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Quando entro in bagno, commetto l'errore di guardarmi allo specchio prima di entrare sotto la doccia. Il mio mento è coperto di sangue, e questo spiega il perché dello sguardo inorridito di Jordan. C'è del sangue incrostato anche sulle punte dei miei capelli, sul collo e sulle mani. Ripenso alle mani di quel figlio di puttana che provavano a toccarmi e la nausa mi travolge facendomi vomitare nel wc.
"Piccola, va tutto bene?", domanda Jordan dall'altra parte della porta.
"Si, tutto bene.", mi pulisco in fretta il sangue e sciacquo la bocca mentre lui prova ad entrare.
"Puoi aprire la porta?"
"Si. Arrivo.", lo lascio entrare ed il suo sguardo è più dolce rispetto a pochi minuti prima.
"Stai bene?", domanda attirandomi a sé.
"Se non la smetti potrei metterti le mani addosso.", lo minaccio.
"Mmm.. Mi stai tentando.", ribatte strofinando la punta del suo naso contro il mio.
"Fai la doccia con me.", propongo abbracciandolo.
"Volevo proprio dirti la stessa cosa.", le sue mani prendono l'orlo della mia felpa e la sfilano lentamente. Mi volto per farmi sganciare il reggiseno, ma le sue dita sfiorano la fasciatura sopra al nuovo tatuaggio. Ero così sconvolta per quello che è successo con Spike che me ne ero quasi dimenticata.
"Posso vederlo?", domanda esitante. Mi volto verso lo specchio per poter vedere la sua reazione.
"Certo.", Jordan rimuove la fasciatura con delicatezza, il sorriso che compare sul suo volto quando vede la luna blu elettrico con sfumature dorate tatuata sulla mia scapola è talmente bello da mozzare il fiato.
"Perché la luna?", domanda incrociando il mio sguardo allo specchio.
"Aspetta, non dirmelo. 'Get you the moon', giusto?", continua senza lasciarmi il tempo di rispondere.
"Come hai fatto ad indovinare?", mi volto verso di lui per poterlo guardare negli occhi.
"Tu esprimi raramente quello che provi davvero a parole, lo fai molto più spesso con la musica. Ogni brano che mi fai ascoltare in macchina, è per farmi capire quello che provi in quel momento, e se ti conosco bene, la luna sta per la canzone di Kina, mentre il colore blu elettrico con sfumature dorate.. beh, quello è il colore dei miei occhi."
" Perciò, tutte le volte che fai scegliere a me la musica, è per capire il mio stato d'animo? ", domando sorpresa.
" Si, quando sei arrabbiata o nervosa, rispondi sempre con ironia oppure ti chiudi in te stessa, quindi la musica mi aiuta a capirti meglio."
" Wow, sei proprio perspicace Jordan Kent.", lo stuzzico ironica, poso un lieve bacio sul suo petto e lo stringo sui fianchi.
" Direi intelligente, furbo, osservatore, attento, attraente, affascinante, sexy..ma perspicace va bene."
" Modesto? "
" Soprattutto modesto.", sghignazza con la fronte appoggiata alla mia e gli occhi chiusi.
"Ti piace?", chiedo notando che non ha neppure commentato il tatuaggio.
"Si, è perfetto, come te.", sussurra.
Le sue mani arrivano al gancetto del reggiseno e mentre sfila le spalline, le sue dita si fermano sui miei polsi dove ci sono dei lividi ben visibili. Lividi freschi, causati dalla stretta di Spike.
Nei bellissimi occhi di Jordan compare di nuovo lo sguardo furioso, mi lascia andare il polso e si volta per aprire l'acqua.
"Jordan.. Non è colpa tua.", cerco di rassicurarlo posando una mano sulla sua spalla.
"Si, invece. Non avrei dovuto lasciarti da sola nemmeno per un istante, ho tardato di cinque minuti e stava per succedere il finimondo.", stringe i pugni con forza.
"Perciò hai preso la tua decisione? Te ne andrai di nuovo?", domando incrociando le braccia al petto per far sparire il senso di vulnerabilità che mi attraversa.
"No, non me ne andrò.", si volta per mostrarmi la sincerità sul suo volto.
Sorrido sollevata mentre mi spoglio del tutto ed entro nella doccia assieme a lui.
Jordan alza il viso verso il soffione, il suo corpo perfetto bagnato dall'acqua è una visione celestiale, il mio basso ventre si contrae e la mia mente si perde in fantasie vietate ai minori.
"Non fissarmi in quel modo.", sussurra con un sorrisetto impertinente sulle labbra.
"In quale modo?", la mia voce è roca, devo tossire per farla tornare alla normalità.
"In quel modo che mi fa venire voglia di prenderti qui.", appoggio le mani sul suo petto e cerco la sua bocca. Jordan risponde al bacio, mentre le mie mani scivolano verso il suo basso ventre.
Lui mi ferma quando sto per arrivare al punto desiderato.
"Che succede?", domando.
"Niente."
"Perché non posso toccarti?"
"Si che puoi.", afferma prendendo le mie mani e posandole sul suo petto.
"Lo sai che non è questo quello che intendevo.", Jordan abbassa gli occhi sui miei polsi facendomi innervosire.
"È per quello? Non mi toccherai più per colpa di quello che è successo?", ritraggo la mano con forza.
"No, ma adesso non.."
"Adesso non vuoi?", porto le mani al petto cercando di coprire la mia nudità, sentendomi umiliata e rifiutata.
"Non ho detto questo.", la tensione nella sua voce mi fa capire che si sta arrabbiando a sua volta.
"Allora perché volevi fare la doccia con me?", domando.
"Aspetta.. È perché avevi paura che mi facessi del male? È questo il motivo? Temevi di avermi sulla coscienza?", sto sputando più veleno di un serpente a sonagli.
"No.", si passa le mani tra i capelli.
"Si, invece.", esco dalla doccia, mi avvolgo in un asciugamano e mentre corro in camera sua lo sento imprecare e sferrare un pugno contro il muro.

Mi infilo sotto le coperte senza vestirmi, porto le ginocchia al petto e le avvolgo con le braccia. Non credevo che il rifiuto fisico potesse procurarmi tanto dolore, poi che diritto ha lui di respingermi? Sono io quella che dovrebbe essere traumatizzata, quella che non dovrebbe farsi toccare, non lui.
Come se il rifiuto non fosse sufficiente, ha pure voluto farsi la doccia con me per assicurarsi che io non facessi una delle mie solite stronzate. Oggi mi sono sentita debole, mi sono sentita indifesa e questo mi fa infuriare.
Una marea di emozioni contrastanti mi attraversano, non voglio piangere perché devo smetterla di essere fragile, io non sono così, io non sono una lagna continua. Sono più forte di questo, io non sono una Cooper, sono una Ivanov e gli Ivanov hanno i controcoglioni, si sacrificano per gli altri e non si comportano da mocciosi piagnucoloni.
Jordan si sdraia accanto a me, stringendomi fra le braccia.
"Mi dispiace.", sussurra.
"Anche a me."
"Pensavo solo che tu non fossi pronta, tutto qui. Lo sai che farei sesso con te ogni ora del giorno tutti i giorni,  ma credevo che avessi bisogno di altro, oggi.", le sue scuse mi sembrano sincere e le motivazioni più che valide.
"Lo sai di cosa avrei bisogno, invece?", domando voltandomi verso di lui.
"Di cosa?"
"Ho bisogno che tu mi addestri a combattere."

Despite the loveWhere stories live. Discover now