Capitolo dodici.

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Busso alla porta della casa di Zayn, aspettando nervosamente che venga qualcuno ad aprirmi.
Spero vivamente che non si presenti Marshall davanti ai miei occhi.

E' insopportabile, ma ovviamente il mio desiderio non si avvera quando la porta viene aperta di scatto.

"Stai prendendo il vizio" fa un occhiolino Marshall.
"Posso vedere Zayn?" ignoro la sua frase precedente.
"Accomodati pure" alza gli occhi al cielo lui.

Entro in casa, un po' incerta.
"Dov'è?" lo guardo mentre si chiude la porta alle spalle e vi si poggia contro.
"Tornerà fra un'ora" dice, il tono di voce impassibile.

L'idea di restare sola con lui non è per niente allettante.
"Allora tornerò più tardi" cerco di afferrare la maniglia della porta ma lui mi blocca il polso.

Il suo tocco è fastidioso sulla mia pelle.
"No."
"Cosa?" faccio una risata sprezzante.
"Aspetta con me, chiacchieriamo un po'" si avvicina ed io mi scanso d'istinto.

Lui alza le mani in alto, poi mi indica di seguirlo ed io lo faccio, ormai stanca.
Mi accomodo su una poltrona, mentre lui va verso un tavolino in vetro e afferra una bottiglia di liquore.

Ne versa un po' in due bicchieri.
Si appoggia ad un mobile evidentemente antico e mi guarda.
I miei occhi saettano per la stanza con timidezza, così lui ride sommessamente.
"Stai ridendo di me?" alzo un sopracciglio.
Lui scuote la testa, derisorio.

Non conosco il motivo di questa ripugnanza verso di lui, è così a basta e sto facendo del mio meglio per non gridargli in faccia che non voglio restare con lui.

Penso siano i suoi occhi ad incutere il disprezzo.
Sono due pezzi di ghiaccio che vogliono raffreddarti l'anima, congelarla fino a un punto di distruzione.

"Mi piace che tu mi disprezzi, mi fa sentire vivo" dice improvvisamente.
"A me fanno sentire viva altre cose, tipo l'amore"
"Che grande cazzata, sparate stronzate a vanvera tu ed i tuoi coetanei."
"Scusa?"

"Non è l'amore che ti fa sentire viva, è il dolore. Non ti piace il sangue, soffrire? Io amo infliggere dolore, rendere viva la gente" si lecca le labbra, i suoi occhi brillano dalla malizia, mentre io sono a bocca aperta dal suo discorso.

È incredibilmente seccante sentirlo blaterare su cose del genere. Come può pensare, neanche lontanamente, ad infliggere sofferenza a qualcuno? Una persona sana di mente non verrebbe sfiorata da questo sporco pensiero.

"Io, potrei renderti viva" si avvicina di qualche passo.

Gioco nervosamente con le mani, e so che il mio silenzio può ben intuirlo come un senso di ripugnanza.
Sapevo ci fosse qualcosa che non funzionava in Marshall ed i miei dubbi sembrano essere risolti.

Essere in una casa, solo io e lui, non è per niente l'ideale e devo stare attenta a come parlare con un ragazzo del genere davanti a me.

"Mi rende felice solo l'amore" deglutisco.

I suoi occhi sono folli, immaginano evidentemente il dolore sul mio corpo, e mi fanno sentire inquieta.

"Io potrei farti sentire viva" ripete, ignorando la mia constatazione.
"Me lo hai già proposto" la mia gola è secca e la mia mentre è un turbinio di incertezza.

Appare come un pazzo scatenato dalla voglia di fare del male.

Lui si inginocchia a me, come se stesse per assaporare qualcosa di prezioso. I suoi occhi gelidi mi perforano l'anima, mi fanno sentire ansiosa, un'emozione insolita per quanto mi riguarda.

"Le ragazze non hanno mai risposto di no" fa un sorriso perfido.
Mi spingo contro il tessuto morbido della poltrona, quasi a volerla sfondare; lo guardo dall'alto mentre il suo bel visino si è tramutato in cattiveria, ancora più forte del normale.

Secrets hurt. // Zayn Malik.Onde histórias criam vida. Descubra agora