Capitolo uno.

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"No, zia Anne, nessun segno di Elsa Coop" sospiro al telefono.

I miei occhi vagano nervosamente per la stanza, incrociando alla fine quelli di mio padre.

Non ha mai approvato pienamente il fatto che abbiamo lasciato South Carolina per arrivare qui, a New York.

Precisamente, abbiamo attraversato 992,19 km, eppure adesso siamo qui.

Io che voglio ritrovare mia madre, e lui che cerca di aiutarmi.

Ha fatto molto per me lui, ha usato quelle poche informazioni su di lei che avevamo, ma non sono bastate.

Non ho neppure un punto di partenza.

Nessuno conosce Elsa Coop, e quelle poche persone che l'hanno vista per strada mi hanno detto:"Ah, si, quella strana. L'ho vista poche volte in giro, sempre in brutti quartieri."

Mia madre sembra essere scomparsa.

Ricordo quando due mesi fa, mia zia Anne mi chiamò per dirmi che l'aveva vista in giro, in un quartieri di drogati.

Ha detto così, ma voglio sperare che non sia la verità, che non abbia visto bene.

"Monique, aveva un aspetto trasandato, orribile, ma era lei. Lo so, è mia sorella, e quando mi ha notata, è corsa via come un fulmine."

Sono state queste le parole di Anne.

"Capito? Era lei, ne sono certa" continua a parlare mia zia al telefono.

"Sì, lo so" dico semplicemente, riuscendo solo cinque minuti dopo a chiudere la telefonata.

Ho solo bisogno di restare sola per un pò.

"Monique..." la voce di mio padre mi arriva alle orecchie come una melodia triste e sconfitta.

"Che c'è,papà?" gli chiedo, quando sto per uscire di casa.

Punto i miei occhi scuri nei suoi, altrettanto intensi. Percepisco una nota di dolore, di rabbia, nel marrone scuro dei suoi occhi.

"Sono due mesi che la cerchiamo, forse dovremmo davvero smettere. Probabilmente, non vuole essere trovata" le sue parole risultano come una scheggia nel petto, tagliente, struggente.

Mi soffermo sulla parete bianca, forse ha ragione.

Probabilmente tutti noi dovremmo smettere di cercare chi non ha mai fatto lo stesso con noi.

Dovremmo essere capaci di accettare questa realtà, chi non riusciamo a ritrovare, non vuole essere ritrovato.

E la verità spesso uccide, fa male, e in fondo al mio cuore so che è così per mia madre.

Lei non vuole tornare; ma questo non mi basta!

Non mi basta il fatto che lei non mi ha voluto, è più una questione personale. Voglio capire il motivo per cui mi ha abbandonata, perchè mi tormenta giorno e notte.

Mi ricorda che lei è scappata da me; mi turba di notte, mentre faccio incubi di me bambina,e lì la faccio arrabbiare, la esapero.

E tutto ciò fa tornare a galla scene orrende in mente, e quasi nessuno ne sa niente.

Quando ero più piccola mi tormentavo, credendo che fossi io la causa dei suoi problemi. Forse erano i miei capricci, i miei pianti , e anche se adesso so che non è stata per causa mia...quei pensieri mi hanno distrutta, hanno lasciato una ferita sanguinante nella mia mente.

Lei, ha lasciato un segno indelebile. Dolorante.

Scuoto la testa, un pò sconfitta.

"Papà, io ho bisogno di vederla per un'ultima volta. Chiederle almeno il perchè, poter guardare i suoi occhi.."

Quegli occhi che mi hanno uccisa.

Mio padre annuisce, impotente davanti al mio cuore triste, lo sento battere contro il mio petto, lo sento urlare di voler vivere, di voler essere felice.

Ed io non lo accontento. Non mi permetto di masticare con un sorriso l'amarezza.

"Dove vai adesso?" cambia discorso.

"Vado a fare una passeggiata" abbozzo un sorriso.

"Quando verrà qui anche Carrie?" mio padre pronuncia il nome della mia migliore amica, provocandomi un sorriso.

Sa che è l'unica che riesce a farlo per davvero.

"Fra una decina di giorni, spero passino in fretta. Non vedo l'ora di rivederla, è da tre mesi che la sento solo per telefono. Mi manca così tanto"

Carrie c'è sempre stata per me; ha diciannove anni, e frequenta l'università, io ho due anni in meno. Quest'anno mi aspetterà la nuova scuola, senza di lei.

L'idea non è allettante,ma solo il fatto di averla con me, mi rende estremamente felice.

Lei c'è stata quando il dolore ha riempito il mio corpo, rendendolo un pò meno distruttivo.

Ricordo il giorno in cui mia madre se ne andò come se fosse ieri.

*Flash Back.*

I miei dodici anni furono segnati dall'assenza di mia madre quel giorno.

Entrai nella sua stanza, ma era vuota, così come la cabina armadio;

non so come accadde, ma mi ritrovai mio padre in lacrime in ginocchio.

Era basso quanto me, chinato in quel modo.

"Papà.." sibillai, ma ero abbastanza intelligente per capire cosa era appena accaduto.

"Lei.." guardai il letto matrimoniale in ferro di mia madre, tutto profumava di lei.

Mi sedetti delicatamente sul materasso, ispirando il profumo delle coperte, l'odore dei suoi capelli mi entra nella mente.

"Mi dispiace."

Passarono ore, fin quando non ritrovai Carrie Monroe nella mia stanza.

La mia migliore amica mi guardò dalla soglia della porta con grosse lacrime sul viso.

Lei sapeva tutto.

Il dolore che provai fu immenso, troppo grande per una ragazzina di soli dodici anni.

Carrie mi prese la mano, e mi promise che ne saremmo uscite insieme. Che avrei vinto con lei al mio fianco.

Lei me lo giurò, forse credetti così tanto alle sue parole,  che poi davvero riuscii ad uscirne viva.

*Fine Flash Back.*

"Adesso vado, per davvero" ridacchio, chiudendo la porta alle mie spalle.

Una strana felicità mi avvolge, quella di avere un'amica vera.

Cammino per le strade di New York, fermandomi poi in un bar.

Ordino un caffè, poi i due posti alla mia destra vengono occupati da due ragazze.

Mi sorridono e io faccio lo stesso.

Una ha dei bei capelli biondi con tanto di frangetta,i suoi occhi nocciola sembrano salutarmi allegramente.

Poi squadro l'altra ragazza, dei bellissimi occhi verdi mettono in risalto il suo viso.

Mi rivolge un bel sorriso.

"Sei nuova? Sono Beatrice" la voce squillante della ragazza bionda mi accoglie allegramente.

"Io sono Heisel, è un piacere" si presenta anche l'altra.

"Non direi proprio nuova, sono qui da tre mesi, ma è la prima volta che ho preso questa strada" ridacchio.

"Infatti non ti abbiamo mai vista prima. Dimmi di più" si interessa Heisel,un luccichio nei suoi occhi.

SPAZIO AUTRICE.

I'm back!
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Ci vediamo, un bacio, xx.

-Annapia.☆

Secrets hurt. // Zayn Malik.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora