Capitolo 3

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Il locale era particolarmente grande al punto che non era facile rimanere tutti insieme. Harry aveva perso di vista Liam e continuava a girare intorno, un Gin Tonic in una mano e una sensazione di leggerezza alla testa. Non aveva bevuto chissà quanto, a dire il vero, ma già sentiva l'effetto dell'alcool. Doveva darsi una calmata, non poteva rischiare che gli allenamenti andassero male a causa della sua condotta.

Perlustrò il locale con lo sguardo alla ricerca di un volto amico, ma gli sembrava che non ci fosse nessuna delle sue conoscenze.

Decine di corpi ballavano accalcati al centro della pista, un ammasso indistinto di persone senza volto. Harry sorseggiò il suo Gin Tonic e si chiese quanto ancora gli fosse concesso bere prima di oltrepassare il limite che lui stesso si era prefissato. Forse aveva già esagerato.

Il Gran Premio di Monaco si avvicinava e lui non si sentiva pronto. Tutti sapevano che quello di Monaco fosse il percorso più difficile, il meno scorrevole, e l'ansia di sbagliare lo stava mangiando vivo. Si era preparato a lungo su quelle piste, ma non era sicuro di riuscire a reggere l'ansia da prestazione. Certo, aveva giocato altre gare, aveva fatto delle buone performance, ma il Gran Premio di Monaco era sempre stato qualcosa di diverso, per lui. Era una vita che lo sognava, e per la prima volta poteva parteciparvi.

Si guardò nuovamente in giro cercando un volto conosciuto, e solo allora individuò Alessandro. Non lo vedeva da un po', ma aveva chiacchierato con lui diverse volte durante gli eventi degli ultimi mesi. Avevano raggiunto una confidenza tale per cui Harry si sentì in dovere di soccorrerlo quando si rese conto che aveva lo sguardo perso.

"Ale?", gli chiese cercando di urlare al di sopra della musica e affrettandosi ad avvicinarsi mentre il liquido trasparente nel suo bicchiere oscillava pericolosamente. "Tutto bene?"

Alessandro alzò il volto verso di lui e puntò nei suoi occhi il suo sguardo lucido e annebbiato. "Sì, certo. Non ti avevo visto.", constatò dedicandogli un largo sorriso. "Sono contento che tu sia qui." Gli si avvicinò barcollando appena per poi coinvolgerlo in un abbraccio frettoloso. "Che ci fai qui tutto solo?"

"Sono venuto con Liam, ma come al solito mi ha liquidato con due scuse e chissà dove sarà finito."

Alessandro rise per poi appoggiarsi alla spalla di Harry. "Scusa, quando sono brillo sono abbastanza molesto." Harry provò a sorreggerlo accorgendosi che fosse più perso di quanto avesse creduto inizialmente.

"Non preoccuparti. Vuoi che ci sediamo?", gli chiese indicando la zona dei divanetti in fondo alla stanza. Non fece neanche in tempo a proporglielo che Alessandro gli strinse il polso e se lo trascinò dietro fino all'angolo da lui indicato.

Si lasciarono cadere sui soffici cuscinetti delle sedute e Harry scrutò con attenzione il comportamento di Alessandro. Sembrava eludere il suo sguardo e, al contempo, vagare col proprio nella stanza in cerca di qualcuno.

"C'è qualcosa che non va?", gli chiese.

Solo allora Alessandro si scosse e lo guardò di nuovo negli occhi. "N-no.", tentennò un secondo prima di rispondere. "È tutto ok." Guardò nuovamente in un punto imprecisato della sala e Harry, incuriosito da quello strano comportamento, seguì il suo sguardo incontrando la figura familiare di Louis. Anche se avrebbe dovuto aspettarsi di vederlo non poté fare a meno di sussultare alla sua vista. C'era qualcosa nel suo modo di gesticolare, nella sua risata che quella sera sembrava genuina, nella sua postura sicura ed elegante, che lo rendeva diverso dal solito. Harry era abituato a vedere Louis in tutte le circostanze possibili, sapeva di poterselo trovare davanti in qualsiasi momento – siccome frequentavano gli stessi ambienti – ma c'era qualcosa a cui non si era mai abituato. Era come se fosse sempre diverso, mai uguale a se stesso. Conosceva un Louis per ogni circostanza ma, in definitiva, non ne conosceva nessuno per davvero. Si accorse solo allora – troppo immerso nelle sue considerazioni – che stava parlando con qualcuno. Si trattava di un ragazzo moro, bellissimo, dai lineamenti marcati e la pelle olivastra.

Il punto di cordaWhere stories live. Discover now