⏫ QUINTO QUADRO: DEATHCORE

30 0 0
                                    

35 • L'ULTIMO QUADRO

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

35 • L'ULTIMO QUADRO

"Ciao Stella, come stai? Io benone... dopo la tua autoeliminazione ho richiesto un falò di confronto con Marco e l'ho lasciato. E tu? Come va con Lauro? Spero in questo momento tu sia al suo fianco, e non accanto a quell'idiota di tuo marito. Se capiti dalle mie parti ci prendiamo una pizza... io, te, Lauro, e la mia nuova fiamma. Marilù."

Con noncuranza Stella abbandonò il cellulare sul tavolino di fronte a sé, e col dorso di una mano si asciugò gli occhi umidi.

Avrebbe dovuto lasciarlo. E invece era ancora lì, a casa sua. A pulire, a servirlo, a condividere un letto fatto di spine.

«Mamma stai bene?» Pier Fausto si sedette accanto a lei, sul divano, interrompendo i suoi pensieri.

Stella cercò di sorridere. «Sì, piccolo, sto bene.»

«E allora perché piangi?»

«Perché mi sei mancato molto.» Gli accarezzò una guancia.

«Ma ora sono con te.»

«Perché non vai a giocare con le figurine che ti ha regalato nonna Giuseppina?»

Dopo un attimo d'esitazione il bimbo annuì, mogio. L'aveva capito benissimo che qualcosa non andava.

«Mamma sta per prendere una strada che non ti piacerà. Ma tu dovrai essere forte, okay?» Gli posò una mano sulla testolina.

Di nuovo il figlio accennò un sì, muovendo il capo. Poi scese dal divano con un balzo e corse verso la propria cameretta.

Il suo rapporto con il padre non era mai stato ottimale. Francesco era spesso freddo e assente. Ma si volevano bene... dopo tutto era pur sempre suo papà.

Ponderando alcune decisioni, Stella si diresse verso il bagno. Un po' di mascara le era colato sulle guance: Francesco sarebbe tornato a breve e non poteva farsi vedere in quello stato. Lui la voleva perfetta, sempre: trucco impeccabile, messa in piega... e con indosso uno di quegli abitini striminziti che lei non sopportava. Odiava mostrare le sue forme.

Si sciacquò il viso, maledicendosi per quei pensieri. Dopo tutto ciò che era successo... ancora si preoccupava di compiacere suo marito?

Lo faceva per evitare inutili discussioni, in realtà. Era da tre giorni che non si parlavano, quindi dal loro ritorno a casa. Anche se prima o poi un confronto sarebbe stato necessario.

Con quella scomoda consapevolezza chiuse il rubinetto e si tamponò il volto con un asciugamano.

Se l'era chiesto per quattro anni. Che cosa l'aveva spinta a tatuarsi quella scritta sulla guancia sinistra?

Soju.

Quando per la prima volta dopo l'incidente si era guardata allo specchio, immediatamente era corsa a documentarsi sul significato quel termine.

I quadri di Sin Island || Achille LauroWhere stories live. Discover now