CAPITOLO 41

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-Clara-

«Cosa?» chiedo mentre i suoi palmi afferrano i miei fianchi e prendendomi in braccio si dirige verso una meta sconosciuta, facendomi aggrappare alle sue grosse spalle. Sbatte il mio corpo al muro ed ansimo per la sorpresa, mentre lui attacca con le labbra il mio collo esposto alla sua bocca che mi reclama.

«F-Fermo» balbetto a corto di fiato «Massimo, fermati, potrebbero vederc-» senza farmi finire la frase le sue labbra si fiondano sulle mie, incastrandomi in un bacio rude ed aggressivo. Prima che la sua lingua tocchi la mia, i suoi denti ed i nostri fianchi sbattono contemporaneamente, facendomi capire quanto mi desideri.

Blocca i miei polsi contro il muro ai lati della mia testa, inchiodandomi tra quest'ultimo ed il suo corpo mentre continua a far scontrare i nostri bacini, facendomi bramare maggiore contatto.

«Dimmi che mi vuoi» sussurra contro le mie labbra ed improvvisamente si stacca dal muro, facendomi sentire spoglia della mia stessa pelle.

I suoi occhi neri m'intrappolano in un dialogo senza voce, in cui comunichiamo con la sola vista dell'altro e respiriamo attraverso i nostri sentimenti.

Mi muovo a disagio sotto il suo sguardo penetrante e criptico e sussulto quando alza una mano nella mia direzione, andando ad accarezzarmi dolcemente una guancia. La sua fronte si aggrotta mentre mi osserva inclinando di lato la testa, come se fossi un animale da osservare allo zoo.

Faccio un passo in avanti e nello stesso momento lui mi afferra il collo e lo stringe nella sua presa. Mi aggrappo con le mani al suo polso e spalanco gli occhi mentre mi fa indietreggiare tenendomi per il collo e mi sbatte nuovamente al muro.

Si avvicina premendo il suo corpo contro il mio ed affonda il viso nell'incavo del mio collo, prendendo grossi respiri contro la mia pelle quasi ad annusarmi, come se dovesse calmarsi. Il battito del mio cuore accelera, anche se la sua stretta al mio collo mi permette di respirare regolarmente.

«Hai paura?» domanda inspirando nuovamente ed io scuoto la testa, negando alla sua domanda.

«Dovresti averne, non sono un brav'uomo» mi avverte e poi sposta il suo viso davanti alla mia visuale, facendomi ammirare tutta la sua bellezza. Stringe la sua presa e deglutisco a fatica mentre lascio il suo polso e posiziono le mie mani sul suo petto, precisamente sul suo cuore che sento battere forte come il mio.

«Io non sono un brav'uomo, mettitelo bene dentro quella testolina, amore» ordina perentorio mentre avvicina il mio viso al suo ed annuisco mentre vado ad accarezzargli i capelli neri. Inspiro dal naso una grossa quantità d'aria mentre sento le sue dita tenermi saldamente vicino al suo viso.

«Dovresti essere arrabbiata con me: ti ho fatta spiare e mi sono presentato qui spaventandoti, ti sto stringendo il collo e sento il tuo cuore battere all'impazzata. Sei schifosamente buona» mormora con disgusto, facendomi quasi sentire sbagliata ed in colpa.

«Non ci trovo niente di male nell'esserlo. Perché mi dici queste brutte cose?» chiedo e subito dopo sento la sua stretta diminuire fino a togliere la mano. Stringe i miei fianchi tenendoli saldamente e mi avvicina ancora di più al suo corpo, stringendomi con le braccia.

«Parlami, ti prego» tengo il suo viso tra le mani e lo guardo cercando di capirci qualcosa di sensato nelle sue parole, ma la verità è che nemmeno io lo comprendo. Nessuno comprende Massimo.

«Niente, sono solo un'idiota» risponde, e subito dopo mi bacia facendo riaffiorare in me il desiderio. Mi tiene attaccata al suo corpo come se fossi la sua stessa linfa vitale, il suo stesso respiro, la sua stessa anima, ed io mi chiedo se ci sia cosa più bella che stare fra le sue braccia muscolose.

MOSTROWhere stories live. Discover now