Capitolo 12

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Oggi è lunedì e la mia voglia di vivere è pari a zero.

Considerando che tra poco vedrò di nuovo Daniel dopo quello che è successo credo che quando tornerò a casa non farò altro che piangere.

Almeno mia madre mi ha ufficialmente ridato il mio telefono, aveva detto che lo avrebbe fatto solo in vista della festa, invece finalmente ha deciso che la punizione può benissimo concludersi qui.

"Allison!" dice una voce che conosco benissimo.

Mi giro e corro tra le braccia della mia migliore amica.
Da quando è successo tutto questo casino non ho più sentito Sarah.

Avrei dovuto darle retta, non sarei dovuta andare a quella stupida festa, ma ovviamente non l'ho ascoltata, come al solito. Devo smetterla di fare tutto di testa mia e devo iniziare a seguire i consigli di Sarah.

"Avevi ragione, non dovevo andarci" dico mentre lei mi accarezza i capelli.

Tutti ormai sanno che per tranquillizzarmi bisogna accarezzarmi i capelli.

"Mi dispiace tanto" sussurra Sarah.

Quando ci stacchiamo dall'abbraccio le chiedo come ha fatto a sapere del ritorno di Daniel e lei mi spiega che il giorno in cui sono andata a casa sua e ha ricevuto una chiamata da parte di Richard, è venuta a sapere proprio da lui del ritorno del mio ex ragazzo.

Richard e Daniel sono sempre stati grandi amici, quindi era scontato che il ragazzo di Sarah lo sapesse.

"Allison?" il mio cuore perde un battito non appena sento la sua voce, quella di Daniel.

Mi giro di scatto e lo guardo nei suoi grandi occhi verdi che hanno sempre avuto il potere di ipnotizzarmi.

"Daniel" sussurro talmente piano che temo che non mi abbia nemmeno sentito.

Mi rivolge un mezzo sorriso che è in grado di sciogliermi.

"Quanto tempo, eh?" dice in imbarazzo.

Sarah gli rivolge un'occhiata di fuoco e questo mi fa sorridere. La cosa che più amo delle mie amiche è che si arrabbiano più di me quando mi succede qualcosa.

"Ti ho visto con Rachel".

L'ho detto senza pensarci, d'impulso.
Non riuscivo a trattenermi, volevo che lui lo sapesse, che capisse quanto dolore mi ha causato.

Daniel sembra rimasto senza parole, l'ho colto di sorpresa. Magari non avrei dovuto dirlo, sarei dovuta rimanere in silenzio ed annuire forzando un sorriso.

Ma ormai è passato, non posso cambiare ciò che è successo, posso solo sperare che quello che mi dirà non mi ferirà ulteriormente.

"Io... Allison..." prova a dire, ma viene interrotto da Rachel, che a quanto pare è la sua ragazza.

"Ciao amore mio!" dice infatti lanciandosi addosso a lui.

Gli riempie la faccia di baci e lui non si sposta, non sorride, non reagisce.
Si lascia baciare da lei mentre il suo sguardo è ancora incatenato con il mio.

Gli occhi cominciano a pizzicarmi fino a quando la vista inizia ad appannarsi.
Sto di nuovo per piangere.

Sarah si rende conto del mio stato d'animo e mi trascina via da qui, probabilmente stiamo per trascorrere l'intera ora chiuse nel bagno delle ragazze.

"Perché perché perché?" continuo a ripetere. Tengo la testa fra le mani, le ginocchia strette al petto e lascio che le lacrime mi bagnino le guance.

Come avevo previsto, io e Sarah trascorriamo l'intera ora chiuse in bagno. Lei ha cercato di consolarmi in qualche modo, io mi sono sfogata piangendo e dicendole nel dettaglio cosa provo per Daniel.

Stiamo per alzarci da terra quando sentiamo la porta aprirsi e dei passi avvicinarsi.

"Allison? Sarah? Siete qui?" dice una voce molto conosciuta.

Victoria è venuta a cercarci, probabilmente era preoccupata perché non ci ha viste a lezione.

"Sì, siamo qui" risponde Sarah, alzandosi e aprendo la porta del bagno in cui siamo chiuse.

"Ma che cosa vi è successo? Come mai avete passato l'intera ora chiuse qui?".

Così brevemente le spieghiamo dell' incontro che c'è stato con Daniel, di come Rachel abbia baciato il mio ex davanti a me spezzandomi il cuore, e infine di ciò che ho provato alla vista di quei due.

"Dai sbrighiamoci o il professor Jones se la prenderà di nuovo con te, Allison" dice Sarah, una volta terminata la conversazione.

Annuisco velocemente ed entriamo in classe in perfetto orario, adesso quel pazzo del mio insegnante non può dirmi assolutamente nulla.

Sto per sedermi accanto a Sarah quando il mio professore interviene come se non stesse aspettando altro: "Collins, devo ricordarti che durante la mia ora tu devi stare accanto a Carter?".

"Come scusi?" esclama Joanne, forse troppo ad alta voce.

Al momento mi sento piuttosto osservata e infatti, quando mi giro verso i miei compagni, mi rendo conto che sia Daniel che Noah mi stanno guardando.

Il primo è seduto vicino a Rachel, che gli sta facendo i grattini sul braccio.
Il secondo invece mi guarda col solito sguardo arrogante, quello che qualche giorno fa però era stato sostituito da uno più preoccupato.

Joanne continua a lamentarsi e a dire che non posso assolutamente stare vicino al suo amore.
Io non sto di certo facendo i salti di gioia, ma ormai mi sono arresa.

Più dico di voler allontanarmi da lui, più mi ci trovo vicina.

"Signorina Bell, si sieda immediatamente accanto alla signorina Hall oppure la manderò dal preside e si lamenterà con lui" la rimprovera il professore, alzando il tono della voce.

Joanne, seppur ancora contraria, si alza dal suo posto, mi lancia un'occhiata carica di odio e si siede accanto a Sarah che non ne sembra molto entusiasta.

Lentamente mi avvicino al banco di Noah, stando ben attenta a non guardarlo per dimostrargli che non voglio avere a che fare con lui.

"Ciao" dice non appena arrivo davanti a lui.

Alzo il mento in segno di saluto e comincio a tirare fuori dal mio zaino grigio tutto l'occorrente per affrontare questa noiosissima ora di matematica.

Quando finalmente penso che ha deciso di rimanere in silenzio, ha la pessima idea di rivolgermi parola: "Ti sei ripresa?".

Potrebbe quasi sembrare che me lo stia chiedendo perché gli interessa davvero, ma dal suo tono di voce divertito e dal suo sorrisetto si capisce che non è così.

Di scatto giro la testa verso di lui.
I suoi occhi nocciola mi fissano, mi fanno sentire quasi spoglia, mi mettono in soggezione.

"Lasciami. In. Pace" scandisco bene le parole affinché il concetto sia più chiaro.

Ma a quanto pare non riesce a capire che con lui non ho intenzione di parlare, deve puntualmente fare di testa sua.

"Collins, correggi gli esercizi, forza".

Ero impegnata a piangere e a stare male, quindi naturalmente non ho nemmeno aperto il quaderno.

"Non li ho fatti" dico tranquillamente, scarabocchiando l'angolo del banco con una matita.

"Se non è un problema posso aiutarla io" interviene Noah, prima che il prof dica qualcosa.

Tutti si girano verso di lui e lo guardano a bocca aperta, me compresa. 

"Ma che stai facendo? Sei impazzito!?" sussurro e lo fulmino con gli occhi.

Cosa c'è di difficile da capire nella frase "Non voglio avere a che fare con te"?

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