Fascist Italy X Third Reich

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[TW: FASCISMO NAZISMO]

Italia fascista x Terzo Reich
Boy x boy
Giallo (accenno a scene esplicite)
Richiesta da: yaoi_girl_400
Punto di vista : terza persona
Trama: Fascy entra nell'ufficio di Reich mentre sta avendo un attacco di rabbia
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Erano le 20:30 di venerdì, un leggero e piacevole vento entrava dalla piccola finestrella azzurra e scompigliava i folti capelli del ragazzo seduto alla scrivania in legno massiccio, sulla quale erano appoggiati diversi fogli come documenti da firmare e carte geografiche. Sopra il mobile si trovavano 2 mensole bianche come la neve sulle quali erano riposti vari trofei di oro che rappresentavano tutte le sue vittorie. Reich era sempre stato un ragazzo prodigio, eccelleva in tutte le discipline fin dalla tenera età, riusciva a stupire chiunque lo conoscesse per le sue svariate doti, che andavano dalle nobili arti, come saper suonare il pianoforte, fino al guidare un intero paese durante una guerra. Esporre quei trofei per lui era essenziale tanto che, durante il corso della giornata, si fermava spesso a guardarli rimanendo incantato, oppure li lucidava fino a farli brillare. Reich aveva sempre cercato la perfezione, era diventata un'ossessione, tanto che ogni volta che qualcosa non andava secondo i suoi piani si irritava e non riusciva a trattenersi: cominciava a colpire ripetutamente un oggetto arrivando, in alcuni casi, a romperlo e questo gli causava non pochi problemi: in queste situazioni, infatti, le sue nocche iniziavano a sanguinare, motivo per il quale indossava spesso delle bende che coprivano le sue mani affusolate. Oppure, nei peggiori dei casi, iniziava a sudare senza controllo e aveva delle crisi di pianto: le lacrime amare gli rigavano il viso e continuavano a scendere senza sosta nonostante Reich tentasse di trattenerle, le mani iniziavano a tremare sino a non riuscire ad afferrare un oggetto senza che gli cadesse rovinosamente a terra frantumandosi in mille pezzi. Purtroppo sul momento non si rendeva conto di quello che stava accadendo e solo dopo aver riacquistato lucidità si accorgeva degli errori commessi e si sentiva terribilmente in colpa. Subito veniva avvolto da un senso di angoscia e la sua testa era invasa da pensieri orribili che non riusciva a placare e che continuavano a tormentarlo. Di fronte agli altri, peró, si era sempre dimostrato coraggioso e stoico senza mai esporre questo lato di sé, nemmeno ai suoi colleghi, ovvero gli altri 2 membri dell'asse: Impero Giapponese e Italia Fascista. Quest'ultimo era sempre interessato a Reich. Ormai era sicuro di esserne innamorato, desiderava abbracciarlo, passeggiare con lui mano nella mano o semplicemente averlo accanto, anche se a volte i suoi pensieri si spingevano un po' oltre iniziando ad avere delle fantasie un po'perverse su Fascy, ma non gli aveva mai confessato nulla, nonostante fosse abbastanza evidente. Quella sera Reich era particolarmente stanco e stressato: si teneva la testa con entrambe le mani. Era rimasto a lavoro fino a tardi per finire di firmare alcuni documenti, ma ormai era sfinito e voleva solo tornare a casa, adagiarsi sul divano con la legna nel camino che scoppietta e mettersi sotto le coperte. Dopo alcuni minuti, che sembravano ore, finalmente giunse al termine del lavoro e si appoggió sulla sedia girevole facendo molta pressione con la schiena. Chiuse gli occhi in cerca di un po' di riposo cadendo quasi immediatamente nelle braccia di Morfeo. Appena si addormentó si sentì sprofondare,
immediatamente si guardó in torno: era tutto buio c'era solo una luce fioca che permetteva di vedere la sagoma di un uomo, a un certo punto si udirono delle risate. Reich tentó di capire da dove provenissero ma non ci riuscì. Subito una voce famiare cominció a parlare "Sai Reich mi aspettavo molto di più da te, sono veramente deluso, sei un fallito, un bugiardo, un buono a nulla". Gli insulti continuarono e il ragazzo scoppió in un pianto disperato; riconobbe subito la voce: Fascy , il suo amato Fascy, aveva sempre avuto paura di deluderlo e sentire quelle parole lo ferivano molto. Improvvisamente non sentì più il pavimento sotto di sé e inizió a cadere senza mai fermarsi.
Istintivamente aprì gli occhi e si rese conto che quello era solo un incubo, anche se sembrava così reale. La confusione e la tristezza si trasformarono poi in rabbia. Si alzó bruscamente dalla sedia e inizió a tirare calci e pugni al mappamondo di fianco alla scrivania. Non sopportava di essere deriso e soprattutto non da una persona a cui teneva, per la quale avrebbe sacrificato il mondo intero.
Era talmente concentrato a sfogarsi che non sentì nemmeno la porta del suo ufficio aprirsi, nonostante scricchiolasse. Sull'uscio della porta si trovava Italia Fascista, solitamente il venerdì sera né lui nè Impero erano presenti a lavoro poichè entrambi finivano il loro turno di pomeriggio e tornavano a casa verso le 17:00, ma quel giorno Fascy aveva dimenticato nell'edificio la sua giacca ed era tornato a prenderla. Mentre stava uscendo dal suo ufficio sentì dei rumori provenire dalla stanza accanto e si insospettì, era un po' titubante: sapeva benissimo che Reich non gradiva che qualcuno entrasse nel suo studio e che lo distraesse dal lavoro, ma in quel momento Fascy era troppo curioso e decise comunque di aprire quella porta. La scena che si ritrovó davanti lo stupì: Reich era intento a tirare pugni e calci ad un mappamondo, l'italiano si intimorì "Reich, Reich cosa stai facendo?!" l'altro sembrava non sentirlo e questo fece preoccupare ancora di più il fasci*ta che gli si avvicinó poggandogli una mano sulla spalla destra scuotendolo leggermente. Reich sembró risvegliarsi ma, non accorgendosi subito di chi fosse l'altra persona per via della lacrime che gli avevano offuscato la visuale, scansó via Fascy facendolo precipitare a terra sbattendo la schiena sul pavimento freddo provocandogli un leggero dolore. Dopo un paio di secondi Reich capì che quel ragazzo era Italia Fascista e subito gli porse una mano per aiutarlo ad alzarsi, quest'ultimo la afferó prontamente e si tiró su gemendo un po' per il dolore. Appena entrambi furono in piedi il tedesco disse "Che cosa vuoi Fascy, sai che non mi devi disturbare mentre lavoro". Cercó di dirlo con un tono irritato e freddo ma fallì miseramente, aveva la voce graffiata dal precedente pianto e uno sguardo implorante. Italia non ascoltó neanche quello che disse il suo collega e subito lo abbracció, l'altro non era ancora completamente lucido, ma solo quel contatto fisico col suo amato aveva calmato il suo attacco di rabbia e, dopo un po' di esitazione, ricambió l'abbraccio. Fece scivolate piano le sue mani calde fino ai fianchi di Fascy, quest'ultimo arrossì violentemente e si allontanò un po' da Reich, senza sciogliere l'abbraccio, e gli guardó il viso: il suo sguardo non era più disperato, anzi, nei suoi occhi si poteva scorgere una scintilla di determinazione. Questo fece sorridere l'italiano, aveva un sorriso stupendo era smagliante e diffondeva tanta gioia, Reich sorrise a sua volta, ma non nel modo affabile e innocente di Italia, invece aveva sfoggiato un sorriso malizioso che esaltava ancora di più i suoi canini appuntiti. Non si era ancora completamente ripreso dal precedente attacco d'ira, così, senza rifletterci minimamente, si avvicinó all'orecchio dell'altrlo ragazzo e sussurró piano"Ti amo Fascy" e gli leccó il collo per poi mordergli il lobo. Questo fece venire un brivido di eccitazione a Italia fascista che sussultó per la sorpresa e si ritrasse spostando Reich e allontanandosi fino a sbattere contro la scrivania. In realtà non si allontanò dal ragazzo perchè non ricambiava ma per paura: era sempre stata una persona innocente ed era ancora vergine quindi era un po' spaventato, ma allo stesso tempo ambiva quel contatto con il tedesco, aveva capito di amarlo ormai da tempo.
Lo aveva sempre stimato, lodava spesso il suo coraggio e ammirava tutte le imprese che aveva compiuto, era affascinato dal quell'uomo sia fisicamente che caratterialmente. Amava il suo corpo muscoloso, il suo sguardo determinato, quell'adorabile fossetta sul lato sinistro del suo viso e la sua bassa statura, caratteristica che, col tempo, aveva imparato a valorizzare. Adorava anche il suo carattere, che a volte poteva sembrare freddo e sadico, ma che in realtà era diligente, dolce e protettivo.
Reich rimase fermo a guardare Fascy con un'espressione che non lasciava intravedere nessuna emozione, Italia, invece, aveva assunto un'espressione spaventata . A un certo punto Reich gli si avvicinó appoggiando con decisione le mani sulla scrivania togliendogli via di fuga "Perchè ti sei allontanato?" domandó freddo il naz*sta "ho paura" balbettó Italia Fascista arrossendo violentemente, questa sua reazione fece sorridere Reich che lo tranquillizzó dicendo con tono rilassato " Sta tranquillo ci andró piano,.. Forse". Lo bació chiedendo l'accesso con la lingua che gli venne negato, così inizio a strusciarsi contro Fascy, egli gemette e il tedesco colse l'occasione per inserire la lingua nella sua bocca. Dopo un po' di minuti l'altro gemeva senza sosta e iniziava a sbottonargli la camicia. Dopo poco si ritrovarono nudi abbracciati sul divanetto dell'ufficio entrambi sfiniti da quella serata.
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Okk- questa storia l'ho iniziata alle 24:30 e l'ho finita alle 03:15, non so se sia venuta bene considerando che l'ho scritta perchè non riuscivo a dormire. Forse è un po' troppo triste e noiosa, ma spero comunque che ti sia piaciuta. Al prossimo capitolo ^^

countryhumans one shots✨[PAUSA] Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ