42 • A CASA DI SANTOS

24 0 0
                                    

«Ammazza, oh! Cor navigatore rotto, 'na fatica a trovà sta stamberga!»

«Buongiorno anche a te Doms!» Stella sorrise, guardandolo marciare lungo il vicolo.

Occhialoni Gucci tondi, montatura gialla. Una battaglia di colori su pantaloncini e camicia: viola e arancione facevano a pugni. Se quei capi avessero avuto voce avrebbero urlato.

Ma solo quando fu più vicino, notò quell'esilarante dettaglio, che era, come si suol dire, la ciliegina sulla torta.

«Forte il maiale-salvadanaio tatuato sulla coscia!»

«Sesso e sordi sempre!»

«Mamma chi è quello?» Pier Fausto sollevò uno sguardo interrogativo in direzione della madre.

«Un amico di mamma, tesoro.»

Nel frattempo Domenico li aveva raggiunti.

«Oh, finarmente!» Sospirò, fermandosi di fronte a loro, con le mani appoggiate ai fianchi. «Me so' rotto i cojoni de camminà.» Solo troppo tardi se ne accorse. Si tappò la bocca con due dita, mascherando una risata imbarazzata.

«Oh, non ti preoccupare, ha appena visto suo papà fare sesso con la zia.» Si grattò la nuca, storcendo la bocca in una smorfia di disagio. «Comunque... Doms lui è Pier Fausto, Pierfausto lui è Doms.»

«Ciao.» Salutò timidamente il piccolo, rimanendo parzialmente nascosto dietro la gamba della madre.

«Zio Doms te porta a fa' na vacanza che nun te 'a scordi più.» Strizzò l'occhio, mostrando un sorriso a trentadue denti.

«Ma come parli?»

«Pier Fausto!» Lo rimproverò la madre.

Il bambino rise. Era una vita che non rideva, e quel gesto spontaneo le riempì il cuore di gioia.

«So' dde Roma. N'artro pianeta.»

«Non ho capito niente.»

«Me piace 'sto pischello! Sa er fatto suo e nun...»

«Allora, dove si va?» Lo interruppe Stella, impaziente di sapere.

*****

Stella ne approfittò di quel momento. Il piccolo dormiva sui sedili posteriori, Doms guidava rilassato.

Gli raccontò tutto quel che era successo, partendo dal principio. Non risparmiò alcun dettaglio.

«Me cojoni...» fu il commento di Domenico.

Dì lì a poco sollevò lo sguardo sullo specchietto retrovisore, lanciando una veloce occhiata a Pier Fausto, che dormiva ancora.

«Mo' che ce faccio caso, c'assomiglia 'na cifra!»

«Volevo chiamarlo, ma non ci sono riuscita. Ho una marea di cose da raccontargli, ma lo voglio fare a tu per tu, ho bisogno di guardarlo negli occhi.»

«Un saluto però je 'o potevi fa'.»

«Ero letteralmente fuori di testa in questi giorni, mi serviva un po' di tempo per me.»

Dopo quelle parole nessuno disse più nulla, finché, dopo dieci minuti, non arrivarono a destinazione.

Doms parcheggiò l'auto in un piccolo piazzale sterrato. Erano circondati dal verde, e un leggero vento portava alle loro narici il profumo della salsedine. Effettivamente, dietro i bassi cespugli, s'intravedeva il mare.

«Costa Ripagnola. Ci sono venuta un paio di volte, da piccola.» Commentò Stella, quando scesero dalla macchina.

«Sembra 'n bel posto.» Aprì il portabagagli ed estrasse le due pesanti valige. Prima il trolley di lei, poi il proprio.

I quadri di Sin Island || Achille LauroМесто, где живут истории. Откройте их для себя