Capitolo 23 - Colpi di scena.

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Vorrei urlare, dare pugni a quei tre, ma non ce la faccio, sono troppo stanca.

Continuo a stringere i pugni fino ad affondare letteralmente le unghie nella carne. Sento la mano umida, la guardo e solo allora mi accorgo di cosa ho fatto. Lascio perdere le risate snervanti dei tre, e mi dirigo verso l’hovercraft, tiro un pugno a una roccia, per scaricare la rabbia, ma ne ricavo solo una ferita.

Afferro la felpa rossa e me la infilo, la chiudo tutta e mentre sto per girarmi avverto una strana sensazione.

Mi inizia a girare forte la testa, sento le gambe molli e inizio a respirare più pesantemente. Mi si annebbia un po’ la vista e non mi reggo quasi in piedi. Vedo arrivare Bryce e Claude, vorrei dirgli qualcosa, chiedergli aiuto ma non riesco ad aprir bocca.

Cado a terra senza forze, con un respiro affannoso e con la vista offuscata. Non riesco a sentire nulla, vedo Bryce precipitarsi da me, mi parla ma io non riesco a sentirlo, anche Claude cerca di farmi reagire, ha un espressione preoccupata e mi scuote il viso, ma non sento nemmeno la sua voce.

Bryce mette le sue mani sotto di me e mi prende in braccio.

Lo vedo sempre meno, i suoi occhi cercano disperatamente di darmi aiuto, ma poi, io svengo lì, tra le sue braccia.

Dopo non so quante ore mi sveglio. Non so dove mi trovo, ma sono completamente sola, la vista sembra essermi tornata, al suo posto, ho un forte mal di testa.

Cerco di mettermi seduta ma non ce la faccio, mi sento molto stanca, troppo debole per fare qualsiasi cosa.

Alla fine, costringo il mio corpo ad eseguire gli ordini e mi metto seduta, ad un tratto sento un forte brontolio. È il mio stomaco che si lamenta.

–devi essere affamata. –

Una voce proveniente dalla porta mi fa sussultare, è molto familiare, un tono vagamente scorbutico, ma in fondo in fondo gentile.

Scosto la testa per vederlo meglio, fino a quando non è lui stesso ad avvicinarsi a me.

Indietreggio di scatto non appena Lukas è a meno di 2 metri da me.

–sta tranquilla. – dice avvicinandosi sempre di più a me.

–stammi lontano. – ribatto con tono furioso.

La debolezza non mi permette di muovermi come vorrei.

–sono 3 giorni che non mangi. – dice con fare di rimprovero. Poggia un vassoio che contiene alcune cose da mangiare.

Ha ragione dalla prima all’ultima parola. Sono affamata. Sono debole. È da 3 giorni che non metto niente sotto i denti.

–che te ne importa. – dico con tutta l’aggressività che posso.

Non ricevo nessuna risposta, posa soltanto il vassoio vicino al letto dove sono e cambia espressione. Adesso è molto più serio.

–mangia! – mi ordina

–NO! – mi rifiuto. Si, mi rifiuto di mangiare, almeno fino a quando non mi assicurano che mio fratello e Nathan stanno bene.

–ho detto mangia.. – ribatte lui tentando di restare calmo.

–e io ti ho detto… - la mia voce si abbassa.

–ti ho detto di… – mi sento di nuovo male, non riesco a parlare.

In un lampo Lukas si avvicina a me, mette una mano dietro la testa e l’altra la pressa sulla scapola destra. Cerca di farmi sdraiare.

Lo fisso, decisamente confusa. Lui non scolla il suo sguardo dai miei occhi, poi però li chiude e serra le labbra. Si scolla da me e va via.

Inazuma Eleven - La storia continua!Where stories live. Discover now