25. Aula ventisei

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Il mio risveglio è causato da un "Crac".

Appena realizzo di essere nel mio letto, mi ricordo.

«Dobby!» sussurro. «Ti avevo detto in Sala Comune.»

«Dobby era in Sala Comune, Dobby la stava aspettando da alcuni minuti, ma lei non c'era» bisbiglia Dobby con la sua vocina stridula.

«Sarei arrivata, Dobby» mento.

Se Dobby non mi avesse svegliata, probabilmente sarei ancora a dormire.

«Dobby doveva rimanere in Sala Comune!» bofonchia l'elfo con aria colpevole. Gira su se stesso come se stesse cercando qualcosa.

Vedo il piccolo elfo afferrare la parte in legno del mio letto a baldacchino e sbatterci la testa.

«Dobby!» lo ammonisco.

Cerco di non urlare per non svegliare le altre «Dobby! Ti prego, smettila!»

«Dobby doveva rimanere in Sala Comune!» si rimprovera. Continua a battere la testa sul legno.

«Dobby! Basta o ci scopriranno!»

Mi alzo per fargli mollare quel benedetto letto.

«Dobby non doveva!» esclama, mentre lo allontano di peso dal letto.

Non capisco come le altre non si siano svegliate con questo baccano.

Tenendolo fermo, apro lentamente la porta ed esco fuori insieme a lui.

«Ti ha dato di volta il cervello?!» Alzo leggermente la voce, dato che siamo fuori.

«Dobby non intendeva svegliare le sue amiche. Dobby si stava punendo per non averla aspettata in Sala Comune.»

«Non ti sto sgridando. Ma ora, facciamo in fretta o sveglieremo tutti.» Lo spingo in Sala Comune, e da lì, fuori nel corridoio dei Sotterranei.

Non dobbiamo fare rumore, o è finita.

Gazza si starà aggirando per la scuola in cerca di studenti fuori dal loro letto da sospendere. Lo stesso per i prefetti di ogni Casa, che staranno girovagando anche loro per il castello.

«Dobby» bisbiglio.

Il piccolo elfo mi guarda.

«E' quella?» Indico una porta in legno a qualche metro più avanti.

«Sì, signora» annuisce, giungendo le mani.

«Andiamo.» Faccio cenno con la testa verso avanti.

In punta di piedi, sperando che nessuno mi senta, cammino lentamente verso la porta in legno dietro al cui si trova l'aula ventisei. Dobby mi tallona.

«Cos'è stato quel rumore?»

Ammutolisco.

Sento dei passi felpati provenire dal corridoio adiacente.

Cazzo.

Prendo Dobby da un braccio e mi nascondo velocemente dietro una delle tante colonne di pietra.

Prima che il piccolo elfo possa proferire parola, gli metto le mani sulla bocca.

Volto gli occhi verso il corridoio e vedo che è flebilmente illuminato da qualcosa. Sarà la lanterna di Gazza.

Che situazione. Se torniamo indietro è peggio, siamo più vicini all'aula che alla Sala Comune.

Appena vedo la flebile luce abbandonare il corridoio, mi sporgo fuori dal perimetro della colonna di pietra per vedere se la via è libera, e lo stesso fa Dobby.

Pages of Lifetime Memories; d. malfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora