Capitolo 13

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"Se tu sei sicuro di poterci provare, sì Carter, puoi" risponde il professore, meravigliato come tutto il resto della classe.

Per tutta l'ora Noah non ha detto nient'altro, è stato perfettamente in silenzio proprio come gli ho richiesto tantissime volte. E questa cosa è molto, molto strana.

Joanne ogni tanto ci ha lanciato qualche occhiata visibilmente scocciata mentre la sua compagna di banco, nonché mia migliore amica, sospirava esasperata.

Al suono della campanella rivolgo la mia attenzione a Daniel, intento a scambiarsi un tenero bacio con la sua ragazza.
Ed è in questo momento che Noah pare ricordarsi come si parla e non perde un minuto per farlo.

"Ci vediamo da me oggi pomeriggio?".

Ovviamente non ci andrò, pensavo fosse ovvio. Non capisco perché si è messo in testa questa storia dell'aiuto in matematica. Non accetterò mai.

"Carter, ma perché non mi ascolti?".
"Perché mi piace pensare che tu abbia bisogno di me" risponde facendomi l'occhiolino.

"Io non ho bisogno di te, adesso spost..." non finisco la frase perché mi interrompe subito.
"Alle 16:30?".

"Non verrò da te, sappilo" metto in chiaro.
Spero che si arrenda il prima possibile perché non ho tempo da dedicare alle sue idiozie.

Noah ridacchia mentre si sistema lo zaino sulle spalle.

Incrocio le braccia sotto al petto, ferma nella mia decisione. Sono molto più che testarda, sa che non accetterei mai ed è proprio per questo che insiste.

"Collins lo sai che ti conviene accettare, il professore ti odia!".
"Non sono affari tuoi".

Lui alza le mani in segno di resa, forse si è finalmente arreso.
Mi giro per andarmene e mi rendo conto che non c'è più nessuno, se ne sono andati tutti.

"Quando capirai di aver bisogno di me," sento dire con voce bassa all'orecchio, "sai qual è il mio numero. Chiamami" conclude.

Lo sento allontanarsi e poi lo vedo andare via.
Io sono pietrificata sul posto, non so che cosa dire.

Perché è così strano?
Che cosa gli sta accadendo?
Non capisco più se il suo atteggiamento è fastidioso o se è piacevole.

Ogni parola che dice ha la capacità di lasciarmi a bocca aperta. Ogni sguardo mi lascia senza parole.
Dopo anni trascorsi a trattarci male e a insultarci perché inizia a comportarsi in modo così strano solo adesso?

Non posso più perdere tempo pensando a lui però, mi attendono le lezioni e non ho intenzione di fare tardi anche oggi.

Le lezioni che sono venute dopo sono state piuttosto noiose, non è successo niente di eclatante. Sarah ha preso appunti e non mi ha degnato nemmeno di uno sguardo, Daniel e Rachel chiacchieravano in continuazione e Noah è rimasto in silenzio tutto il tempo.

È stato quasi strano non essere il soggetto delle sue attenzioni, non capita quasi mai. Ed adesso che è accaduto non posso fare altro che esserne felice.

Tornando a casa l'ho visto parlare con Joanne: lei si stava avvicinando a lui e gli stava stampando un bacio sulle labbra, ma lui si è scansato e le ha detto: "Joanne, non è il momento".

Non ho sentito altro di ciò che si sono detti, ho preferito continuare per la mia strada e lasciarli stare. Se scoprissero che stavo "origliando" la loro conversazione probabilmente Joanne inizierebbe a lamentarsi su quanto io sia irrispettosa e di quanto io sia ossessionata da lei al punto da seguirla.

Una volta arrivata a casa saluto distrattamente mia madre che sta parlando al telefono.
Lancio lo zaino il più lontano possibile da me e mi tuffo sul divano.

Afferro il telecomando e cambio canale più volte fino a quando mi rendo conto che anche oggi la TV non trasmette nulla di interessante.

"Ciao Allison".

Lou mi raggiunge e si siede accanto a me.
Oggi non è andata a scuola perché non si è sentita molto bene. O almeno, questo è ciò che sa la mamma. In realtà era una scusa per saltare l'interrogazione di scienze e lo so perché io e lei ci diciamo sempre tutto.

A questo proposito la tengo aggiornata sulle novità che riguardano Daniel, Rachel, Noah e un po' tutta la mia vita in generale.

"Certo che Noah è proprio strano" commenta.

"Ma possibile che pensi esclusivamente a lui ogni volta? Ma sei innamorata?" la prendo in giro ridendo.

Lei si unisce alla mia risata e si affretta a negare tutto.
Poi mi dice qualcosa che mi fa riflettere: "Penso solo che, malgrado tutto, sia stato un gesto gentile il suo".

"Louisa, la parola gentilezza non può essere affiancata al suo nome. Devo ricordarti chi è?È un idiota senza cervello a cui non importa niente degli altri e spende il suo tempo a darmi fastidio e a farmi incazzare" dico scocciata.

Lei accenna un sorriso mentre io sbuffo e mi metto a sedere in modo più "consono per una signorina", come dice mia madre.

"Lo so, ma tu pensaci, okay?".

Ci sto pensando anche troppo, è questo il problema. Vorrei non farlo più: sarebbe così bello se mi dimenticassi per sempre della sua esistenza.

"Allison, non vieni a mangiare?" interviene improvvisamente mia madre che ha appena smesso di parlare al telefono.

"No grazie mamma, ho mangiato tanto a scuola, non ho fame".

Dopo aver ottenuto un cenno d'assenso da parte sua, mamma se ne torna in cucina per lavare i piatti.

"Allison, devo dirti una cosa" dice a un certo punto Louisa, con un magnifico ed enorme sorriso sulle labbra.

"Che cosa?".

"Kevin mi ha baciata".

Spalanco gli occhi per la sorpresa e mi alzo in piedi per saltare entusiasta. Sono così felice per lei che non riesco a contenerlo.

Lei ride vedendo la mia reazione, ma poi si aggiunge a me ed iniziamo a saltare insieme, contente come non mai.

"Ma cos'è tutto questo rumore?".

Nostra madre, con i guanti gialli e una spugna in mano, spunta dalla porta del salone e ci guarda preoccupata. Probabilmente starà pensando che stiamo litigando perché ci ha sentite urlare.

"Niente, niente" rispondiamo in coro ridendo.

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