4 • DOMS

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Stella, seguita dal tipo coi capelli azzurri, si avviò in direzione del loro gazebo, quasi correndo.

Quando vi entrò si sedette al tavolo, col fiato corto e la fronte madida di sudore. Si fece vento con un tovagliolo.

Ma che diamine mi sta succedendo? Si chiese. Lo sguardo di quel ragazzo dal volto tatuato l'aveva completamente mandata in tilt.

Di lì a poco chioma azzurra la raggiunse, sedendosi accanto a lei.

«A' bambolì, quanta fretta!» Rise. Indossava un costume boxer color giallo fluo, marcato Yves Saint Laurent, e un paio di occhiali da sole Gucci, leopardati, da donna. Sul volto magro parevano enormi.

«Sono stata troppo veloce?» Sorrise imbarazzata. Doms rimase colpito dall'insolita voce, quasi troppo roca e bassa, per essere un timbro femminile.

«In realtà... sono solo un po' nervosa.» Ammise infine.

«Dai ce sta, è 'r primo giorno.» Allungò una mano verso di lei. «Comunque piacere, Domenico Boss. Ma me poi chiamà Doms.»

Lei l'afferrò. «Piacere, Stella.»

Iniziarono a sorseggiare i loro drink e a sgranocchiare qualche salatino.

«Stella... è 'n bel nome, me piace.» Riprese Doms dopo un po'. «E me piacciono anche li tatuaggi che c'hai su 'a faccia, so' particolari.»

«Ti ringrazio. Tutte le persone che conosco li odiano.»

«Ma che vojono dì?»

«Questo qua...» indicò con l'indice il tatuaggio, sullo zigomo destro, che pareva una fetta di pizza al salame. «Questo rappresenta una focaccia baresana e...»

«Sei de Bari?» La interruppe.

«Sì, abito in un paesino in provincia. Ed essendo molto legata alla mia terra e alla cultura culinaria del posto... ecco, ho scelto questo simbolo.»

«Bella Bari, città de mare.»

Stella iniziò a rilassarsi, quel tipo sembrava simpatico e molto alla mano.

«Potrà sembrare un po' stupido, ma l'ho fatto anche per ricordare un po' la mia infanzia e le focacce che mia madre mi cucinava quando tornavo da scuola... le più buone del mondo!» Aggiunse, bevendo una sorsata del suo cocktail.

«Dai, ce sta.» Prese tra le dita un paio di popcorn, infilandoseli in bocca. «E 'a scritta su 'a guancia destra? Te piace er vino?»

«Ah, sì... pour me wine.» Sorrise. «Diciamo che mi trovo in una situazione sentimentale un po' difficile, e che nel vino e nel cibo ho trovato due buoni alleati per zittire i pensieri.»

«Ah, anche 'a mia ar momento è 'n po' così. Pe' questo so' qui.» Si sistemò meglio gli occhiali sul naso, sporgendosi leggermente verso di lei. «E su l'artra guancia? Soju me sembra de legge'.»

Lei scrollò le spalle. «Quello non lo so, me lo sono fatta prima dell'incidente, quindi non me lo ricordo.»

«C'hai avuto n'incidente?»

«Sì, è successo quattro anni fa.»

«E come?»

Lei decise di parlargliene, ripercorrendo momenti dolorosi e difficili. Lui ascoltò in silenzio, attento.

Chiacchierano a lungo, quel pomeriggio.

Stella scoprì che quel ragazzo era il chitarrista e il produttore (nonché grande amico) del cantante Ettore Lauro. E che era stato proprio Doms a convincerlo a intraprendere insieme quell'avventura.

I quadri di Sin Island || Achille LauroWhere stories live. Discover now