CAPITOLO 29

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-Clara-

«Dai, vieni» mormora Massimo mentre mi tende una mano, che afferro subito data la mia stanchezza; non sono abituata a camminare per tanto tempo, ormai le passeggiate non le faccio da tanto.

Mi ricordo ancora quando mia madre mi costringeva ad andare a fare una camminata con lei di sabato mattina quand'ero piccola e la odiavo tantissimo per questo, ma adesso capisco che per il nostro organismo fa bene camminare e fare passeggiate, quindi sono grata che mi abbia costretto ad andare con lei.

«Sei lenta bambina, dovresti fare ginnastica con Rebby» dice con tono provocatorio e gli lancio un'occhiataccia, non prima di essermi guardata la pancia, giusto per constatare che per fortuna non sono ancora ingrassata.

«Beh, ma guardati tu! Ti sta venendo il doppio mento!» ridacchio sotto il suo sguardo di fuoco. Aggrotta le sopracciglia e si tocca il collo ed il mento, guardandomi negli occhi, facendomi ricordare quando al posto delle sue mani c'era la mia lingua. Scuoto la testa nel disperato tentativo di non bagnarmi e riporto il mio sguardo su di lui.

«Tanto sarei bello lo stesso» dice alzando le spalle con nonchalance. Chiudo gli occhi esasperata dalla sua sicurezza, che vorrei avere io e gemo disperata.

«Riserva i tuoi gemiti più tardi, Astilbe» sussurra roco vicino all'orecchio e mi scappa un ansimo che lui non si lascia sfuggire, mentre mi guarda facendomi l'occhiolino.

Si gira, riprendendo a camminare e sbuffo poiché le mie ginocchia non reggono il peso del mio corpo, ma prima che me ne possa accorgere mi ritrovo il suo fondoschiena davanti al viso ed il corpo a testa in giù sulla sua spalla, come se fossi un sacco di patate.

Emetto un gridolino e scalcio, cercando di colpirlo, ma con una mano solleva di poco il mio vestitino e mi afferra una natica tenendola saldamente nella sua mano, come ad incitarmi a smettere.

Animo presa alla sprovvista e lui palpa dolcemente la mia pelle nella sua mano.

«Mettimi giù brutto cavernicolo!» ordino, mentre tiro pugni alla sua schiena che però non sembra dolergli. Ride di gusto e da una strizzatina alla mia natica, facendomi eccitare spropositatamente.

«Ti metterò giù quando ne avrò voglia» ribatte con tono deciso ed alla sua frase segue una risatina profonda.

Sbuffo adirata per il suo comportamento ed alzo gli occhi al cielo sapendo che non può vedermi. Le mie braccia cadono a penzoloni, ma non sono abbastanza lunghe da toccare i fiori che stanno lentamente sbocciando sul terreno verde.

Improvvisamente il mio corpo viene tirato più giù ed urlo per lo spavento, già pronta a cadere per terra, ma questo non accade poiché Massimo tiene saldamente il mio sedere e ride. Sbuffo capendo le sue intenzioni e gli batto i pugni nuovamente.

«Stronzo! Ero già pronta per l'impatto!» lo sgrido, mentre osservo le sue gambe toniche ed il suo sedere che sembra essere scolpito sulla pietra da quant'è perfetto. Non ho mai guardato il sedere di qualcuno, ma adesso, ritrovandomi davanti a questa maestosità non posso farne a meno.

Da questa posizione riesco a toccare l'erba che sfugge dalle mie dita non appena le tocco, poiché Massimo continua la sua camminata.

Rido a testa in giù e sento la sua mano sfiorare le mie mutandine mentre tiene il suo palmo a stretto contatto con la mia natica. Riesco a strappare una margherita dal terreno e la annuso mentre ne accarezzo i petali bianchi. Mi aggrappo alla schiena del mio fidanzato ed incaricando la schiena tiro su il viso, guardando la valle ai piedi della montagnetta su cui stiamo andando. Questo posto è magnifico ed è pieno di montagnette, i boschi sono fantastici e prima abbiamo intravisto un cervo.

MOSTROWhere stories live. Discover now