Capitolo 14

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Stevie voleva ammazzarsi da solo. Jean aveva avuto tremendamente ragione quel pomeriggio e il biondo si stava pentendo di non aver ascoltato la ragazza quando doveva. All'inizio non aveva sentito nessuna differenza ma in quel momento, nel cuore della notte, stava cercando di non urlare per il dolore atroce. Senza l'unguento le ferite gli facevano ancora più male del solito.

Il ragazzo si alzò dal letto e si diresse verso uno dei comodini presenti nella sua camera dove aveva riposto l'unguento e lo prese intenzionato a metterselo da solo ma poi ci ripensò e andò verso la porta della sua camera aprendola a guardandosi intorno. Una delle guardie li presenti si accorse immediatamente del suo movimento e si avvicinò al ragazzo.

-vi serve qualcosa vostra altezza?- chiese la guardia che Stevie riconobbe subito come una di quelle che aveva sparso Gale per il castello. Non si fidava molto della famiglia reale.

-si, mi servirebbe Jean- rispose il biondo. La guardia lo guardò per un momento prima che un ghigno si formasse sulle sue labbra.

-la vado subito a chiamare, non vorrei essere io quello che impedisce al principe i suoi piaceri- e la guardia se ne andò lasciando Stevie perplesso visto che era ancora mezzo addormentato. Solo in seguito sgranò gli occhi capendo quello che aveva pensato la guardia. Poi sospirò, forse era meglio così. Non poteva permettere che quel soldato capisse cosa realmente andasse a fare Jean. La voce sarebbe subito arrivata a Gale e Jean sarebbe stata in pericolo.

Nel mentre che aspettava Jean in ragazzo si sedette sul letto aprendo il barattolino dell'unguento e cercando di spalmarselo da solo sulla schiena senza ottenere dei buoni risultati, anzi il dolore aumentò visto che torse la schiena per poter raggiungere i punti più difficili.

-cosa state facendo! Vi fare te solo male così- il biondo alzò lo sguardo trovandosi davanti una Jean in camicia da notte e con i lunghissimi capelli rossi lasciati sciolti sulle spalle invece che intrecciati nella sua solita treccia.

-dovresti bussare-

-è stato il tizio che mi ha svegliato ad aprire la porta non io- spiegò la ragazza sospirando e avvicinandosi al principe togliendogli il barattolo dell'unguento dalle mani per poi iniziare a spalmarlo lentamente e con delicatezza sulla schiena martoriata del suo principe.

-ti devo le mie scuse per oggi pomeriggio. Avevi ragione, dovevo sopportare quel piccolo dolore e invece mi sono trovato con un dolore ancora più atroce che mi ha impedito di dormire- parlò Stevie guardando il suo riflesso nello specchio che si trovava difronte al suo letto matrimoniale. In realtà era l'unico modo che aveva per osservare attentamente la rossa che stava facendo quasi timorosamente il suo lavoro.

-la prossima volta ascoltatemi, domani devo lavorare- sussurrò Jean che si sentiva davvero stanchissima. L'unica cosa che voleva fare era dormire in santa pace, ma non poteva e il fatto che fosse stata svegliata nel mezzo della notte avrebbe anche peggiorato la situazione visto che ogni volta la ragazza ci metteva tantissimo tempo ad addormentarsi. Quella sera non ci sarebbe più riuscita e il giorno dopo sarebbe stata ancora più stanca del solito.

-posso esonerarti- disse Stevie che osservando attentamente la ragazza, per quanto gli permetteva la luce lunare che entrava dalla finestra, aveva notato delle piccole occhiaie sotto gli occhi di Jean.

-farebbero troppe domande quindi non posso- rispose Jean sospirando.

-sai vero che quel soldato non resterà zitto?- chiese Stevie alla ragazza.

-in che senso?-

-pensa che io stia soddisfacendo il mio piacere con te per dirla con le sue parole- spiegò il biondo -sono sicuro che le voci si spargeranno velocemente. Posso non farti lavorare domani- Jean si bloccò e Stevie si voltò per guardare la ragazza in volto trovandola completamente sconvolta.

-non state scherzando vero?- chiese con voce tremante la rossa.

-no, e credimi è meglio che pensino questo e non che mi stai aiutando con le ferite...-

-per voi forse è meglio così, ma non per me. Se la mia famiglia lo scopre io...- la voce della ragazza si strozzò e non riuscì a continuare la frase mente le lacrime iniziavano a scendere dai suoi occhi.

-Jean non posso dire quello che succede veramente e lo sai anche tu, mi dispiace non si poteva evitare-

-si invece- riuscì a rispondere la ragazza prima di lasciare il barattolo nelle mani del principe ed uscire di corsa dalla sua stanza.

Stevie la guardò andare via sentendosi in colpa per quello che era successo. Era colpa sua, solo e soltanto colpa sua. Sperava solamente di non aver causato troppi danni alla ragazza.

Stevie chiuse il barattolo di unguento che aveva ancora in mano per poi riporlo al sicuro nel suo cassetto. Andò in bagno e si lavò le mani leggermente unte per poi ritornare a stendersi sul letto rigorosamente a pancia in giù in modo di dare tempo all'unguento di asciugarsi e allo stesso tempo per non far bruciare ancora di più le ferite.

Sperava in cuor suo di poter parlare nuovamente con Jean l'indomani, a mente lucida e cercare allo stesso tempo di trovare una soluzione per quello che era successo.

La stanchezza ebbe il sopravvento sul ragazzo e finalmente, cullato anche dal calore dell'unguento, si addormentò e non si svegliò fino a quando la luce del sole non entrò prepotentemente nella sua camera svegliandolo. Ignorando la luce, che proveniva dalla sua destra, voltò la faccia dal lato sinistro continuando a tenere gli occhi chiusi. E si stava per riaddormentare se solo qualcuno non avesse aperto con la forza la porta della sua camera facendo aprire gli occhi ambra del principe.

-perché dormi così!- chiese Gale quasi urlando.

-dormo sempre così, posso sapere cosa volete da me? Sto cercando di riposarmi- rispose Stevie quasi sbuffando.

-qualcuno potrebbe entrare e vedere i segni, e quei segni devono rimanere segreti- disse Gale ignorando completamente le parole del principe di Awan.

-nessuno entra nella mia camera senza permesso. Almeno la notte posso permettermi di non soffrire il caldo. Che ci fate qui?-

-Edward mi ha detto che ieri avete usato un coltello da lancio. Quando capirai che nessuna arma significa nessuna arma?- chiese Gale ghignando.

-l'unico coltello che ho usato ieri è quello che uso per mangiare- rispose secco Stevie. Non sopportava più tutte quelle frustate.

-le tue bugie non ti salveranno mai-

Lo scorpione del desertoWhere stories live. Discover now