𝟭𝟯

472 47 1
                                    

Akaashi inspirò a fondo prima di squadrare con attenzione l'intruso che, quel tardo pomeriggio d'inverno, era lì a tenere loro compagnia.

Kageyama non sembrava intenzionato a distogliere o abbassare lo sguardo, e il più grande dei due se ne accorse. Si era proteso in avanti, poggiando i gomiti sulle ginocchia, quasi a voler sfidare anche posturalmente l'altro.

Ha paura, concluse la sua analisi Akaashi. Glielo si leggeva in volto, in fondo, se si osservava bene. Teneva la mandibola tesa, il pomo d'Adamo andava continuamente su e giù. Le dita si muovevano, anche se impercettibilmente, in un tremolio nervoso.

Ma non gli importa, notò anche il più grande. Ha scelto di essere qui consapevolmente, sapendo a cosa stava andando in contro.

Forse è masochista.
Forse ha le sue ragioni.
Forse è solo stufo della realtà in cui vive.

In fondo, ognuno di loro era lì per un motivo.
Akaashi voleva sapere perchè lui aveva scelto di essere lì. Eppure, ci pensò qualcun'altro a precederlo, quasi l'avesse letto nel pensiero.

«Perchè hai scelto comunque di venire qui?», fu Bokuto a parlare, seduto con la schiena contro il bracciolo della poltrona sulla quale era accomodato Akaashi, la pistola nuovamente puntata contro il corvino di fronte a lui.

Era appostato lì, sul tappeto, e non aveva smesso di scrutare Kageyama fino a quel momento. Voleva capire che tipo di persona fosse.

Akaashi sorrise appena per la loro telepatia.

Kageyama spostò lo sguardo su quello più muscoloso e sulla sua pistola, mentre gli altri continuavano a fissarlo in silenzio, in attesa di una risposta. Raggelò appena, deglutendo.

Curiosità?
Interesse personale?

Kageyama non sapeva cosa rispondere.
Eppure, in fondo, sapeva bene perchè era lì.

Forse era perfino felice di aver trovato persone che, come lui, seppur in modo concreto e non solo mentalmente, si opponevano a quel sistema che lui tanto odiava.

«Vuole unirsi a noi.», intervenne Hinata, e il corvino quasi sobbalzò. Si voltò verso la sua destra, dove il rosso sedeva e da dove lo guardava con un sorrisetto furbo in volto. «O forse mi sbaglio?», lo sfidò a parole e Kageyama rimase ammutolito di fronte ai suoi occhietti color caramello. Da quando quel ragazzino riusciva a leggergli nel pensiero così bene?

Kageyama lo guardava infuriato, incapace però di affermare il contrario di quanto detto.

Kageyama voleva essere lì.
Forse, era davvero masochista.

Eppure, non voleva vivere una vita senza avere neppure la possibilità di scegliere come e con chi viverla.

Non voleva diventare come suo padre.
E non lo sarebbe diventato.

«Nonostante tutto, saresti davvero disposto a farlo?», fu Akaashi a parlare, ancora una volta, catturando nuovamente l'attenzione dell'altro.

Kageyama sentì qualcosa sfiorargli la gamba, e notò con la coda dell'occhio che Hinata aveva fatto scontrare appena volontariamente il suo ginocchio contro il suo.

Non ne comprendeva appieno il motivo, ma quel gesto bastò a fargli aprire finalmente bocca.

«Sì.», affermò. Bokuto lo scrutò meglio, caricando la pistola. «Perchè lo fai?»

Kageyama deglutì nuovamente, ma non esitò a rispondere, questa volta.

«Perchè non dovrei farlo? Solo un pazzo accetterebbe di vivere in questo modo.»

Hinata, a quelle parole, pur nascondendolo alla vista dell'altro, accennò un sorriso soddisfatto.
Già lo sapeva che quel ragazzo non lo avrebbe deluso.

HEY HEY HEEY
sono vivA and here we go again :)
spero stiate tuttx bene e vi auguro un buon weekend!

𝗠𝗮𝘁𝗰𝗵 𝗠𝗮𝘀𝘁𝗲𝗿 | 𝗞𝗮𝗴𝗲𝗵𝗶𝗻𝗮Where stories live. Discover now