11(PARTE PRIMA)

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Nives

Ero davanti lo specchio della mia camera per darmi un ultimo sguardo prima di andare via. Il sole era tramontato già da un po' per dare spazio alla sera dove i giovani si riunivano in gruppi per andare a mangiare fuori o per uscire. I miei capelli castani erano mossi quel giorno così li lasciai dandoci solo una pettinata. Decisi di indossare una gonna di jeans insieme a un top bordeaux munito di spalline. Mi truccai giusto appena per non far vedere le mie occhiaie che erano la causa di notti sveglia per colpa del lavoro. Come ultimo tocco ma non meno importante misi degli orecchini abbinati a una collana. La forma e il colore erano gli stessi per entrambi. Un piccolo cuore di oro rosa. Un regalo di mia madre. Prima di uscire presi la borsa che portavo sempre con me.

"C'è un ragazzo fuori che ti aspetta." -disse una voce femminile che proveniva dalle scale dietro di me.

Mi girai velocemente. Vidi la signora che era la responsabile del condominio dove vivevo.

"Bonsoir Christine." -le sorrisi cercando di nascondere le guance tinte di rosso.

Era una donna sulla sessantina. Aveva lunghi capelli liscissimi, occhi verdi smeraldo e naso aquilino. Era alta e snella. Nonostante l'età le rughe sul viso non coprivano il fatto che era rimasta una donna bellissima. Distolsi lo sguardo dal suo volto curioso e furbo e a passo svelto andai ad aprire il portone principale.

"Non fartelo scappare." -mi consigliò accennando una risata scherzosa.

Alzai gli occhi al cielo mordendomi il labbro inferiore. Uscii chiudendo la porta alle mie spalle. L'uomo con cui avevo deciso di uscire era appoggiato contro la sua macchina. Quegli occhi neri non fecero altro che trasformare il suo sguardo in uno più profondo e travolgente, infiammò il mio corpo che internamente era diventato già caldo insieme ai miei occhi bisognosi di essere guardati. Appena mi avvicinai potei notare il suo sguardo scendere a scrutarmi tutto il corpo in ogni suo centimetro. Mi bloccai senza dire una parola per colpa dei miei occhi che erano persi a osservare la sua figura. Quel giorno indossava una camicia blu scuro di flanella con i primi due bottoni aperti che facevano intravedere la sua virilità, aveva dei pantaloncini di jeans neri che aderivano alle sue cosce e delle scarpe del medesimo colore. Nonostante la camicia non fosse stretta si potevano intravedere le sue braccia lunghe e toniche. Ci svegliammo da quel gioco di sguardi e lui senza proferire parola salì in macchina. Entrai dopo di lui buttandomi sul sedile accanto al suo. Sentii i suoi occhi penetrarmi fin sotto i vestiti.

Molti uomini cercano di guardarti quando non te ne accorgi altri invece soprattutto quelli spudorati ti guardano consapevoli che te ne sei accorta. Come ti guarda conta più di quello che ti dice.

"Perché volevi uscire con me?" -mi girai verso l'uomo che era alla guida guadagnandomi da parte sua un sorriso compiaciuto.

"Vuoi iniziare subito con le domande Nives?" -scandì il mio nome lentamente mentre mi guardava con occhi divertiti.

Rabbrividii al sentire il mio nome pronunciato in maniera così marcata. Stavo per ribattere quando venni interrotta dalla sua voce roca e indifferente.

"Ho voglia di stare con te." -aggiunse sincero nel momento in cui accese il motore della macchina per partire.

Mi spuntò un sorriso senza averlo programmato.

"Dove mi stai portando?" -mossi il volto verso il finestrino per ammirare le strade parigine illuminate di un giallo acceso.

"Non posso dirtelo, è una sorpresa." -disse in maniera generale con lo sguardo alla guida.

"Quindi è un vero e proprio appuntamento." -mi schiarii la voce non nascondendo la mia felicità.

"Prendilo come vuoi." -mugugnò guardandomi di sfuggita mentre la macchina era fermo al semaforo.

La campana di vetroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora