Capitolo ventuno.

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Appoggiato ad un cancello, Zayn aspetta pazientemente una mia risposta alla sua proposta.

"Ascolta, non credo sia il caso..Marshall..."

Cerco di trovare una scusa plausibile, ma in fondo è la verità perché restare nella stessa casa con Marshall, per un'intera notte, non mi sembra l'ideale.
Il moro ammicca e sento il mio sistema nervoso entrare in tilt.

"Chi ha detto che dormiamo a casa mia?" si lecca le labbra e mi guarda con quegli occhi grandi pieni di malizia.
Non riesco a non esplodere in un sorriso per la sua euforia.

"Lo prendo come un sì" mi tira a se e mi lascia un bacio morbido sulle labbra.
"Dove andrete?" Marshall sbuca da un albero, ci guarda in modo strano.
Io continuo a squadrarlo, mentre Zayn risulta indifferente ai suoi occhi gelidi.

"Alla casa sul lago probabilmente."

"Ottimo luogo per scopare!" il ragazzo dagli occhi blu è incredibilmente serio, poi mi lancia un'occhiata e continua: "Solo, le lenzuola potrebbero essere ancora sporche."

Faccio un verso di disgusto, i miei occhi sprigionano disprezzo verso quel ragazzo così volgare.
"Grazie per l'informazione."

Zayn accompagna la frase con una risata sommessa.

"Davvero, dovete cambiarle!"
Si scambiano altre battutine riguardo le lenzuola sporche e rinsecchite di chissà cosa, fino a quando io alzo una mano e metto fine al loro discorso.

"Non voglio sapere più nulla di questa storia. Potrei finire per cambiare idea" cerco di scherzarci su.

"Non se ne parla neanche" mi dice serio Zayn, poi mi trascina via dagli occhi ghiacciati di suoi fratello.

***

La piccola casa e il cortile nel complesso sono davvero graziosi; dopo essermi armata di spazzolino, vestiti e aver mentito a mio padre, siamo arrivati qui. Dista circa mezz'ora da casa mia e il posto è così silenzioso che potrei starci per settimane.

Gli alberi fitti circondano l'abitazione in legno, che da lontano era difficile individuare a causa della piccola dimensione. Zayn infila le chiavi nella serratura della porta e quando si apre, ques'ultima cigola leggermente.

"Tuo fratello ero serio per quanto riguarda le lenzuola?" gli domando, spostando gli occhi in ogni angolo della casa.
Il soffitto non è poi così alto dal pavimento, saranno più o meno due metri.

E' piccola, ma davvero pulita.

La cucina è un po' vuota, ma nel soggiorno c'è un bel caminetto rosso sangue, un divano leggermente rotto ai lati, una poltrona rossa e una libreria.

Sfioro con il dito tutti quei libri ingialliti. Ho sempre trovato affascinanti le cose antiche, anche adesso mi capita di pensare che sarei dovuta nascere in un'altra epoca.

"No, non lo era. Non porterebbe mai una ragazza qui" i suoi occhi si ombrano leggermente. E' un cambio repentino, quasi mi sfuggiva, ma da poco ho imparato a raccogliere ogni suo gesto.

"Perché non qui? Dove?" dopo aver girato e rigirato quella domanda nella mia bocca, la tiro fuori in un solo respiro.
Spesso non gli chiedo di lui e racchiudo tutto dentro di me, ma se adesso non urlo, non alzo la voce, lui non mi sentirà mai.

"Non so esattamente dove, sicuramente non qui. Questo posto è troppo..." cerca la parola giusta.

"Troppo giusto, troppo buono per lui?" finisco la frase per lui.
Zayn annuisce.

"Quel pezzo di merda avrà sicuramente un posto stabilito."

Zayn, vorrei essere nella tua testa per calmare la rabbia. L'accarezzerei fino a farla addormentare, poi la nasconderei in un luogo più scuro; non riusciresti più a trovarla, amore, quel buio ti circonderebbe così tanto che rinunceresti a quella parte di te arrabbiata. Zayn, se fosse stato per me, ti avrei salvato già tempo fa.

Non fa niente, amore, non fa niente. Ti salvo adesso, un po' in ritardo, ma prima della distruzione.

"Non caricarti dei suoi problemi in qualsiasi momento. Lui è sbagliato, non tu. So quanto possono essere dolorose queste parole.." vago con gli occhi nel vuoto e per la prima volta non mi sento parte di esso.

Lo osservo semplicemente da lontano, il vuoto, ma ne sto alla larga. Se vuole incatenarmi io scappo, mi rifugio in questo paio di occhi che ho imparato ad adorare.

"No, sono vere. Tu hai ragione ed io lo so, ma è difficile sai. E' complicato vedere la persona che hai accanto da bambino, cambiare così tanto da un momento all'altro."

Zayn alza le spalle, i suoi occhi non mi respingono questa volta, sa cosa ho intenzione di fare. Lo sapeva fin dall'inizio, è per questo che ha deciso di farmi venire qui. Forse ha messo la testa a posto, magari ha lasciato la porta del suo cuore socchiusa e lui mi aspetta lì, immobile, seduto su una poltrona con un sorriso colmo di speranza.

Chiudo le nostre borse in un armadio, poi trascino il ragazzo sul letto. Lui apre le gambe e io mi posiziono in mezzo; lo guardo dal basso, ma non è mai stato un problema scalare un montagna per lui.

"Ci sono cose di cui non posso ancora parlarti perché è presto, ma ti prego, accetta il fatto che non mi sono ancora chiuso in me stesso. So che mi toccherà una domanda che mi farà spegnere, ma ora mi sento più pronto."

Sento il cuore esplodermi dalla gioia, questi piccoli passi che ci fanno avvicinare mi rendono felice.
Lo guardo dal basso e così il suo interno sembra più visibile, sarà che i nostri volti sono molto vicini.

"Perché tuo fratello è cambiato da un momento all'altro?"

E iniziamo così, attacchiamo dei pezzi di puzzle, saliamo di un gradino e il passato lo lasciamo indietro, lo chiudiamo nella scatola del puzzle e chi lo apre più.
Quando inizio una salita non mi fermo mai a metà strada, o arrivo fino in cima o torno al punto di partenza. Questa volta toccherò la cima, se possibile sfonderò anche quest'ultima e andrò ovunque.

"Mio padre era un pezzo di merda, portava delle donne a casa e faceva loro del male, a volte ci capitava di osservare la scena. Cercava di convincerci che quello che faceva andasse bene, ma io non ho mai ignorato le lacrime di quelle povere donne. Mio fratello è cascato, il suo dolore si era completamente trasformato in..pazzia. Ha seguito i passi di mio padre, ha iniziato a trovarlo affascinante. Monique, avevano perso entrambi la testa."

Neanche una lacrima sgorga dai suoi occhi e mi stupisco di quanto possa restare in piedi senza piangere.
"Io non ero forte, Monique" scuote la testa, si prende la testa fra le mani e si danna per tutte le volte in cui non è stato in piedi, in cui non si è rialzato.

Ingoio il nodo alla gola, non posso essere vulnerabile per la sua storia. Ora più che mai devo mostrarmi forte.

"Bevevo, fumavo. Questo significa essere deboli e io non ho neanche provato ad essere forte, ma restare in quella casa, con la testa lucida, era impossibile. Era come vivere nell'inferno, mi sentivo bruciare vivo ogni volta che il loro sguardo si posava su di me. Monique, io non avevo una via di fuga."

Zayn continua a parlarne, il suo sguardo fermo nel mio, deciso, addolorato. Vorrei chiedergli di non soffrire più, anche per il mio bene, perché tutta questa tristezza mi spezza l'anima.

Io sopporto il mio dolore, ma non ho imparato perfettamente a gestire la sofferenza che le persone che amo provano, perché ciò che sentono loro...lo sento anche io. A volte temo di non riuscire a sopportare le loro lacrime, perché mi rendono debole. Io non sono mai stata una debole.

Ho imparato ad amare i problemi di chi amo, è una delle loro perfezioni.

Poi guardo Zayn e la sento, una fiamma che mi accende l'anima. Porta una luce abbagliante, quasi non riesco a vederci, non distinguo più l'amore e la compassione per il ragazzo davanti ai miei occhi.

Magari questi due sentimenti vanno uniti ed ora sono io che non riesco a completare il puzzle. Sento Zayn dentro di me e non so che dire, è come una gioia inspiegabile che ti folgora.

SPAZIO AUTRICE.

Spero vi sia piaciuto il capitolo, vi adoro.
Come state?
-Annapia. ☆

Secrets hurt. // Zayn Malik.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora