Onoffonoff - VMIN

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On.

«Taehyung...» 

Sotto il corpo nudo di Taehyung, mi ritrovo ad ansimare sottovoce il suo nome. Stringo le sue spalle larghe, aggrappandomi ad esse come se fosse la fune che mi avrebbe portato fuori dal tunnel buio in cui ero caduto. 

Gemo a bocca aperta e con occhi chiusi, desiderando di godere di quella sensazione per imprimerla nella testa con un marchio di fabbrica che porta il suo nome. Stanco, sospiro sul suo collo, su cui lascio baci e altre volte lievi morsi preso dal momento. 

La mia stanza si riempie dei nostri schiocchi e si impregna di odore di sesso.

I poster appesi ci guardano complici, i libri sulla mensola sembrano più pesanti e so che anche i fogli, i libri sparsi sulla scrivania e i vestiti lasciati in disordine sulla sedia, mi ricorderanno di quel rapporto consumato sul mio letto. 

Quando riapro gli occhi, lasciandoli socchiusi, ritrovo la mia immagine preferita: la sua fronte sudata con fili di capelli appiccicati, le sue labbra gonfie per tutti i baci, socchiuse nell'intento di lasciarsi scappare qualche sospiro, le gote rosse, i suoi occhi che si incastrano nei miei desiderosi, lussuriosi e impegnati in quell'unione e presto, in quello sguardo che ci collega e ci crea piccole scariche lungo il corpo, mi ritrovo a dirgli che non c'è fretta.

Mi ritrovo a implorarlo di lasciarsi scivolare dentro il mio corpo ancora per un po', fino a quando la pioggia fuori avrà smesso di picchiare duramente sul terreno.

Lo imploro di rimanere ancora un po' con me, in quella stanza che sa di noi. 

Eppure, maledicendo anche il mio corpo succube del tanto piacere che solo lui poteva recarmi, inarco la schiena e ansimo, venendo sul suo petto, mentre lui con voce roca, si riversa nel mio interno. 

Rimaniamo ansimanti ancora per un po' e lui si china a incollare la fronte alla mia, entrambe sudate, e non proferiamo parola. Mi lascia poi un bacio sulle labbra e arrotola su un fianco.

Off.

«Non smette di piovere...» mormora spostando lo sguardo sulla finestra di camera mia, stanza 304 del collegio a Seoul.

«Non c'è fretta...» rispondo io. «Ci sta dicendo che non c'è fretta. Rimani qui...» mormoro in una supplica, girando lo sguardo verso di lui. Taehyung rimane impresso a guardare la pioggia scendere.

«Non è quello che dovrebbe dire un amico dopo l'ennesimo rapporto...»

«Suona contorta la tua frase. Due amici, se fossero tali, non si ritroverebbero ad osservare la pioggia nudi, mentre sento il tuo seme scorrermi in mezzo alle natiche» dico alzandomi col petto.

«Forse. Farebbe meno male se tra noi fosse tutto più semplice» dice, guardando assorto il paesaggio. Finestre appannate forse per umidità.

«Cosa farebbe meno male!»

«Farebbe meno male sapere che mi ami e io non posso ricambiare» dice guardandomi. Le sue parole mi feriscono come la prima volta che me le aveva dette, rifiutando la mia confessione.

«Allora non dire che siamo amici»

«Per me è quello che siamo. Amici con scambi convenzionali»

«Sai che per me non è così» mormoro giocando con le dita, mentre sono ormai a sedere, pronto a vedere andar via Taehyung come mia abitudine. «Rimani»

«Non posso.»

«Non ti sto chiedendo di rimanere e fingerti di essere chi non potrai mai diventare»

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 16, 2021 ⏰

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