47. NON MI FIDO

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POV PIETRO:

Quella stronza mi faceva stare ancora chiuso lì dentro, erano giorni, che non sentivo la mia famiglia, che non vedevo la luce del sole.
Mi passai le mani tra i capelli segno di frustrazione e mi girai verso la porta sentendo il rumore dell'apertura.

"Complimenti Pietro, diventerai zio."

disse facendomi un sorriso maligno.
Anna era incinta?
Oh mio Dio!
Dovevo cercare di salvare lei e mio nipote da una congiura.

"Lasciala stare, falli stare tranquilli, ti do io tutto."

cercai di convincerla a riprendersi, come ogni volta ma lei puntualmente non ne voleva sapere nulla, l'odio e l'invidia era troppo.

"Nun e capit nu cazz, ij maggia piglia tutta Napl, Salerno è a mij, no e duij guaglionciell strunz."
(Non hai capito un cazzo, io mi devo prendere tutta Napoli, Salerno è mia, no di due ragazzini stronzi)

mi urlò contro guardandomi male.

"Frat't soffrirà assaij a finta mort e chella cess, ma ess, la tua cognatina, ess si ca avrà a pegg, nun o incontrerai maij chillu creatur."
(Tuo fratello soffrirà tanto la finta morte di quella cessa, ma lei, la tua cognatina, lei si che avrà la peggio, non incontrerai mai quel bambino)

mi fece un occhiolino ironico prima di uscire dalla porta, lasciandomi con l'amaro in bocca e un disperato bisogno di fuggire e dire a Ciro e Anna di scappare da Napoli.

POV CIRO:

Dopo una notte d'amore con la mia piccola donna me ne andai, dovevo partire presto per aiutare al più presto mio padre e Don Gennaro, avevo portato con me anche Edoardo, le cose a Napoli le avrebbe gestite Anna e sapevo che poteva farcela da sola.

Anche se non mi piaceva l'idea che stesse con Sara, non dicevo che dubitavo solo di lei, ormai dubitavo di tutti e lei non se la sarebbe, di certo, scansata.

Speravo solo che il mio allontanamento da Anna e dal nostr* bambin*, non avrebbe solo peggiorato la cosa.
A Napoli sapevo che l'avrebbero rispettata, lei era una futura Ricci e oltre che Anna si faceva rispettate l'avrebbero fatto a prescindere dato che stava con me.

Quando entrai in macchina per partire pensai solo una cosa, se avessi trovato Pietro avrei saputo chi ci fosse dietro e io dovevo trovare mio fratello.

POV ANNA:

Avevo sentito Ciro andare via ma non avevo avuto il coraggio di salutarlo, ero sicura che mi sarei messa a piangere e gli avrei messo i bastoni tra le ruote e lui non aveva bisogno di quello.

Avevo preferito lasciargli il ricordo della nostra notte, non una ragazza che piangeva e mostrava le sue debolezze, odiavo farlo.
La cosa che mi turbava molto era che Ciro non si fidava di nessuno, e automaticamente io mi sentivo piena di nemici, in ogni angolo.
Tutti pronti ad attaccarmi.

Mi alzai dal letto e andai a fare una doccia veloce, così da rinfrescarmi.
Mi vestii dopo aver asciugato anche i capelli, e indossai un top color pesca, un pantaloncino di jeans e una cinta Gucci ma senza stringerla troppo.

Mentre mi preparavo la colazione sentii bussare alla porta e andai in salotto, vidi prima dall'occhiello e quando vidi che era mia sorella aprii lasciando un sospiro

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Mentre mi preparavo la colazione sentii bussare alla porta e andai in salotto, vidi prima dall'occhiello e quando vidi che era mia sorella aprii lasciando un sospiro.

"Ciao sorellì."

disse Sara entrando e abbracciandomi.

"Ciao Sarè."

sciolsi l'abbraccio e chiusi la porta dietro le sue spalle.

"T so mancat?"
(Ti sono mancata?)

chiese mentre ci sedemmo a tavola e le feci il caffè anche a lei.

"E cert."

le feci un sorriso.

"Allor, me lo fai vedere l'abito da sposa?"

chiese eccitata mentre beveva il suo caffè, mentre io infiali un biscotto, le gocciole, nel latte.

"Ropp a colazion."
(Dopo la colazione)

NARRATORE ESTERNO:
Due settimane dopo.

Ciro senza l'aiuto dei due grandi boss era riuscito a trovare il cellulare di Pietro, nei pressi del molo di Salerno, era almeno una settimana che ormai teneva sotto sorveglianza una grande nave, una di quelle che oltrepassano gli oceani, ma non aveva mai visto ne salire ne scendere nessuno da lì sopra.

Le cabine illuminate erano poche e lui non riusciva a capire se quella nave centrasse qualcosa.

Dall'altra parte, il signor Smith, Michael Smith, colui che aveva le redini in mano, aveva contattato la fatidica voce, per dirle che Ciro Ricci stava per scoprire il loro nascondiglio, e che quindi il giorno del rapimento di Anna doveva essere portata da un'altra parte.
Per "la voce" era solo un grande fallimento pensare di non riuscire a distruggere la vita dei due ragazzini, quindi decise di lasciar perdere la nave e sarebbero andati via in aereo.

Il signor Smith aveva bene pensato di vedere Anna ad un bordello di Las Vegas, uno dei più famosi, ma allo stesso tempo portava anche la fama per essere il peggiore in assoluto, le donne erano oggetti lì dentro. Se ne fregavano se era una donna adulta, anziana, una ragazzina o addirittura una bambina, per gli uomini di là erano solo oggetti per soddisfare il loro piacere sessuale.

Pietro era all'oscuro del nuovo piano, e cercava ogni giorno di liberarsi da quelle catene di ferro, inutile dire che era impossibile smuoverle senza la chiave per aprire il catenaccio.

POV ANNA:

Oggi avevo fatto la mia secondo ecografia, purtroppo senza Ciro, ero entrata nel secondo mese, quindi era ancora un fagiolino.
La dottoressa disse che le nausee non sarebbero ancora passate e che al posto loro ci saranno le voglie, una volta entrata nel terzo mese.

Sara mi era vicina tutti i giorni e ne ero felice, anche se mi dispiaceva che aveva dovuto soffrire quel piccolo rapimento, che non aveva mai raccontato a nessuno, di come fossero andate le cose quel giorno.
Mi aiutava negli affari quando ero stanca e mi stava aiutando a fare le bomboniere per il matrimonio.

Non vedevo l'ora che crescesse il pancino e vedere il sesso del bambin*, così da poter iniziare a comprare qualcosa.

Con noi si era aggiunta Teresa, dato che anche Edoardo era andato a Salerno, mi aiutava tanto anche lei, e l'aiutai di nuovo ad imparare a sparare, nel seminterrato di casa.
Era migliorata ma non era davvero per lei, con il viso d'angelo che aveva e il suo atteggiamento molto delicato e gentile.

Sentivo Ciro tutti i giorni e mi mancava molto, ma non mi diceva cosa facevano e se avevano trovato qualcosa, ma non gli davo peso.

Spazio autrice:
Il giorno atteso si sta avvicinando, tra poco scoprirete chi è "la voce"
Prossima storia: ambientata nel carcere o fuori?

-Mandy

SEI PAZZA COME ME!Where stories live. Discover now