"Everything's fine" "I'm fine" "Guys, I'm fine, really"

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Ed eccoci arrivati al 1979, l'anno in cui il nome della mia macchina, Lilith, ebbe finalmente senso.
Avrei preferito anche un nome senza senso, eh, ma se proprio devo...

Era il 23 settembre 1979 ed improvvisamente il mondo attorno a me cominciò a girare, e così i volti di Freddie, Bred e Jeff.
«Tutto ok, Rob?» chiese Friederike.
«Tutto a posto» sentenziai, cercando di reprimere un conato di vomito.
«Robert?» domandò Bred mettendomi una mano sulla spalla.
«Sto bene» borbottai, prima di essere attraversata da un lancinante dolore allo stomaco.
«Robbie, sicura di star bene?» riprovò Jeff.
«Ragazzi, è tutto ok, sono solo dei dolori passeggeri».
Bred mi osservò dai suoi penetranti occhi grigi come per accertarsi che non ci fosse nient'altro.
«E ti è successo anche ieri?» chiese.
Annuii.
«Ed anche il giorno prima?»
Annuii più forte.
«Credo che tu...»
«Credi nulla, sto benissimo» lo interruppi.
Scrollò le spalle indisturbato.
«Vuoi che...?» iniziò Fred', ma scattai verso il bagno prima che completasse la frase.
Chiusi la porta e mi piegai in due dal dolore, prima di non riuscire a trattenere un secondo di più il vomito.
Uscii dolorante come se fossi stata appena immersa nell'acqua bollente e mi gettai sul divano sotto gli sguardi preoccupati dei miei amici.
«Sarà qualcosa che ho mangiato» ipotizzai.
«Non credo, sennò staremmo male tutti, non trovi?» domandò Bred esibendo un sorriso compiaciuto, come se sapesse qualcosa in più.
«Se hai qualcosa da dire, esprimiti subito» ringhiai.
«Tanto lo scoprirai da sola».
«Prendimi una birra, Fred'» supplicai.
Friederike fece per alzarsi.
«Non farlo, Freddie, potresti seriamente pentirtene» ordinò Bred.
«A volte sei crudele» borbottai massaggiandomia pancia.
Scrollò di nuovo le spalle.
«Ok, ora sono curiosa anch'io. Dai, Bred, dillo» proferì Freddie.
«Non posso, è già scorretto che io lo sappia e lei no».
«Allora parla!» esclamai spazientita.
«Meglio se sto zitto» rispose invece lui. «Non vorrei dare l'impressione di voler solo vincere una scommessa».
Alzai gli occhi al cielo, prima di essere affetta da una seccante preoccupazione.
«Oddio...» sussurrai spiazzata, «io vado a comprare delle cose!»
Così dicendo corsi dolorante verso la porta e uscii.
«Già,» borbottò Bred, «meglio che si sbrighi».

Gocce di pioggia tintinnavano sul vetro della finestra.
«Chissà dov'è Robbie» fece Jeff, posando il libro che stava leggendo sul tavolo.
La corvina scrollò le spalle, mentre Bred, intento a suonare la sua chitarra, ritornò nel mondo reale.
«Non ha preso nemmeno la sua auto» osservò il bassista notando le chiavi sulla mensola.
«Chissà che freddo c'è fuori!» sospirò Friederike.
«E va bene, ora la vado a cercare!» esclamò Bred posando la chitarra e prendendo le chiavi della macchina.
Mise in moto Lilith ed iniziò a setacciare tutti gli angoli più remoti di Londra, finché non vide una figura in un parco seduta sotto un pino.
Sbuffò, parcheggiò e mi raggiunse.

Quando alzai lo sguardo verso l'alto, vidi la chioma scura di Bred e i suoi grandi occhi grigi.
Non piangevo. Sapevo che quel "male" me l'ero procurato da sola e questo più che altro mi faceva infuriare, ma, di sicuro, non era causa di inutili piagnistei.
Lo sentii sospirare e dopo poco il mio viso non avvertì più nessuna goccia di pioggia; Bred mi stava riparando dall'acqua con una parte del suo cappotto.
Affondai il viso tra le mani e il mio migliore amico si sedette accanto a me, prima di poggiare il suo cappotto sulla mia testa.
«Avevi ragione» sussurrai.
«Su cosa?»
«Sono una puttana».
Bred mi osservò serio.
Tutt'oggi non ho mai più rivisto quell'espressione.
«Non dirlo mai più» ordinò. «Non pensarlo nemmeno una volta».
«Non puoi negarlo».
«Invece sì, Rob, non è affatto vero».
«Sei l'unico che verrebbe per me sotto la pioggia in un parco a non so quanto da casa... Quasi quasi credo che qualcuno ti paghi, Bred» scherzai.
Sorrise.
«Però... davvero, ci tieni così tanto a me?»
Ci pensò un attimo su.
«Credo che, in via del tutto ipotetica, se tu venissi rapita e qualcuno dovesse attraversare il fuoco per salvarti, forse, sempre ipoteticamente parlando, non ci penserei due volte a farlo» disse infine.
Non so se fosse sincero o meno, so solo che, al giorno d'oggi, io per lui lo farei. Perché, forse, la mia prima impressione su Bred non era stata delle migliori, perché, probabilmente, all'inizio esibivo il mio "bel viso a cattivo gioco", perché, certamente, quando eravamo negli Smile lo sopportavo solo perché avevo bisogno di un posto, eppure dopo anni di finzione finalmente buttai via quel vecchio e usurato copione nella spazzatura e cambiai strada; gli gettai le braccia al collo.
«Sei un bravo cretino» singhiozzai.
«Però sono cretino».
Mi staccai, poggiando la testa sulla sua spalla.
«Quindi avevo ragione?» chiese.
Annuii contro la sua spalla, mentre il giubbotto posizionato sul capo evitava di farmi bagnare ancora di più la testa.
«E Dominic?»
«Non ne ho idea» bonfochiai. «Non voglio nemmeno dirglielo».
Bred non rispose.
«Non dici nulla?» domandai.
«È una tua scelta, Robbie. Se non ti volesse più vedere mi sentirei in colpa... ma, d'altro canto, se la prendesse bene sarebbe stupendo».
«Nemmeno io l'ho presa bene, difficilmente lo farà» proferii.
«Allora spiegaglielo e digli che non ti importa se non vuole saperne nulla di te».
«Sei un genio!» esclamai. «Anche se...»
«Robert, sarai bravissima come madre».
Stava mentendo? Ah, non chiedetelo a me.
Aveva la sua poker-face con la quale, le mie lacrime permettendo, non avrei potuto capire nulla.

Tornammo a casa e, nonostante gli sguardi insistenti di Bred, non dissi nulla a Jeff e Freddie.

«Mi hai fatto prendere un colpo!» si arrabbiò la corvina correndo ad abbracciarmi. «E se ti fossi sentita male e qualcuno ti avesse derubato?»
«Freddie, vacci piano con il tè, non credo che ti faccia tanto bene» scherzai meritandomi uno dei suoi sguardi assassini.
«Oh, andiamo!» protestai. «Sto bene! E poi c'era Bred con me, no?»
Friederike alzò gli occhi al cielo in segno di resa e Jeff scrollò le spalle come di consueto.

Mi chiamavano "Regina"Where stories live. Discover now