arrivo a casa in poco tempo, apro la porta; mio fratello è seduto a guardare il telefono, ha uno sguardo perso, conosco bene quello sguardo e so anche il motivo. "Dylan sei pronto?" dico afferrando la terza borsa di oggi, "Si" dice lui in modo poco convincente alzandosi, mi avvicino a lui, appoggio una mano sulla sua spalla e dico: "Lo so che l'idea non ti piace, anche io starei volentieri a casa, ma non possiamo farci niente", "Sappiamo entrambi che lo fa solo per la legge, non ci vuole per nulla bene" mi dice lui, "E' vero ma dai che vuoi che siano due giorni, passeranno velocemente, e poi ci sono io" gli dico sorridendo, Dylan mi guarda qualche istante e mi abbraccia, lo capisco, lo capisco davvero.

Il campanello suona, vado ad aprire, è mia madre; "Ragazzi siete pronti? Vi porto da papà" dice facendo un sorriso forzato, ha la faccia stanca. Dylan si alza sbuffando, prende lo zaino ed esce, mia madre lo guarda compassionevole, mi avvicino e le dico: "Stai tranquilla, andrà bene", lei mi sorride e insieme andiamo in macchina. Lascio sedere mio fratello davanti, a lui piace e io non ho problemi a stare dietro. Guardo il paesaggio, il sole è quasi del tutto tramontato e le ultime luci della giornata creano una sensazione di pace. Chiudo gli occhi, sarebbe bello avere una famiglia unita, degli amici ma soprattutto sarebbe bello essere su un palco a ballare, vorrei potermi sentire libera e... "Savannah? Sav ci sei?" dice mia madre, riapro gli occhi e la guardo un po' perplessa, "Siamo arrivati" continua lei, prendo la borsa, la saluto e scendo.

Mia madre se ne va lasciandoci di fronte a un palazzo, mi faccio avanti seguita da Dylan, apro la porta e iniziamo a salire le scale, quante saranno? 50?, non finiscono mai; arriviamo al terzo piano, "Suona tu" dice mio fratello, faccio un passo avanti e premo il campanello, sentiamo dei passi, la porta si apre e un uomo  ci fissa indifferente, "Ah siete voi, entrate" dice freddo, noi entriamo e ci mettiamo in un angolo a guardare quello che dovrebbe essere nostro padre,  " che avete da guardare? smettetela mi infastidite" dice corrugando la fronte "Io esco, se avete fame cercate in frigo o ordinate qualcosa. Non chiamatemi, siete l'ultimo dei miei problemi" conclude poi uscendo dall'appartamento e sbattendo la porta.

Sono le 11:50, mio padre non è ancora tornato e mio fratello dorme. Sono persa nei miei pensieri, fisso il vuoto seduta sul letto, non riesco a dormire, troppe cose per la testa. Mi alzo e mi dirigo in sala, osservo per qualche istante un angolo, poi vado verso la finestra. Il telefono vibra, è un messaggio di Hayden. "Sav, sei da tuo padre?" c'è scritto questo nel messaggio, mi affretto a rispondergli. Parliamo per un po' e poi ci diamo la buonanotte, ormai sono le 02:00.

𝚁𝚒𝚊𝚙𝚛𝚘 𝚐𝚕𝚒 𝚘𝚌𝚌𝚑𝚒Where stories live. Discover now