NOVE

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Susanna

Due anni fa...

«E così hai una sorella», mi chiede Filippo mentre ci stiamo dondolando sull'altalena.

È passato un mese da quando ci vediamo regolarmente per fare ripetizioni. All'inizio è stata parecchio dura, soprattutto perché dovevo rincorrerlo per tutto il tempo, ma poi d'un tratto è cambiato.

«Già, lei è speciale, molto speciale per me», gli confido.

Gli ho appena raccontato del trucco dei bicchieri e mi domando se prenderà mai spunto.

 «Sai vorrei conoscerla», osserva.

 «Sicuramente le farebbe piacere, ma ti avviso, non farti trovare a mani vuote.»

«In che senso?»

Stringo più forte la catena di metallo sotto le dita. «Se vuoi diventare qualcuno d'importante per lei allora devi diventare qualcuno. C'è l'uomo delle focacce, l'uomo delle margherite, l'uomo del cioccolato», gli spiego. «Sono tutti amici del palazzo che le fanno regali. Degli altri non si ricorda nemmeno il nome.»

Ride e la fossetta sulla sua guancia compare. «Cosa ne diresti dell'uomo dei palloncini?», domanda.

 «Direi che è perfetto, nessuno c'è mai arrivato.»


Tre giorni dopo Filippo si presenta a casa mia con un palloncino rosa tra le mani per Melania. Inutile dire che già l'adora.

«Okay allora noi andiamo al cinema», dico salutando mia sorella e la mamma.

Mentre camminiamo verso il pullman racconto a Filippo di mia sorella, di come mamma ha scoperto che aveva la sindrome di Down e di come ha deciso di portare a termine la gravidanza. Per fortuna, ad eccezione di qualche lineamento estetico, Melania non ha grossi disturbi, si può dire che è una bambina come le altre, tuttavia la sua vita non sarà mai altrettanto semplice.

«Cos'è successo a tuo padre?», mi chiede mentre siamo seduti fuori dal cinema.

Mi stringo nelle spalle. «Era un pompiere. È morto durante un salvataggio, nove anni fa. Una casa alle porte di Milano. C'è stato un cortocircuito e sono morte tutte le persone dell'appartamento, tutte tranne un bambino di dieci anni. È stato mio padre a tirarlo fuori. Dopo che ha salvato lui è tornato nella casa per aiutare qualcun altro ma non ce l'ha fatta», dico.

Filippo allunga una mano verso di me, stringendola. «Mi dispiace.»

«Già, anche a me.»Espiro l'aria dai polmoni. «E tu invece?»

Si stringe nelle spalle. «Io cosa?», domanda poi osservandomi negli occhi cede. «Mia mamma. È morta poco tempo fa e sembra non fregare a nessuno tranne a me.»

Non dico nulla, mi limito ad ascoltarlo.

«Il mio gemello si è buttato sulla musica, il maggiore nella scuola e nel basket, mentre mio padre... be' è mio padre cazzo! Non c'è mai stato prima figuriamoci ora», rivela con la testa rivolata verso il pavimento. Intorno a noi le persone ridono e corrono ignare di quello che stiamo vivendo noi.

Con mano esitante gli accarezzo la spalla. «Mi dispiace, per tutto.»

I suoi occhi incrociano i miei. «Grazie per essere qui con me, non vorrei nessun'altro.»

Mi limito a sorridergli.

 «Devo rivelarti una cosa», esordisce. «Ti osservo spesso, al cimitero intendo. Io non entro mai, non ci riesco. Penso che tu sia una delle persone più coraggiose che conosca.»

«Si vede che allora non ne conosci molte», dico e lui sorride. «Se ti va potremmo farlo insieme, siamo amici, no?»

«No, per me sei molto di più», dichiara e avvicinandosi a me posa le sue labbra sulle mie.

Un mix di emozioni mi travolgono e non so più che fare o pensare, ad eccezione di una cosa: non vorrei essere da nessun'altra parte se non qui, con lui.

Tutto sembra essere perfetto, tutto giusto.

Non mi sono mai sbagliata così tanto prima d'ora.

TUTTO PER UNA RAGIONE (THE ROSSI'S SERIES 3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora