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"Ciao, mamma.", la saluto quando entro nel salotto.
"Ciao, tesoro. Com'è andata?", domanda facendomi spazio sul divano.
"Bene, grazie. Non c'è Matt?", mi guardo intorno alla ricerca di Matt-il-palloso.
"No. Aveva delle cose da fare a casa. Come sta Jordan?", da quattro mesi a questa parte, Matt è sempre stato nei paraggi, ma ultimamente non lo trovo mai in casa, mi domando se tra loro due le cose vadano bene.
"Bene, abbiamo parlato.", abbiamo parlato poco, molto poco, in effetti cinque minuti in totale, il resto del tempo siamo rimasti incollati come cozze allo scoglio.
" E l'hai perdonato.", la sua non è una domanda, è una constatazione.
" Non del tutto.", mi lancia un occhiata dubbiosa.
" Okay, al novanta percento.", ammetto.
"Non devi mentire, tesoro. Se lo ami devi perdonarlo, in fondo non ha fatto nulla di grave, è dovuto partire improvvisamente ma non ti voleva fare del male. O sbaglio?", se solo mia madre sapesse la verità non parlerebbe così di lui.
"No, in effetti no.", confermo la parte del 'non voleva farti del male'.
"E Caleb?", a quanto pare questa sera vuole fare un viaggio approfondito nel mondo incasinato dei sentimenti di Hayden Cooper.
" L'ho incontrato questa sera."
"Ah, si? Come stava?"
" Bene, non ha preso benissimo il ritorno di Jordan, ma ha detto che possiamo restare amici.", sempre che dicesse sul serio.
"È un bravo ragazzo, ma non è il tuo tipo."
"Pensavo stessi dalla sua parte.", la guardo aggrottando la fronte, dalla chiacchierata di ieri sera avevo intuito che fosse Caleb il suo preferito.
" No, a me piacciono entrambi ma Jordan ti si addice di più. È come se lui fosse la benzina e tu la macchina, ti accendi solo in sua presenza. Vorrei che fossi più indipendente da lui ma è indubbio che lui provi lo stesso per te.", l'idea che anche mia madre si sia accorta della dipendenza che provo nei confronti di quel bellissimo essere umano dagli occhi particolarmente blu mi fa avvampare ed irritare.
"Detta così sembra una cosa brutta."
"Dipende dall'angolazione in cui la guardi.", risponde facendo spallucce.
"Dai punti di vista, intendi?"
"Si, fa lo stesso."
"E il tuo quale sarebbe?", domando.
"Il mio è quello di una madre che vorrebbe solo il meglio per la figlia. Sicuramente non mi fa piacere che tu non riesca a vivere senza quel ragazzo, ma d'altra parte poteva andarmi peggio, Jordan è un bravo ragazzo e ti protegge come pochi uomini fanno con la propria donna, considerando anche il fatto che voi siate così giovani. Sono sicura che Jordan non lascerebbe cadere nemmeno un granello di polvere addosso a te senza il suo permesso e questo è alquanto rassicurante.", vista così Jordan sembra il cavaliere bianco, ma la verità è ben diversa. Si, Jordan mi protegge, ma la verità è che mi protegge da sé stesso e dalla sua famiglia. Non è il cavaliere bianco, è un cavaliere oscuro, costretto a fare il doppio gioco con il proprio sangue per tenere al sicuro la ragazza che gli hanno sempre insegnato a detestare ma della quale si è innamorato. Non posso nemmeno immaginare cosa debba provare, da una parte l'uomo che lo ha cresciuto, dall'altra io. Se fossi stata al suo posto non so se avrei fatto le stesse scelte che ha fatto lui, oltremodo coraggiose ma sicuramente pericolose oltre ad ogni immaginazione. Mi sono sempre domandata cosa ne sarebbe stato di me se la famiglia di Jordan scoprisse la mia vera identità, mentre adesso un'altra domanda mi sorge spontanea: cosa farebbero a Jordan se scoprissero che li ha traditi? Sento brividi percorreremi ogni centimetro di pelle, non sono come i famigliari e piacevoli brividi che mi attraversano quando lui mi sfiora, sono qualcosa di più profondo, più spaventoso. E un'altra domanda è: se a lui succedesse qualcosa, cosa ne sarebbe di me? Cosa farei se gli facessero del male? Un velo rosso mi si para di fronte agli occhi.
"Tesoro, tutto bene?", domanda mia madre riscuotendomi dall'improvvisa e primordiale rabbia. Mi rilasso leggermente e scopro di aver stretto talmente tanto forte i pugni da aver conficcato le unghie nella pelle, facendola quasi sanguinare.
"Si, stavo solo pensando.", cerco di essere il più disinvolta possibile, se mia madre scoprisse chi è davvero Jordan non mi permetterebbe mai più di avvicinarmi a lui e non potrei partire la prossima settimana per il Canada. Ci sono poche possibilità di trovarli, ma se non ci proviamo come farò a convivere con il fatto di non averci nemmeno provato?
"Mamma, la settimana prossima ci sono le vacanze primaverili.", la informo.
"Si, lo so."
"Pensavamo di andare in campeggio."
"Specifica il 'pensavamo'.", spero che non faccia storie. Ha appena detto che si fida di Jordan, non capisco perché dovrebbe impedirmi di andare in un finto campeggio con lui.
"Io, Vicky, Jordan e Nate."
"E dove vorreste andare?", cazzo, non mi ero preparata a questa parte.
"Non conosco la zona, a questo penseranno Vicky e i ragazzi."
"Non lo so, tesoro. Una settimana è davvero lunga.", sembra riflettere attentamente sul da farsi.
"Mamma, ti telefonerò tutti i giorni. Starò bene, tu stessa hai appena detto che Jordan non lascerebbe nemmeno un granello di polvere posarsi su di me, sarò al sicuro.", se tutto va bene e senza intoppi sarò al sicuro.
"Ma..ci saranno gli orsi..e gli insetti.", mi guarda allibita arricciando il naso. Mia madre non ha mai avuto un bel rapporto con gli esseri viventi che non siano umani, le cose viscide o svolazzanti la fanno letteralmente andare fuori di testa. Mi ricordo che da piccola mi dovevo liberare dei ragni e dei vari insetti da sola perché lei ne era terrorizzata. Quando, anni fa, chiesi un cagnolino per Natale mi rispose che a Babbo Natale non piacevano le pulci, mi arrabbiai talmente tanto che infine scrissi a Babbo Natale una lunghissima lettera sul perché dovesse licenziarsi e lasciare il posto ad un altro che non odiasse le pulci.
"Potrei sempre mettere un cartello con il divieto d'accesso agli insetti nella mia tenda, scommetto che lo rispetterebbero.", la prendo in giro. Lei alza gli occhi al cielo.
"Va bene, però mi raccomando, comportatevi bene.", annuisco e mi alzo per andare a letto.
"Tesoro?", mi chiama quando sto per salire in camera.
"Si?"
"Mi fa piacere che stai bene.", afferma mostrando un sorriso dolce accompagnato dagli occhioni azzurro ghiaccio che adesso luccicano davanti alla lieve luce della TV.
"Anche io, mamma. Buonanotte.", rispondo sinceramente.
" 'Notte."
Prima di andare a letto decido di farmi una doccia per riordinare le idee. È stata una giornata folle, pensavo di essere scesa da quella giostra di sentimenti che è Jordan Kent, ed invece no, eccomi qui in prima fila a godermi tutto ciò che verrà. Non rinuncerò a lui per nessun motivo al mondo ed inizio a pentirmi di non essere rimasta con lui questa notte, mi manca già moltissimo e pensare che dovranno passare tante altre ore prima di rivederlo mi fa deprimere. Se almeno avessi le sue felpe lo sentirei più vicino a me, dovrò sottrarne altre da casa sua dato che ho chiesto a Vicky di liberarsi di quelle vecchie.
Quando l'acqua inizia a diventare fredda decido di uscire, non è il caso di ammalarmi prima del nostro viaggetto. Mi avvolgo nell', asciugamano e mi dirigo verso la mia cameretta.
"Carina.", lancio un gridolino di spavento prima di rendermi conto che quel complimento arriva dal mio bellissimo uomo sdraiato sul mio letto con le braccia incrociate sotto alla nuca.
"Che ci fai qui?", domando a metà tra la sorpresa e la gioia.
"Mi mancavi. Lo so che hai detto tutte quelle stronzate del riordinare le idee, ma io ce le ho già ben chiare, perciò eccomi qui.", continua a guardami dalla testa ai piedi.
" 'Stronzate'?", domando inarcando un sopracciglio, incrocio le braccia al petto provando a fare l'offesa ma quando allarga le braccia verso di me mostrando un sorriso a trentadue denti mi sciolgo come neve al sole, alzo gli occhi al cielo e fingendomi contrariata spengo la luce e mi infilo sotto le coperte assieme a lui.

Despite the loveWhere stories live. Discover now