ci sei tu al centro

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Scusa se dico cazzate ma quando il cielo è perfetto e in più ci sei tu al centro
Mi perdo e mi dovrai venire a cercare, avvertire i miei amici e mia madre
E' il primo giorno così caldo quest'anno ed è lo stesso in cui mi hai messo in salvo

"Mamma mia, che caldo."
Giulia lo sta ripetendo a intermittenza da tutto il pomeriggio e Sangio conviene totalmente con lei. Fa caldissimo, quell'afa cittadina che sembra privarti del respiro e di tutte le forze.
Sangio quella mattina ha optato per una canottiera bianca, ma con tutta onestà si leverebbe anche quella se solo non volesse mantenere un minimo di ritegno in casa di Giulia.
È stato decisamente meno vestito di così, sotto questo tetto, ma erano situazioni diverse, e non è ancora a quel livello di confidenza per cui se la sente di aggirarsi per il soggiorno a torso nudo. Quindi soffre in silenzio, appoggiato con la schiena tra i cuscini del divano, con una manciata di centimetri di distanza tra lui e Giulia, seduta al suo fianco mentre si diverte a ripercorrere gli ultimi mesi, e soprattutto le ultime settimane, attraverso la galleria del telefono.
Si lamenta tanto del caldo ma è ben più coperta di lui. Ha una maglietta celeste con le maniche larghe che le arrivano fino ai gomiti, di un materiale che così ad occhio non è troppo leggero.
Ogni tanto trova una foto che le piace particolarmente e non può fare a meno di richiamare la sua attenzione, toccandogli una spalla con la mano e piazzandogli lo schermo del telefono sotto gli occhi.
Quando succede, Sangio distoglie lo sguardo dal suo schermo, che a sua volta sta osservando da chissà quanto tempo, e le concede le dovute attenzioni, a volte commentando le foto a voce, di solito quelle che riguardano lei e il suo percorso, altre semplicemente sorridendo sotto i baffi o concedendole una risata soffocata.
Gaston sembra altrettanto sofferente a causa della calura. Sta sdraiato a pancia in su sotto il tavolino di fronte al divano, e ogni tanto si scatena in certi rantolii davvero divertenti.
A Sangio sta simpatico, ha un carattere placido e imperturbabile che in qualche modo gli invidia. Magari potesse reagire a tutto, anche alla cosa più fastidiosa e snervante, scuotendo i ricci e girandosi dall'altra parte. Gaston, in quanto cane, può farlo. Lui no.
In compenso non gli invidia l'essere coperto di pelo dalla testa ai piedi con quest'afa che invade l'atmosfera.
"Ha da bere?", chiede spontaneamente.
"Eh?", gli risponde Giulia, voltandosi verso di lui.
Era assorta dalle fotografie, non si aspettava che parlasse.
Sangio indica il cane con un movimento del capo.
"Gaston.", osserva Giulia seguire la traiettoria del suo cenno fino al batuffolo bianco, "Ha da bere?"
"Si, certo.", gli risponde Giulia sicura, tornando al suo schermo.
Sangio sta per fare lo stesso, soddisfatto per il suo amico cotonato, ma dopo un momento Giulia sembra non essere più tanto certa della sua affermazione.
"Credo.", dice, alzando lo sguardo verso Sangio e cercando nei suoi occhi una risposta che lui di certo non ha. "Vuoi andare a controllare tu?", gli domanda con quegli occhioni scuri che lo mettono in crisi.
Chissà se le viene naturale o lo fa apposta, quando gli riserva quello sguardo a cui non si può proprio dire di no.
Sangio non le risponde, semplicemente si alza dal divano e si dirige verso l'ingresso della cucina, dove gli Stabile tengono le ciotole del cagnolino di casa.
Si, quella dell'acqua è piena, constata Sangio. Ma magari non è freschissima, e con questo caldo anche le altre specie preferiranno il refrigerio dell'acqua appena sgorgata dal lavandino, no?
Sangio approfitta della sua prossimità alla cucina per raccogliere la ciotola di Gaston e riempirla con dell'acqua più fresca al rubinetto. Già che c'è si china sul lavandino e si rinfresca con un paio di sorsi.
Buona, ma comunque non abbastanza per fargli dimenticare che forse l'unico modo che avrebbe per sfuggire al caldo torrido sarebbe farsi una doccia gelata. Cosa che al momento non gli va di fare, preferisce tornare in salotto e stare appiccicato a Giulia indipendentemente dai gradi che ci sono.
Quando torna da lei, Giulia ha poggiato il telefono sul tavolino del salotto, e sta arrotolando la maglietta fino al petto, come fa spesso quando balla, in modo da lasciare scoperta la pancia.
Sangio le si siede accanto, molto più vicino di quanto non fosse prima. Vuole la sua attenzione, e la richiede silenzioso poggiando la testa sul cuscino del divano e guardandola di lato.
La osserva mentre è intenta a sistemare il lembo della maglietta in modo che stia al suo posto e non ricada. Ha un viso riposato, e le guance un po' arrossate per via del sole preso negli ultimi giorni e della calura che pervade il salotto.
Hanno spalancato la porta-finestra della stanza, ma il vento non è dalla loro e la cosa si è rivelata inutile, se non per quel gradevole sottofondo di vita quotidiana che li raggiunge dall'esterno, tra rombi di moto, clacson nervosi e le urla di qualche bambino di tanto in tanto.
Ogni tanto è piacevole staccare, pensa Sangio.
Sono stati catapultati in una vita totalmente fuori dal normale senza avere modo di prenderne le misure, e sta imparando ad apprezzare questi momenti di pausa e di quiete, così contrastanti rispetto al via vai di treni, interviste e persone mai viste prima a cui è stato costretto ad abituarsi nel giro di pochissimi giorni.
Se li sta godendo, questi giorni lenti, che forse un tempo gli sarebbero sembrati noiosi. Ora invece sono più simili a una manna dal cielo, sia quando li trascorre in solitaria nel cortile della casa dei suoi genitori, ma soprattutto quando ha occasione di condividere questo tempo con Giulia.
C'è qualcosa di molto familiare nel modo in cui spendono il loro tempo insieme, e durante i primissimi giorni fuori dal programma Sangio si era chiesto come fosse possibile che gli sembrasse così naturale averla accanto nei momenti più disparati della sua vita. Poi aveva riflettuto, e si era dato del deficiente da solo. Quei 6 mesi chiusi in casetta, che a volte parevano volare e altre volte gli sembravano anni, hanno permesso ad entrambi di imparare ad orbitarsi attorno con naturalezza, e non hanno fatto altro che trasferire quella dinamica al di fuori degli studi, senza nemmeno pensarci.
Forse quello che ha funzionato tra loro due è che hanno sempre affrontato tutto come se fosse vita vera, perché in fondo era vita vera, solo in un contesto distaccato da tutto e da tutti. Ma sono entrambi troppo spontanei per tenere conto di quel fattore, e le cose hanno preso la piega che li ha portati qui, sul divano di casa di Giulia, che, dopo essersi spostata una ciocca di capelli dietro un orecchio, finalmente lo guarda.
Poggia anche lei un lato del viso contro il cuscino del divano, e poi distende le gambe sopra quelle piegate di Sangio.
"È troppo caldo così?", gli domanda, riferendosi alla loro pelle incollata.
"No.", le risponde lui con un sorriso accennato, cominciando a passarle una mano lungo la coscia. Avanti e indietro, dal ginocchio fino al bordo dei suoi pantaloncini.
Giulia si gode quelle carezze con un'espressione beata, come se fossero la chiave per sopportare le temperature di cui si sta lamentando da ore.
Le piace il contatto, Sangio lo sa. Agli inizi della loro conoscenza si era subito accorto di quanto fosse fisica, con chiunque. Giulia comunica con i gesti tanto quanto lui fa con le parole. Eppure, già mesi prima, si era reso conto di come il contatto fisico con lui fosse diverso rispetto a quello che lei aveva con chiunque altro. Gli bastava lasciarle una carezza, o abbracciarla un po' più a lungo della volta precedente, per percepire come il corpo di lei andasse in fibrillazione. Questa cosa, ora, è cambiata leggermente. Ha comunque quel tipo di effetto su di lei, ma a quell'agitazione che le scatenava, si è aggiunta gradualmente la capacità di tranquillizzarla anche solo standole accanto. Due effetti totalmente opposti, che in momenti come questo si incontrano meravigliosamente.
Il corpo di Giulia è calmo, appagato da quelle attenzioni. I suoi occhi invece, seguono vigili la mano di Sangio che accarezza la sua pelle chiara, e ogni tanto risalgono fino al suo viso e lo scrutano attentamente.
Sangio continua quel movimento, anche quando Giulia gli porta una mano sotto al mento, facendogli girare il viso delicatamente prima a destra e poi a sinistra.
"Ma guarda, oh.", esclama, con un tono di voce quieto che ben si sposa con questo tardo pomeriggio in salotto.
"Cosa?", le chiede lui, sempre lasciandosi tastare il viso dalla mano di Giulia, che ora scende sul suo collo.
"Te ne sta venendo tanta di barba.", conclude lei, lasciandogli la mano calda alla base del collo, come per assicurarsi che lui continui a guardarla.
Sangio sorride appena.
"Si, la devo fare.", le dice, senza darci troppo peso.
Giulia non commenta la cosa, si limita ad affondare la testa ancor di più nel cuscino del divano. Ma continua a scrutarlo come se cercasse qualcosa che le sta sfuggendo.
Sangio la guarda divertito, senza smettere di passarle le dita sulla coscia.
"Che c'è?", le domanda, con un sorriso felino sulle labbra.
"Ti stanno venendo pure i baffi.", mormora lei sottovoce, come se gli stesse concedendo un pensiero di quelli che di solito tiene per sé stessa.
Sangio si adegua a quella frequenza più bassa, naturalmente.
"Non ti piacciono?", le domanda divertito, sussurrando.
Giulia si fa tutta timida, come quando le fa un complimento inaspettato.
Sembra titubare nel trovare una risposta, forse nemmeno ce l'ha.
"Non lo so.", conclude, ridendo un po' e ritraendo la mano che aveva attorno al collo di lui.
Sangio sa che non è tutto, la conosce abbastanza per rendersi conto che non ha finito di parlare, e che la mente di Giulia sta solo cercando le parole più giuste per fargli capire cosa la sta attraversando.
"In realtà è uguale." Eccola, come previsto. "Mi piaci in ogni modo.", bisbiglia quasi, portandogli una mano sul petto per giocherellare con la croce della sua collana.
Sangio si è intenerito ma, come spesso capita ultimamente, ha anche una gran voglia di giocare.
"Sono bello sempre, quindi?", le domanda con fare altezzoso e un sorriso supponente che gli spunta in viso.
Giulia gli tira una pacca sul petto.
"Eh dai, hai capito.", si lamenta lei, evitando il suo sguardo.
Sangio sorride, mordicchiandosi un po' il labbro.
C'è qualcosa, nel fare spontaneo e genuino di Giulia, che lo ha conquistato senza dubbio fin dall'inizio. Questa cosa del dirgli tutto ciò che le passa per la testa senza censure, soprattutto, è una peculiarità di lei che ai suoi occhi la rende irresistibile. Tant'è che a volte si ritrova a sognare di avere l'esclusiva su questi attimi di pura spontaneità. Poi cambia subito idea, non vorrebbe mai privare il mondo della sicurezza che solo una genuinità del genere può regalare.
Giulia gli piace anche per questo. Sembra non saper mentire, e se ci prova risulta comunque molto evidente. Soprattutto con lui, non riesce a guardarlo negli occhi quando sa di non stare dicendo la verità, fatica quasi a stargli accanto, come se quella parte di lei che non le permette di avere filtri lottasse contro la menzogna che sta cercando di propinargli.
Sangio recupera la mano che Giulia ha ritratto, e la rimette sul suo petto. Poi le solleva il viso, che sta evitando i suoi occhi, con un indice, facendo si che lei lo guardi.
"Certo che ho capito.", le dice sorridendole, prima di abbassarsi sul suo viso per lasciarle un bacio sulle labbra.
Lo sa, certo che lo sa. Lo sa che a Giulia non potrebbe fregar di meno dei baffi di cui non si occupa da tre giorni, o di quanto sono arruffati e incontrollabili i suoi capelli quando non dedica loro un po' di attenzione. Non le importa dei muscoli che potrebbe avere ma che non allena, ne del suo aspetto esile, così in controtendenza rispetto ai ragazzi scolpiti con cui lei si ritrova in sala. Crede che nemmeno le importi più di tanto del colore dei suoi occhi, anche se il celeste le piace, o del fatto che sia alto alto, abbastanza alto da avvolgerla tutta quando l'abbraccia. Certo, a Giulia piace come lui appare, ma la consapevolezza che lei abbia scelto lui e soltanto lui in 18 anni di vita gli assicura che lei vada ben oltre la mera apparenza. Ed è quello che, in fondo, ha sempre desiderato.
Fa per ritrarsi dal viso di lei e tornare a guardarla dal suo posto contro il cuscino, ma Giulia fa risalire la sua mano di nuovo dietro il suo collo e gli va incontro, continuando quel bacio nato per caso, come tutti i loro baci migliori.
Sangio ricomincia spontaneamente quel tragitto lungo la sua coscia, che si era interrotto giusto per qualche minuto, lasciando che Giulia diriga la cosa come le pare e piace, con le dita che affondano nei ricci sulla sua nuca e il dorso del naso di lei che scorre accanto al suo.
Non si sta facendo grandi aspettative su questo momento, sono pur sempre sul divano di casa col cane che riposa a mezzo metro da loro e la madre di Giulia che potrebbe rientrare da un momento all'altro, però si gode con piacere quello scorrere di mani e le loro labbra che non si scollano.
Si sta persino dimenticando del caldo micidiale che li opprime, cosa che invece per Giulia sembra essersi amplificata con quel momento, perché dopo qualche minuto lo allontana dal suo viso.
"Fa troppo caldo.", sospira, portandosi per l'ennesima volta i capelli dietro le orecchie, come se quel gesto possa darle in qualche modo sollievo.
Sangio prende con due dita un lembo della sua maglietta, tastandone il materiale.
"Forse potresti toglierti questa.", le consiglia.
È davvero una stoffa pesante, non traspira proprio per nulla. Sangio sente caldo per lei solo a guardarla.
La mente di Giulia sembra aver preso una traiettoria leggermente diversa.
"Ma sei cretino?", lo richiama, senza che Sangio stia capendo, "Mò arriva mamma."
"E cosa c'entra?", le domanda lui, aggrottando le sopracciglia, confuso.
Appena dopo averle posto la domanda, però, la sua mente mette insieme i tasselli, e lui scoppia irrimediabilmente a ridere.
Talmente forte che Gas Gas, dal suo cantuccio sul pavimento, si scuote infastidito.
"Ma no, scema. Dicevo che potresti metterti qualcosa di più leggero.", le dice, guardando il suo faccino incredulo mentre di nuovo le indica la manica della maglietta, "È pesante questa."
Giulia sembra collegare i pezzi, e il suo viso tradisce qualcosa di molto simile alla delusione.
Sangio lo intravede, e non se lo lascia scappare.
"Preferivi la prima interpretazione?", le domanda sornione, col solito ghigno che sa turbarla molto.
Lei fa per allontanarlo, nascondendosi dietro uno "Sta zitto." poco convinto, ma Sangio la intrappola in un abbraccio appiccicoso da cui poi nessuno dei due vorrebbe staccarsi.
Non proferiscono più parola, restando lì, abbracciati sul divano, contro ogni senso logico visto il clima di oggi, finchè la madre di Giulia non rientra a casa dopo il suo appuntamento dalla parrucchiera.

finché tu sei quaWhere stories live. Discover now