VENTITRE

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Susanna

Oggi...

Stiamo camminando per il Lido di Fano da un po'. Dopocena Camilla ed io siamo andate in Direzione dove abbiamo trovato un ragazzo dello Staff che ci ha gentilmente consigliato un pub sulla spiaggia dove la musica è gradevole e i cocktail a buon mercato.
«Quindi chi era quello?», domanda Filippo affiancando me e Camilla, la quale sta blaterando da un'ora buona sul ragazzo molto carino che ci ha aiutato destando così la curiosità dei presenti, uno in particolare.
Alzo gli occhi al cielo. «Un ragazzo dello Staff del campeggio.»
«Ti ha puntato», sostiene.
«Ma non è vero! E non basarti su quello che dice Camilla, lo sai che lei è sempre scenografa su queste cose!», esclamo.
«Ti dico che è così!», sostiene.
«Ma se non eri nemmeno lì!», mi esaspero. «E' stato solo gentile.»
«Sì certo, ora si dice così», borbotta sottovoce.
Mi fermo e lo trattengo per un braccio. «Fili, ma che ti prende?»
Lancia uno sguardo al gruppo e quando si accerta che sono abbastanza lontani da non poter udire la nostra conversazione si decide a parlare. «Mi fa incazzare che qualcuno ci prova con te! Prima Ottavio e ora questo cretino di passaggio, per non parlare di mio fratello, anzi, dei miei fratelli!»
Sgrano gli occhi. «Coosa? Sei pazzo?»
«No, non sono pazzo. Permetti ad Alessandro di entrare in casa tua e a Cesare di comprarti un abito da sera, mentre a me... lascia perdere», dice allontanandosi e raggiungendo gli altri.
Okay, sono sempre più sconvolta.
Ho capito che Filippo è geloso e non poco, tuttavia questo è assurdo!

Camilla e Cesare si scatenano per tutta la notte sotto le note più ritmate del momento mentre io me ne sto in disparte mentre osservo da lontano Filippo che ride e scherza con una ragazza dai capelli rossi. Ogni tanto lancia uno sguardo verso di me e poi, con un sorriso da bastardo, riprende la conversazione con quella. È chiaro che vuole farmi ingelosire e, accidenti a lui, ci sta riuscendo alla grande!
I capelli di quella ragazza non fanno altro che riportarmi alla mente dei quesiti spiacevoli. So che la sua cotta per Camilla gli è passata da mesi, ma non posso non domandarmi cosa potrebbe accadere se questo dovesse ricapitare.
«Allora l'hai trovato il posto!», dice una voce alle mie spalle e voltandomi noto Giorgio, l'affascinante ragazzo dello Staff. È talmente bello che io e la mia amica l'abbiamo ribattezzato il cugino di Scott Eastwood.
Sorridendo come un'imbecille annuisco senza ricordarmi come si fa a parlare. «Sì, è stato facile. Grazie ancora per il consiglio.»
«Figurati! Ti offrirei da bere ma noto che hai già un cocktail il mano.»
Sposto lo sguardo sul bicchiere di plastica trasparente tra le mie dita. «Oh, questo non è mio. È di Leonardo.»
«Il tuo ragazzo?», indaga senza tergiversare troppo. Scuoto subito la testa. «Un mio amico, il migliore.»Senza farlo apposta, Leo compare al nostro fianco. «Scusa Susy, ma c'era più fila del previsto.»
«In questo caso», dice Giorgio senza staccare gli occhi da me. «Posso offrirti da bere?»
Il mio sguardo si sposta su Filippo il quale in questo momento è totalmente concentrato su ciò che sta accadendo tra me e Giorgio, tanto da non degnare minimamente di uno sguardo la sua momentanea compagnia. I suoi occhi si accendono come per impormi di non azzardarmi ad accettare e di rimando alzo un sopracciglio a mo' di sfida.
Ripongo la mia attenzione al bellissimo ragazzo davanti a me. «Sai che ti dico? Un drink mi andrebbe, grazie!»
Seguo Giorgio verso il bar e non riesco a trattenermi dal voltarmi un'ultima volta verso Filippo.
Come può vedere non è il solo capace a giocare a questo gioco.
Sono brava anch'io.

Sto camminando in riva al mare mentre l'acqua mi bagna i piedi nudi e un leggera brezza mi accarezza la pelle.
«Allora quanto vi fermate?», domanda Giorgio al mio fianco.
«Dieci giorni. Sono qui con i miei migliori amici e i fratellastri di una di loro.»
«E così sei single?», indaga.
Mi viene da sorridere davanti a quella domanda indiscreta. «E come fai a dirlo?»
«Hai detto che non hai un ragazzo», si giustifica.
«A dire il vero ho detto che Leonardo non è il mio ragazzo, non ho mai detto di non averlo», preciso e lui mi sorride educatamente.
È davvero bellissimo ma le farfalle che dovrei provare quando mi guarda negli occhi come sta facendo ora non si fanno sentire. «Beh, in questo caso, beato lui!»
Giorgio inizia a raccontarmi di com'è lavorare in un campeggio ma ciò che continuo a domandarmi dentro di me è per quale ragione ancora non gli ho detto che sono libera. Forse perché so che sarebbe una storiella senza senso. Forse perché così libera poi, in realtà non mi ci sento.

Quando torno verso i miei amici noto Camilla e Leo che ballano mentre Cesare e Ale stanno chiacchierando tra loro. Faccio vagare lo sguardo fino a quando non lo vedo seduto in riva al mare. Sta bevendo un drink scuro, il quale è appena stato posato al suo fianco.
È solo, così decido di raggiungerlo.
«Che bevi di buono?», dico rompendo il ghiaccio mentre mi siedo al suo fianco.
Filippo tiene lo sguardo fisso sull'orizzonte mentre mi tende il bicchiere. Lo afferro e ne bevo il contenuto, gustando il gusto dolce del rum scuro mischiato con la Cola.
«Però, mica male!», esclamo sorpresa.
«Che stai facendo?»
«In che senso, scusa?»
Scuote la testa. Espiro l'aria dai polmoni e fisso il cielo stellato mentre le note di una hit del momento si diffonde tra la gente.
«Avevi detto che ti mancavo, non avevo capito che scherzavi», mormoro.
Sto per alzarmi quando la sua mano afferra il mio avambraccio, bloccandomi.
«Non lo faccio mai. Tu piuttosto vedi di non prendermi in giro», dichiara minaccioso, poi allentando la presa, aggiunge: «Non lo sopporterei.»Sento la rabbia diffondersi nel petto. «Oh quindi ferisce quando gli altri fanno il tuo stesso gioco, eh?»Filippo aggrotta la fronte e io alzo gli occhi al cielo esasperata. «Okay, scusami hai ragione. Ora ti puoi sedere di nuovo, per favore?», mi domanda e io lo accontento dal momento che non voglio più fuggire da lui. «Ti piace? Quel tipo intendo.»
«E' carino.»
«E' un cretino. Hai visto com'era vestito? Sembrava un deficiente!»
«E' carino e no.»
«No, non ti piace?», domanda speranzoso.
«No, non è un cretino», termino la frase. «Sembra un ragazzo a posto, ma, ecco... ammetto che mi ha fatto delle avance ma non hanno sortito l'effetto che avrebbero dovuto», gli confido. «Credo che la colpa sia tua.»
«Dici davvero?»
«Purtroppo per me, credo proprio di sì», ammetto in un sussurro.
«Susanna ti prego, un appuntamento. Ho bisogno di stare con te senza amici o libri di testo. Solo noi due. Nulla di più.»
«Okay», acconsento.
«Davvero?», domanda felice e appena annuisco il mio stomaco viene invaso dalle farfalle. Le famose farfalle che credevo sepolte da tempo prendono vita investendomi in pieno e, francamente, non so se esserne felice o meno. «Ti giuro che non te ne pentirai, farò di tutto per non farti scappare.»
«Lo so», ammetto. «Ma non è di te che non mi fido, ma di me stessa.»
«Come?», chiede e io scuoto la testa.
«Nulla, ero sovrappensiero», mento sperando che non mi abbia sentita. «Andiamo a ballare?», propone alzandosi e tendendomi una mano. «Assolutamente sì», rispondo e lo seguo in pista.

TUTTO PER UNA RAGIONE (THE ROSSI'S SERIES 3)Where stories live. Discover now