Revenge Porn - Parte 2

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I giorni passarono, le settimane si susseguirono e arrivammo ad Agosto, il penultimo mese prima della sua partenza. In quel periodo stemmo sempre insieme, a volte lo invitai a uscire assieme al mio gruppo e tutti mi dissero che avevo trovato un principe azzurro. Rispetto agli altri usava il telefono solo se strettamente necessario e si godeva i momenti assieme a me pienamente. Ogni istante mi guardava negli occhi, mi entrava dentro con l'anima e mi rendeva cosi felice che non avrei desiderato altro in vita mia che lui. Fino a quel momento non avevo mai pensato di concedere il mio corpo a qualcuno e non ero andata oltre i preliminari, ma ero sicura che con Rodrigo avrei potuto far sbocciare il mio frutto e donargli il mio miele. 

Verso sera i miei amici tornarono a casa, era un giorno infrasettimanale come gli altri, ma Rodrigo mi disse che il nostro tempo stava per scadere e che non riusciva a staccarsi da me. "Mi mancherai davvero Matilde, non posso pensare a quel brutto momento che arriverà".

"Anch'io non voglio pensarci, godiamoci il presente. Poi la distanza non sarà un problema per il nostro amore, non credi?"

Lui mi guardò serio: "Per me sei la ragazza più bella e dolce che io abbia mai conosciuto. A costo di scendere ogni fine settimana io starò con te, non posso immaginare di separarmi dai tuoi sorrisi e dal tuo tono squillante". Chiamava cosi la mia voce e lo faceva per stuzzicarmi.

"Smettila!" Gli dissi dandogli un dolce schiaffo sulla guancia. La mia mano impattò contro la sua pelle, subito dopo la toccai con passione, poi lo baciai ancora. Non riuscivo a smettere. Quando lo baciavo la passione si impossessava del mio corpo completamente. Lui non voleva mai staccarsi e quando si iniziava rischiavamo di non finire più. Quella sera il cielo era limpido e le stelle brillavano di migliaia di colori. Il mare era calmo, la luna ci guardava con amore e le luci del pontile in lontananza rendevano l'atmosfera ancor più magica. Era caldo, avevamo sempre il costume addosso e con uno scatto improvviso, grondante d'avventura come ogni suo parola, mi fece una proposta allettante: "Che ne dici di un bagno?"

Mi assicurai che i nostri teli fossero abbastanza grandi per asciugarci, non volevo prendere il raffreddore, ma la timidezza ormai non esisteva più e annuii ferocemente guardandolo mentre si spogliava. Decisi di fare altrettanto, con sensualità, inutile che vi dica che mi prese per i fianchi e mi pigiò contro il suo petto tonico. Sentire il profumo della sua pelle in quei momenti mi rendeva felice. Ci baciammo ancora, in costume, mentre le sue mani si muovevano come vortici sul mio corpo confondendo i miei pensieri, o per meglio dire, spingendoli verso la passione che mi imprigionava sempre di più. Mi sentivo bagnata, percepivo che la mia anima voleva agguantarlo e gettarlo nell'acqua, per poi fare i miei sporchi comodi ancora e ancora, fino a settembre, quando sarebbe partito per Milano. Non volevo pensare a quel maledetto addio, che nonostante le promesse ci avrebbe cambiato. Mi prese per mano e mi tirò dolcemente verso il mare finché i nostri piedi non sprofondarono nella sabbia bagnata. Stavo per cadere, ma la sua forza mi tirò su improvvisamente, mentre i nostri occhi si incrociarono di nuovo, come fossero consci di quello che sarebbe accaduto di li a poco. C'era una strana atmosfera fra noi due, era come se quella sera la sintonia fosse alle stelle e il mio sesto senso percepiva in lui una voglia irrefrenabile di possedermi. Cosa che anche in me stava crescendo vistosamente. Aspettai mesi prima di pensarci concretamente, anche se ogni sera quando messaggiavamo io gli chiedevo di farsi vedere, di mandarmi qualche foto e di mostrare il suo fisico al demone artigliato che voleva marchiarlo a vita. Non avevo mai fatto sesso e sicuramente sarei stata pessima nel muovermi sopra di lui, ma ero sicura che il nostro amore avrebbe addolcito la mia inesperienza. L'acqua di notte era calda, dolce, ci cullava con le onde che rumorose si infrangevano contro i nostri corpi. Lui mi schizzò, io feci altrettanto, saltammo, gridammo, scherzammo e ci baciammo. Le onde ormai erano diventate prolungamenti dei nostri corpi e il loro movimento si sincronizzò ai nostri, mentre le sue mani, ora bagnate e viscide, dalla schiena raggiunsero le mie natiche stringendole con forza. Continuava a muovere quelle dita in modo così preciso che non sapevo più come trattenermi, fremevo, e stavolta fremevo di pura passione incontrollabile. Solo un uomo riuscì a toccarmi in quel modo e non avevo intenzione di aspettare ulteriormente. Mi avvinghiai a lui e gli saltai addosso, avvolsi le braccia attorno alle sue spalle e cominciai a baciarlo selvaggiamente. Mi muovevo, facevo danzare il bacino sul suo corpo in modo che potessi sentire il marmo del suo membro. E arrivò... In men che non si dica. Scesi, lo guardai, mi abbassai per togliergli il costume e gettarlo sulla riva, ormai vuota e silente come se controllasse che nessuno venisse a guardarci. Era la nostra guardiana, la custode del nostro primo indimenticabile momento. Lui continuò a guardarmi con quello sguardo predatorio e delicatamente spogliò il mio corpo dalla stoffa, poi la mia anima dalla pelle e si abbassò nell'acqua resistendo all'attrito delle onde, baciando le mie labbra inferiori. La sua bocca morbida ma pungente andò a bagnare il mio fiore, come se venisse annaffiato dall'acqua delle sorgenti più pure. Con premura mi accarezzò la pancia, i fianchi, mi toccò il seno. Fece scorrere un dito vicino alle mie labbra e le percorse precisamente togliendomi un po' di rossetto, ma in quel momento non mi interessava di certo una piccolezza simile. Ero inebriata, stavo gridando all'interno di me stessa a causa del piacere immenso, immenso come il mare in cui ci stavamo amando. I nostri corpi nudi si intrecciarono come rampicanti, le mani non riuscivano a fermarsi, le nostre bocche continuavano a unirsi lasciando che la saliva cadesse e si mischiasse al salmastro dell'acqua. I nostri odori divennero uno solo, le nostre menti volarono verso le stelle, la luna ci benedì e io, completamente nelle sue mani, lasciai che potesse penetrarmi con tutto l'amore che avevamo trattenuto fino a quel momento. Mi lasciai cullare, strattonare, girare, mi lasciai fare tutto quello che voleva. Quando mi stancavo gli graffiavo la schiena intimandogli di cambiare posizione. Le onde si calmarono mentre lo facevamo e il loro oscillare aiutava i nostri movimenti impacciati, che si susseguivano fra un sorriso ed un bacio. C'è solo una parola per descrivere la mia prima volta: indimenticabile. Non vedevo l'ora di raccontarlo ai miei amici ma avevo paura che quella passione potesse avere fine, e cosi fu. L'eccitazione sfumò, il mare tornò a far rumore e il membro si ritirò nella sua pelle, lasciando che il mio fiore potesse essere di nuovo stuzzicato dalle sue mani perfette. 

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