Despite the love

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Jordan mi sta fissando.
"Ciao, piccola.", dice quando incrocio i suoi occhi.
"Ciao.", gli sorrido.
"Ti ameró per sempre.", dice piegandosi a baciarmi la fronte.
Apro gli occhi. Sono talmente sudata che temo che qualcuno mi abbia buttata in piscina per farmi uno scherzo. Ma non c'è nessuno. Nessuno scherzo. Nessuna piscina. Nessun Jordan.
Dopo la sparatoria i medici provarono in tutti i modi di riportarlo indietro, ma se n'era andato.
I medici annunciarono l'ora del decesso mentre io mi stavo facendo ricucire la ferita.
Era morto per ferite aggravate causate da colpi di pistola. Questo hanno scritto sul certificato di morte.

Dopo la sua morte non ho parlato, non ho mangiato, non ho dormito per diversi giorni. Guardavo le persone intorno a me e sembravano cartoni animati, ero diventata la telespettatrice della mia vita. Anche se, la vita, non ce l'avevo più. Non ce l'ho più perché lui non c'è più.

La mia famiglia ha provato a farmi mangiare, a farmi parlare o perlomeno a farmi bere qualcosa, ma vedendo che non rispondevo si sono arresi. Mi lasciano a crogiolarmi nel mio dolore. E il dolore è l'unica cosa che mi fa sentire ancora viva.

Al funerale di Jordan si presentarono centinaia di persone, la polizia e i media. Nessuno di quelle teste di cazzo conosceva davvero Jordan. Nessun membro della sua famiglia si presentò, nemmeno Nate.
Io indossai un abito bianco, l'abito che avrei potuto indossare per sposarlo. Mi consentirono di vederlo prima di metterlo nella bara bianca. Nonostante il pallore era bellissimo, nel suo abito bianco elegante, con i capelli neri spettinati, le labbra distese quasi a formare un sorriso . Sembrava in pace, come non lo era mai stato in questo mondo. Pensavo di aver finito le lacrime, ma quando lo vidi iniziai a singhiozzare. Lo baciai per l'ultima volta e gli misi al dito la fede di mio padre. Non avevo tempo di comprarne una tutta per lui, quindi quando la chiesi a mio padre lui me la diede senza fare domande.
Guardai per un ultima volta il viso dell'uomo che mi aveva salvato in tutti i modi in cui potevo essere salvata e mi diressi in chiesa.
Durante la cerimonia mio padre tenne un discorso in memoria di Jordan nonostante l'avesse appena conosciuto. Non ascoltai nemmeno una sillaba di quello che disse.
Quando tocco a me, mia madre mi incoraggió, ed io come uno zombie mi diressi al leggio, poi cambiai idea e mi avvicinai alla bara. Posai una mano sopra il legno freddo e iniziai il mio discorso.

"Jordan Kent era la metà della mia anima. Ero abituata a vivere in simbiosi con lui, tutto quello che facevo lo facevo assieme a lui ed era tutto migliore perché lui era lì. Mi ha insegnato tanto in poco tempo, mi ha insegnato ad amare e soprattutto a lasciarmi amare. Mi ha protetta, ha curato le mie ferite e adesso mi ha spezzata. Quando una persona entra così a fondo nella tua vita non ti capaciti del fatto che un giorno possa uscirne. Avevamo tanti progetti, ma tu mi hai lasciata.", smetto di leggere il foglio con il discorso che mi ero preparata e inizio a rivolgermi direttamente a lui. Sembrerò pazza, ma non mi importa. "Mi avevi promesso che avremmo passato la vita insieme, che avremmo dimostrato alle nostre famiglie che possiamo amarci invece che combatterci. Forse questo mondo era troppo marcio, troppo oscuro e troppo rancoroso per te. Ma mi hai lasciata da sola, cosa farò io adesso? Senza di te a ricordarmi che sono una brava persona, cosa diventerò? Dovevamo essere una famiglia noi due, ma tu hai deciso per me, prendendoti il mio posto sottoterra. Così pensavi di salvarmi la vita, ma l'hai solo distrutta! Eri tutto per me Jordan, avrei preferito mille proiettili nel corpo piuttosto che una sola goccia di questo dolore che mi sta lacerando il petto.",ormai sono piegata in lacrime sopra la sua bara.
" Come hai potuto? Io ti amo così tanto, voglio solo che ritorni da me. Ti prego, torna da me. Non ce la faccio senza di te. Ti prego. Ti prego."
Le braccia di mio padre mi raccolgono da terra e mi trascinano via.