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La mattina la sveglia suona molto presto. Apro gli occhi e mi accorgo che il mio corpo è ancora intrecciato a quello di Jordan. Dopo aver fatto l'amore diverse volte la notte prima, ci siamo finalmente addormentati. Guardo il mio bellissimo fidanzato - FIDANZATO! - e cerco segni di pentimento nella mia mente, ma non ne trovo nessuno. Si, siamo molto giovani e ci conosciamo da poco, ma non è detto che dobbiamo sposarci domani. La mamma se ne farà una ragione, anche se le verrà un colpo, poverina. Sorrido guardando l'anello e ripensando alla proposta. Faccio un sospiro e inizio a baciarlo su una spalla per svegliarlo. Ieri sera è stato meraviglioso, ma questa mattina abbiamo una missione da svolgere.

Lui apre un occhio.

''Vuoi fare ancora sesso? Sei insaziabile, mi stai consumando tutte le energie.'', scherza. Lo colpisco sulla spalla e gli monto sopra a cavalcioni.

''Per quanto mi piacerebbe continuare a consumarti, dobbiamo alzarci. Abbiamo del lavoro da fare oggi.'' , lui sbuffa e mi attira al suo petto.

''Credo di aver appena trovato le forze per un altro giro.'' , sussurra prendendomi per i fianchi. Mi solleva e con destrezza mi riempie, il mio corpo è già pronto e i miei fianchi iniziano a muoversi in un ritmo perfetto. Continuo a muovermi su e giù, reggendomi con le mani sul suo addome

''Oh, piccola, sei così brava.'' , dice torturandomi il seno con una mano, mentre con l'altra stringe il mio fianco. Continuo nonostante il bruciore alle gambe, e quando sento che sto per raggiungere il culmine, lui prende il controllo e mi da il giusto ritmo finché non mi sento appagata, lui continua a muoversi e un attimo prima di raggiungere il culmine a sua volta, si stacca da me per svuotarsi sulle lenzuola.

''Forse sarebbe meglio se usassimo i preservativi. Dobbiamo già annunciare un fidanzamento, se dovessimo annunciare perfino una gravidanza, Rachel mi staccherebbe le palle.'' , dice Jordan pulendosi.

Rido e lo bacio sulla schiena larga e perfetta. Una decina di minuti dopo decidiamo di alzarci per darci una lavata.

''Dobbiamo fare i bagagli.'', annuncia mentre entro sotto la doccia.

''Pensavo ci fermassimo qui.''

''No, dobbiamo muoverci. Cambieremo hotel ogni sera temo.'', si avvicina e inizia a lavarmi i capelli.

''Peccato, mi piaceva questo posto.'', dico chiudendo gli occhi mentre lui mi massaggia le spalle.

''Ci torneremo un giorno.'', promette baciandomi sul collo.

Mi sciacquo i capelli e passo lo shampoo sul suo corpo, mettendoci un po più del necessario in certe parti. Ci rivestiamo giusto in tempo poiché pochi istanti dopo bussano alla porta.

Jordan va ad aprire mentre io sistemo velocemente le cose nei borsoni.

''Pronti?", domanda Nate.

''Si. Andiamo.'' , rispondo con convinzione.

Alla reception, io e Vicky ci offriamo per pagare le camere, ma a quanto pare i ragazzi hanno già saldato il conto la sera prima. Perciò decidiamo che il prossimo albergo lo pagheremo noi.

Prima di salire in macchina, Jordan chiede informazioni su come arrivare alla fattoria che ci è stata indicata e una decina di minuti dopo siamo già in viaggio.


Percorriamo diverse strade principali, alcune secondarie e infine arriviamo ad una strada sterrata nascosta dagli alberi. Jordan rallenta e si guarda intorno sospettoso. Proseguiamo ancora fino a trovarci davanti ad una fattoria di medie dimensioni, a poca distanza da una casa vittoriana.

Jordan ferma la macchina ma mi impedisce di scendere. Apre il portaoggetti ed estrae la pistola che avevo visto a casa sua.

''Che cazzo fai?", gli chiedo in preda al panico.

''Piccola, non sappiamo chi ci sia ad aspettarci là dentro. Non metterò la tua vita nelle mani del fato.'', dice sistemando la pistola nella cinta posteriore dei pantaloni.

Alzo gli occhi al cielo ma annuisco e scendo dalla macchina. Jordan prende subito posto accanto a me, mentre Nate stringe la mano di Victoria guardandosi intorno in piena modalità 007. Proseguiamo a piedi in direzione della fattoria, ma il rumore di una porta che sbatte proveniente dalla casa attira la nostra attenzione. Guardo Jordan mentre lui serra la mascella. Un anziano viene verso di noi puntandoci un grosso fucile a due canne addosso.

''Merda!", esclama Jordan, e la sua mano scatta alla cinta. Lo fermo prima che estragga la pistola. Alzo le mani in segno di resa mentre Jordan è ancora rigido.

''Chi siete voi?", domanda l'anziano con voce roca.

''Ci siamo persi, signore.'', dico con poca convinzione.

L'anziano abbassa il fucile e si avvicina di qualche passo. Ci guarda a turno, ma quando posa lo sguardo su Jordan si irrigidisce e alza di nuovo il fucile, puntandoglielo addosso.

''ELIJAH!", esclama come se fosse una bestemmia. Succede tutti in pochi istanti, che a fatica riesco a seguire tutta la scena. Nate strappa il fucile dalle mani del vecchio con destrezza e lo spinge indietro, l'anziano inciampa e si ritrova disteso per terra.

''Chi è Elijah?", riesco a chiedere.

''Mio nonno. Siamo nel posto giusto.'', risponde Jordan in tono piatto. Si avvicina al vecchio e mentre penso che stia per colpirlo, Jordan allunga una mano per aiutarlo a rialzarsi. L'anziano ignora la mano che Jordan gli offre e si rialza a fatica da solo.

''Che cosa volete? Non mi avete già portato via abbastanza?!", domanda l'anziano asciugandosi le lacrime con il dorso della mano. Faccio un passo verso di lui, e la mia mano si alza di propria volontà, quasi a volerlo abbracciare per consolarlo. Lo guardo con attenzione, ha i capelli bianchi e il viso sottile, i suoi occhi sono verdi e il naso e dritto. E' magro, troppo magro per la camicia da boscaiolo che indossa.

''Siamo qui per chiedere aiuto.'', risponde Jordan.

''Per cosa, nipote di Elijah?"

''Per lei, signore.'', risponde Jordan indicandomi con il capo. L'anziano posa i suoi occhi verdi su di me, mi guarda con attenzione e i suoi si spalancano.

''Non.. non è possibile.'', balbetta mentre si strofina gli occhi.

''Che cosa, signore?", domanda Nate.

''H..Hayden.'' , sussurra sfiorandomi il viso con la mano rugosa.

''Mi dispiace, signore. Non credo di conoscerla.'', sento la mia voce rispondere senza che io le abbia chiesto di farlo.

''E come potresti, angelo mio? Ti hanno portata via quando eri ancora in fascie.'', e all'improvviso, prima che lui mi dica chi è, lo so già. La vista mi si annebbia mentre le lacrime iniziano a scivolarmi sulle guance.

''Nonno.'', sussurro.

Despite the loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora