𝕋𝕙𝕖 𝔼𝕤𝕔𝕒𝕡𝕖
Parte 1
𝒦𝒶𝓉𝒾𝑒
𝐏asso fra le dita il bracciale con la mezzaluna su di esso cercando fra i mille pensieri che riempiono la mia mente il motivo per cui è ancora davanti ai miei occhi, la ragione per cui mi ostino a toccarlo fino a trovare un sollievo che nemmeno pensavo di aver bisogno. Una luce leggera della veranda riflette sulla mezzaluna e io la inglobo nella mano sospirando a malincuore e chiudo gli occhi per un istante.
Ho provato a tenere lontano pensieri involontari ma ho come la sensazione che il legame che mi incatena a quel mannaro mi stia portando sempre più vicino ad un crollo che potrebbe riportare a galla sentimenti che non voglio provare. Tre giorni fa alla vista di quel graffio sulla sua spalla ho sentito qualcosa, qualcosa di irascibile sulla mia pelle e dentro quella cassa toracica in cui giace un cuore silenzioso. Non ho più pensato ad altro. Solo quello e solo lui. Non mi sono nemmeno fatta domande su quei cacciatori. Hanno fatto del male a Molly per colpa mia ma lo sguardo torvo di quest'ultima nei miei confronti non è per quello, ne sono certa, è perché voglio dire di no alla magia e lei non è del mio stesso parere. Ci siamo scambiate poche parole dall'accaduto e da quella conversazione. Ha aiutato la sciamana a legare i cinque uomini. Uno di loro, quello che ha ferito Tristan,, è sparito e per quanto riguarda gli altri se ne è occupata Yelena.
Lascio la veranda e raggiungo Molly per la cena. Sarà ancora una volta l'ennesimo pasto fatto senza proferire parola con solo colpi di posate che toccano la ceramica del piatto e il ticchettio di un orologio a cucù su una delle pareti a riempire il silenzio.
Poco prima di finire gli ultimi bocconi di un piatto a base di pesce, Molly prende un fiato profondo.
«Dobbiamo parlare.» mormora con l'impazienza che non si scomoda a nascondere.
Al contrario di lei, io non alzo nemmeno gli occhi per guardarla, finendo la mia cena in un silenzio che non mi guasta affatto.
«Perché ti comporti così? La magia è qualcosa di...molto, molto raro. Non puoi davvero sperare di vivere ignorandola completamente.» dice in tono lamentoso e sempre più esasperato. «Potresti fare delle cose incredibili. Delle belle cose.»
Finalmente alzo il capo per guardarla. I suoi occhi brillano di un dispiacere che io non comprendo. Troppo fredda, troppo testarda e troppo distrutta per darle ragione.
«Non cambierò idea, mi dispiace.» dico soltanto e balzo in piedi come una corda premuta troppo, lasciandola da sola.
In camera mi muovo avanti e indietro e in quel momento una debolezza cresce dentro di me e sento di nuovo quel bisogno di essere circondata da quel calore che cerco da giorni ormai. Quel bisogno è ancora più forte e quasi impazzisco a prendere boccate d'aria, a fare un respiro che trema ogni volta che viene inalato.
D'un tratto mi rendo conto che mi manca la mia famiglia, nonostante l'odio riservato per l'abominio che sono, mi mancano. Prima di cedere a delle stupide lacrime, la codarda che sono realmente emerge dentro di me e la voglia di scappare cresce a dismisura. Una piccola lacrima scende comunque ma anziché darle un minimo di importanza afferro lo zaino e metto le mie cose dentro a colpi di furia. Non capisco perché io sia rimasta ancora qui. Me ne frego dei cacciatori ormai è inutile, mi hanno trovata anche qui, non ho più nulla che mi trattenga veramente.
Aspetto le due del mattino prima di uscire di soppiatto e lasciare quella maledetta casa. Forse è tardi, forse non otterrò niente ma non vedo altra soluzione. Fuori è buio ma nonostante la notte fonda una bellissima luna in mezzo ad alcune nubi illumina la strada deserta su cui cammino senza aver veramente pensato ad una meta. Più cammino e più il mio passo diventa lento e non riesco a comprendere appieno il vero motivo che mi sta rallentando. È solo quando un odore familiare invade le mie narici mi immobilizzo. È del mannaro ma perché lo sento? Solamente dopo uno strano richiamo e l'ambiguo calore che si diffonde sulla mia pelle che lentamente mi volto. Un leggero sussulto mi tramortisce quando passando gli occhi su un possente torace che si muove pesantemente su e giù, in alto incontro lo sguardo furente di Tristan.

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Ashes -Il Grande Caos È Dentro Di Me-
WerewolfPiccolo estratto: ||«Cosa c'è che non va con le mie labbra?» «Assolutamente niente, piccola ingenua...sei solo diventata un mio pensiero fisso.» «Ed è positivo?» «Non lo so...ma potrei dirtelo se ti avvicini.»|| Trama: La diciassettenne, Katie Brenn...