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«Coraggio, Aria, vieni fuori da lì. Tanto il guaio l’hai già combinato», cerco di persuaderla.
Emette un ringhio di circostanza e torna a voltarsi di chiappe, la coda dritta come un bastone, in posizione di guardia.
Se decido di non arretrare è a mio rischio e pericolo, vista la scelta del nome che quasi da subito si è rivelata profetica. E menomale che non l’ho chiamata Vomitina o, che so, Vento di passione.
«Insomma, che ti prende? Non è che adesso la mia vita ruoti tutto d’un colpo intorno a una borsetta». Va bene che è vintage e che ne sono rimasti in circolazione pochi esemplari, mi pare... Comunque sia, ho ben altri valori, io.
Sono sdraiata con lo stomaco sul parquet da almeno quindici minuti, ma lei non sembra decidersi a darmi udienza. È piuttosto testarda, anche quando non serve. Tipo adesso, per dire.
«Aria...». Devo essere paziente. Calma. «Non sono arrabbiata, hai capito? La mia è più paura che quella roba possa farti male», provo a spiegarle. Mi sforzo in un allungo forse azzardato, ma con un colpo d’occhio risulta tutto più chiaro: è troppo impegnata a rosicchiare chissà cosa per curarsi del brusio di fondo.
«Ma cos’è, un rimasuglio di tracolla? Ariaaa!». Tendo le dita della mano per afferrare l’estremità di pelle, ma non c’è nulla da fare. Ringhia in modo gutturale e la trascina con sé come fanno certi predatori per nascondere il bottino nella tana.
Le ho provate davvero tutte per convincerla a uscire da sotto alla panca senza apparire ai suoi occhi una cavolo di minaccia. Dal sorriso gentile al tono pacato di voce, facciamo anche implorante, fino alla peggiore nella scala delle tentazioni: un profumatissimo, proibito boccone di wurstel. Sembrava averlo gradito, perciò mi ero illusa di tenerla in pugno, ma... Il punto è che non avrei dovuto farlo.
Sono mesi che cerco di educarla a ignorare i fuori pasto. Per il suo bene s’intende. All’ultima visita dal veterinario la prognosi si era rivelata infausta.
“Signorina Ferrari”, aveva esordito con tono inoppugnabile – e ne sono certa, l’ho visto rovesciarmi addosso certi sguardi di compatimento – “O si dà una regolata con gli alimenti spazzatura o uno di questi giorni si ritroverà senza bassotto. Migliori il regime dietetico dell’animale e lo porti a passeggio, che ne ha un gran bisogno”.
Sono cinquanta euro: grazie e arrivederci. La triste verità è che credo stesse parlando a me, e solo dopo al cane.
Io e Aria condividiamo le stesse cattive abitudini da cinque lunghi anni e, come qualcuno ci ha fatto notare in più di un’occasione, pare che tra noi corra persino una certa somiglianza.
Sarà per l’andatura dinoccolata, la corporatura morbida e il carattere diffidente, non lo so. Forse per la postura cadente delle sue lunghe orecchie, che ricordano le mie trecce.
O magari per l’evidente riluttanza all’attività fisica e la totale assuefazione alle schifezze, Giulia cara. E che dire del tepore immobile davanti al camino e i weekend trascorsi a ronfare sul divano? insinua una vocina stridula. Somiglia tanto a quella di mia sorella Emma, sedicente fashion blogger, nonché influencer dei miei stivali, e anche ex proprietaria della dannata borsetta: una Vuitton del ’92, in pura pelle, che questo cane ha ridotto in poltiglia a causa dello stress.
Ero impegnata al lavoro, cazzo!
«E poi non la usavo nemmeno», dico più a me stessa che ad Aria. I sensi di colpa cominciano a farsi strada, così come la stanchezza.
«E dai, piccoletta, almeno tu potresti darmi un po’ di soddisfazione?». È stata una lunga, ma che dico, eterna giornata.
«Prendo il guinzaglio? Si va a fare un giretto?». Questa è davvero bella, Giulia. Proprio un’idea azzeccata.
«Uffa, però!».
Mi rassegno all’idea, ormai ricorrente, di essere poco convincente in generale: che si tratti di animali o di persone, non vengo comunque presa sul serio.
Puntello i gomiti sul pavimento, sollevo il mio peso soave quel tanto da ritrovarmi sulle ginocchia e, con un ultimo sforzo e tanto di urletto, decido che forse un bagno e qualche candela al patchouli mi porteranno il conforto che, dopotutto, penso di meritare.

PATRICK-DESTINAZIONE PARADISODonde viven las historias. Descúbrelo ahora